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Ghost Rule
N.2
Chi sei tu?
Chi sono io?
Scegli pure i ruoli, sei tu a dettare le leggi qui nel tuo piccolo mondo.

Richiusi il portatile con un sospiro, lasciandomi scivolare contro lo schienale della sedia e alzando lo sguardo al soffitto della mia camera, a dir poco sconsolata.

Era da quasi un'ora che cercavo su internet informazioni riguardanti la famiglia Hinchinghooke, ma non ero riuscita a trovare nulla di interessante.
O meglio, avevo trovato tre-quattro persone con quel cognome, ma nessuna di loro viveva in Giappone e soprattutto nessuna di loro si chiamava Carrie.

D'un tratto sentii un mormorio provenire dalla camera accanto, ovvero dalla camera dei miei genitori.

Un'ora prima mio padre era tornato a casa (nonostante fosse domenica era infatti dovuto comunque andare a lavoro per sbrigare alcune faccende riguardanti la manutenzione del negozio) e dal suo arrivo c'erano stati notevoli miglioramenti nell'umore mia madre.
Se lei però si era sentita subito meglio, lo stesso non valeva affatto per lui.
Si può dire che praticamente gli avesse passato il suo malumore, quasi fosse stato una malattia contagiosa.

E così, tra Carrie che mi aveva dato il benservito, quel numero di telefono che si era rivelato fasullo, i miei genitori che si erano messi a confabulare tra di loro affatto intenzionati ad includermi e internet-sensei che a quanto pare non aveva alcuna informazione utile da condividere con me, mi ritrovai a sospirare per l'ennesima volta, affranta, esasperata, ma al tempo stesso incredibilmente elettrizzata.

Già, ero emozionata come non mai.
Dopotutto quella era in assoluto la prima volta che mi ritrovavo davanti un vero e proprio mistero, praticamente si trattava dell'occasione che aspettavo da tutta la vita.

Così, anzichè continuare a disperarmi (non che non ne avessi voglia, eh) mi alzai, presi il mio cappotto, mi infilai le scarpe e uscii di casa.

Essendo ottobre era già tutto buio nonostante fossero a malapena le sei di sera.
La strada davanti casa mia (non che ci fossero chissà quante altre strade) era illuminata dai lampioni, ma purtroppo non ce ne sarebbero stati anche dove avevo deciso di dirigermi.

Certo, sarei potuta semplicemente andare da Chiyoko, infondo viveva proprio lì nella casa accanto alla mia, ma qualcosa mi diceva che non mi avrebbe detto nulla se fossi semplicemente andata da lei e le avessi chiesto "che ci facevi dalla vicina di Carrie?".

Allo stesso tempo però non potevo andare neanche da Carrie, in primo luogo perchè non sapevo neanche con esattezza dove vivesse e poi perchè se poche ore prima si era dileguata senza dirmi nulla significava che anche lei non doveva essere affatto intenzionata a spiegarmi cosa stesse succedendo.

Quindi mi rimaneva un'unica persona a cui chiedere.
Chi?
...bella domanda...

~

Bussai un paio di volte con le nocche contro la superficie di legno, quindi rinfilai alla svelta le mani in tasca, stringendomi nelle spalle e rabbrividendo leggermente.
Il respiro che si condensava in piccole nuvolette di vapore davanti al mio viso.

Sentii dei rumori provenire dall'interno dello chalet, come se qualcuno stesse correndo in fretta e furia ad aprirmi.

- Chiyo-tan! Sei tu? -

Sentii esclamare.
Ma non si trattava della voce femminile che avevo sentito questa mattina, questa era alta e quasi stridula, più che altro sembrava la voce di un bambino...

- Chiyo-tan! -

Sentii esclamare ancora una volta mentre la porta veniva spalancata, illuminando la soglia di una luce giallognola, leggermente soffusa.

Dovetti chinare leggermente lo sguardo per vedere chi mi aveva aperto, dato che proprio come pensavo si trattava di un bambino, dimostrava non più di sette anni.

La prima cosa che mi colpì di lui furono i suoi occhi, le sue iridi erano di una sfumatura stranissima, come violacea. Ma non dello stesso viola acceso delle lenti a contatto che Junko mi aveva fatto vedere la settimana prima, questo era leggermente più opaco e qualcosa mi diceva che fosse assolutamente naturale.

- Tu non sei Chiyo... -

Mormorò guardandomi perplesso e leggermente imbronciato, quasi fosse arrabbiato che io non mi trasformassi in Chiyoko seduta stante.

- Banri! - Sentii allora chiamare da una seconda voce. - Santo cielo, ero appena riuscita a metterti a letto, che succede ora? -

- Hanno bussato, nonna! -

Rispose il bambino voltandosi verso l'interno della casa.


Solo allora mi accorsi del fatto che, nonostante non fossero neanche le sette, stava indossando un pigiama, a pezzo unico, azzurro e coperto da cima a fondo di bianche pecorelle stampate, che aveva i piedi scalzi, coperti solo da delle calze a righe verdi e rosse e dei suoi capelli color biondo limone, leggermente mossi e tutti spettinati.
Pareva davvero che per venirmi ad aprire fosse balzato giù dal letto in tutta fretta. Cosa della quale però direi che si pentì all'istante, a giudicare dalla sua espressione delusa.
Beh, ma come biasimarlo? In fondo non ero io la persona che si aspettava di vedere...

- Oh, Chiyo è già venuta con i bisco... -

Le parole le morirono in gola quando mi vide.

Aveva proprio l'aspetto che uno darebbe ad una nonna, praticamente la versione in carne ed ossa di quella vecchietta che si occupa di Titti e gatto Silvestro.
Non fosse stato per qualche piccolo particolare di poco conto: i capelli raccolti in un perfetto e rigido chignon erano color verde fluo, indossava anche lei un pigiama a pezzo unico (ma il suo era color rosa confetto) e ai piedi aveva delle enormi pantofole a forma di elefante.
In pratica cosa aveva in comune con quella nonnetta di Titti e gatto Silvestro? Ehm... il fatto che fosse una nonnetta, forse?

- La conosci, nonna? -

Chiese Banri portandosi una mano davanti al viso per coprire uno sbadiglio.

- Vai a letto. -

Mormorò però lei senza distogliere per un solo istante i suoi occhi color caramello da me.

- Poi vieni a raccontarmi la favola? Eravamo arrivati alla parte dove il drago fa fuori il principe. -

- Sì Banri, poi vengo, intanto vai a metterti sotto le coperte. -

- Ok! -

Esclamò allora il bambino prima di voltarsi e correre via, scomparendo dalla mia visuale.

Per diversi istanti nessuno fiatò, io perché troppo presa a contemplare le sue pantofole, lei perché a quanto pare stava aspettando il momento in cui il nipote si fosse richiuso la porta della sua cameretta alle spalle.

Infatti solo quando si udì la maniglia abbassarsi e rialzarsi dall'interno dell'abitazione la donna si decise a dire qualcosa, mentre a passi esitanti si avvicinava a me e mi osservava incredula, quasi non riuscisse a credere ai suoi occhi.

- Carrie... Sei tu? -

Ghost Rule //Yuri//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora