Se ne stava seduta in cima ad un muretto di cemento, con le gambe a ciondoloni nel vuoto a due metri e mezzo dal terreno.
Con tutto quel buio probabilmente le sarei passata accanto senza neanche notarla, non fosse stato per il fatto che stava cantando.
O meglio, in un primo momento io credetti che stesse canticchiando, fischiando o forse addirittura che le fosse andata la saliva di traverso e stesse tossendo per liberarsene, ma ben presto mi resi conto del fatto che quel suono non provenisse direttamente dalle sue labbra, bensì dallo strumento che teneva in grembo.Non avevo mai visto nè sentito una cornamusa prima di allora, eppure in qualche modo riuscii a riconoscerne il suono.
- Great Highland Bagpipe. -
Quel nome mi sfuggì dalle labbra ancora prima che me ne rendessi conto e all'udirlo Carrie si fermò, allontanando la bocca dall'insufflatore e volgendo lo sguardo verso di me.
Due iridi color del ghiaccio, quasi bianche, che mi osservavano in mezzo alle tenebre.- Esatto. - Disse lei tutto d'un tratto, facendomi trasalire. - Si tratta proprio di una Great Highland Bagpipe, come fai a saperlo? -
- N-non lo so... -
Risposi io in un mormorio. Ed era vero, per quanto fosse assurdo davvero non avevo la più pallida idea di come facessi a conoscere il nome di quella cornamusa.
- Comunque... - Ripresi dopo alcuni istanti, sorprendendo tanto lei quanto me stessa. - Forse dovresti metterci un po' più forza nel soffiare... E-e l'ultima parte andrebbe eseguita più rapidamente, con la mano destra che si scosta un attimo per dare modo alla sinistra di... -
Ma a quel punto mi fermai e trasalii, indietreggiando leggermente, quasi mi fossi appena scottata.
- Non sapevo che anche tu suonassi la cornamusa. - Commentò Carrie osservandomi sorpresa. - Questa canzone si chiama... -
- Busindre Reel. - Finii io per lei, ritrovandomi per l'ennesima volta a strabuzzare gli occhi, incredula delle parole che stavano uscendo dalla mia stessa bocca. - Cioè... Io, ecco... -
- Hai ancora ragione. - Mi interruppe però Carrie scoppiando a ridere. - Sai, forse sarebbe il caso che mi facessi un po' di ripetizioni, questo brano mi sta davvero facendo impazzire! -
- Ecco, non credo che ne sarei capace... Non sapevo neanche di conoscere tutte quelle cose sulle cornamuse... -
Mormorai, quando improvvisamente venni colta da una fitta al capo.
- Tutto a posto? -
Mi chiese Carrie venendo giù dal muretto con un balzo e avvicinandomisi con aria preoccupata.
- S-sì, tutto bene... -
Risposi io mentre il dolore iniziava ad attenuarsi, scomparendo tanto rapidamente quanto era comparso.
- Vuoi salire? Ti aiuto se ti senti ancora male. -
Ed in un primo momento all'udire quelle parole quasi credetti che Carrie mi stesse invitando ad entrare in casa sua, quando invece la vidi piegare le ginocchia e spiccare un balzo, risalendo sul muretto agile come un gatto, per poi porgermi la mano.
- Che c'è? - Chiese inclinando leggermente il capo. - Non ce la fai? -
Io però scossi la testa e mi decisi ad afferrare la sua mano, riuscendo non senza sforzo a salire e sedermi al suo fianco.
- Allora... - Mormorai dopo alcuni minuti di silenzio, durante i quali Carrie si era messa con una pezzetta a ripulire il boccaglio dello strumento. - Che ci fai qui fuori? -
E mentre lo chiedevo mi voltavo alle mie spalle, provando invano ad individuare il profilo della casa in mezzo all'oscurità.
- Mio padre ha un incontro di lavoro. - Spiegò lei con un'alzata di spalle. - Quindi, visto che dovevo allenarmi con la cornamusa sono venuta qui fuori. -
- Un incontro di lavoro? - Replicai io sorpresa. - A quest'ora? -
- Sì, perché? -
Ribattè lei mentre si riinfilava il fazzoletto in tasca.
