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Dire che una volta tornata a casa mi sia messa alla ricerca di una qualsiasi mia foto risalente ad almeno sei anni prima sarebbe un eufemismo, diciamo che ho letteralmente rivoltato la casa da cima a fondo nel tentativo di trovare anche il più piccolo album di fotografie.

Tentativo vano, purtroppo.
Infatti tutte le foto esposte sulle mensole o i comodini sparsi per la casa, risalivano a non più più tardi di cinque anni prima.

Erano esattamente le due di notte di lunedì mattina.
Normalmente a quell'ora starei dormendo, ma non c'era assolutamente nulla di normale in quello che mi stava capitando negli ultimi giorni, per cui credetti di essere in qualche modo giustificata.

Solo un ora prima avevo salutato Carrie (la quale pareva assolutamente intenzionata a continuare ad esercitarsi con la cornamusa fino al sorgere del sole) e mi ero precipitata a casa in fretta e furia. La foto trovata nel vecchio quadernino dalla copertina logora ancora tra le mani.

I miei genitori ovviamente stavano dormendo quando arrivai a casa e la cosa non potè che consolarmi (neanche volevo pensare alla predica che avrebbero potuto farmi), ma allo stesso tempo quasi sperai che sentissero tutto il rumore che stavo facendo e venissero a chiedermi cosa stessi combinando, così da poter sbattere loro in faccia quella foto.

Ma sapevo di dovermi dare una calmata.
Dopotutto era da anni che aspettavo di trovarmi di fronte ad un mistero del genere e il fatto che anche io vi fossi in qualche modo invischiata avrebbe dovuto solo aiutarmi, non ostacolarmi.

- Midori? -

Sussultai nell'udire tutto d'un tratto la voce assonnata di mia madre alle mie spalle e, a dispetto di quanto avevo pensato di fare solo pochi istanti prima, nascosi all'istante la foto in tasca.

- Che ci fai ancora in piedi? -

Mi domandò per poi fare un sonoro sbadiglio, come a voler sottolineare il fatto che a quell'ora si dovesse dormire.

- Stavo cercando una foto... -

- Una foto? -

Replicò lei, facendosi improvvisamente più attenta.

- Non una in particolare. - Ribattei facendo spallucce. - Un album di foto più che altro. -

- E ti serve proprio adesso? -

Replicò lei sollevando un sopracciglio e incrociando con un sospiro le braccia al petto.

- Se sai dove si trova, allora sì. -

- Solo tu puoi uscirtene con domande del genere a quest'ora. - Borbottò mentre con un sospiro si voltava, diretta verso la camera da letto. - Aspetta un attimo, ora te lo porto. Poi però subito a letto, intesi? -

Annuii energicamente con il capo, quindi mi buttai sul divano, prendendo a tamburellare impazientemente sul bracciolo.

Secondo l'orologio a pendolo del soggiorno trascorsero cinque minuti esatti prima del ritorno di mia madre. Secondo il mio orologio interno, come minimo cinque ore. (Ecco perché ho sempre un orologio da polso dietro).

- Tieni. - Mi disse porgendomi il grande raccoglitore turchese. - Ma qualunque cosa tu voglia fare, vedi di sbrigarti, che tra cinque ore suona la sveglia. -

E così con l'ennesimo sospiro se ne tornò in camera.
Anche questo comportamento era parecchio bizzarro, solitamente non avrebbe voluto sentire ragioni e mi avrebbe spedita immediatamente in camera mia a dormire.
Non riuscii a fare a meno di pensare al fatto che forse mi avesse assecondato nel tentativo di scusarsi per il suo comportamento incredibilmente inquietante di quel giorno.

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