- No, nessun motivo in particolare... Ma da qui non si dovrebbe vedere casa tua? -
- Sì, certo. - Rispose lei. - Ma ora è notte, no? -
- Ma non si dovrebbero vedere almeno alcune finestre illuminate? Se tuo padre sta facendo un incontro di lavoro dovrebbero esserci diverse luci accese. -
- Infatti ci sono. - Replicò lei osservandomi perplessa. - Perché, tu non le vedi? -
E a quel punto io mi voltai nuovamente alle mie spalle, osservando attentamente il punto che Carrie mi stava indicando.
Per quanto mi sforzassi, però, non riuscii a vedere nulla.Mi voltai nuovamente verso di lei, per capire se fosse seria o mi stesse solo prendendo in giro, ma si era già riportata l'insufflatore alle labbra, ricominciando a suonare.
In qualche modo sentivo di conoscere quella canzone. Chissà, forse l'avevano fatta in TV, magari come colonna sonora di qualche film...
- Cos'è questo? -
Domandai solo pochi minuti dopo nel notare un piccolo quadernino.
Ma Carrie, impegnata com'era nel cercare la giusta intonazione, non mi sentì neanche.
Non era molto grande e aveva la copertina scura, molto rovinata sui bordi. Era stato chiuso in un'intrico di elastici, nastri e cordoncini vari, chissà che disastro ogni volta che bisognava richiuderlo...
Ad ogni modo allungai una mano e lo afferrai, rigirandomelo con fare esitante, quasi timorosa che potesse sgretolarsi da un momento all'altro.
Beh, non che fosse poi così vecchio, ma aveva un'aria davvero molto rovinata.Carrie continuò a non notarmi: per concentrarsi meglio aveva infatti chiuso gli occhi (beh, non che ci fosse molta differenza con tutto quel buio).
Per diverso tempo continuai a rigirarmi quel quadernino tra le mani, chiedendomi se fosse davvero il diario segreto di Carrie.
La tentazione di aprirlo c'era, questo era poco ma sicuro, ma allo stesso tempo era ovvio che non mi sarei mai neanche sognata di farlo (soprattutto considerando che la sua proprietaria era seduta proprio lì accanto a me).- Ehi Midori... -
Sussultai nell'udire la sua voce e per poco il diario non mi cadde dalle mani, neanche mi ero resa conto che avesse smesso di suonare.
Ma non pareva affatto arrabbiata di vedere che avevo preso il suo diario.- Sai, proprio poco prima che tu arrivassi, stavo pensando a quanto il tuo amore per i misteri sia un amore distruttivo. -
Mi resi improvvisamente conto della vecchia foto che era sbucata dalle pagine del diario nel momento in cui questo aveva rischiato di cadermi giù dal muretto.
- Distruttivo? -
Ripetei io distrattamente mentre con estrema delicatezza tiravo fuori la foto.
Carrie continuò a non dirmi nulla, per cui pensai che non ci fossero problemi, magari neanche si trattava di un diario segreto.- Già, distruttivo... - Ripetè lei, lo sguardo perso nel fitto della foresta. - Tu dici di amarli i misteri, ma alla fine cosa fai per dimostrare il tuo amore? Li sveli. Praticamente dichiari il tuo amore per i misteri distruggendoli, facendoli smettere di essere tali. -
Se una parte di me era rimasta colpita dalle sue parole, però, l'altra era rimasta a dir poco sconvolta dal vedere (ovviamente solo grazie alla luce del cellulare) quale fosse il soggetto della foto.
- Non... Non ci avevo mai pensato... -
Le risposi in un mormorio, lo sguardo ancora fisso su quel piccolo pezzo di carta.
- A volte mi chiedo... -
Nella foto c'erano due bambine di circa nove o dieci anni.
Certo, avrei potuto darmi tutte le scuse e le spiegazioni possibili, ma non c'era modo di negare l'evidenza: quelle due bambine eravamo io e Carrie.- ...Mi chiedo se non finirai col distruggere anche me, Midori. -
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Ghost Rule //Yuri//
Mystery / Thriller"I misteri esistono per essere svelati" Questo è il motto di Midori, una sedicenne dai brillanti occhi color smeraldo con l'innata passione per il giornalismo e l'investigazione. Alla ricerca quasi disperata di uno scoop per la nuova edizione del gi...