Perdere sè stessi.

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Sono sconvolta. La mia vita ordinaria è diventata un gran casino.
Fino a qualche mese fa non uscivo nemmeno di casa ed ora invece vengo persino minacciata dalla mafia. Se non ci fossi dentro non ci crederei neanche ad una storia del genere.

Atterriamo a Madrid ed io ho smesso di pronunciare qualsiasi parola da quando Marìa mi ha raccontato tutto. Byron è sempre al mio fianco, cerca di consolarmi senza dire nulla, e per questo lo ringrazio con lo sguardo, l'ultima cosa di cui ho bisogno in questo momento sono le solite frasi di circostanza.

Arrivo a casa ed i miei mi accolgono come se fossi stata via per mesi, ed io come un'attrice professionista fingo di essere il più serena possibile. Non devono sapere nulla, o direbbero che avevano ragione quando non mi facevano uscire dalla villa. In fondo un pochino ce l'hanno...

"Figliola! Non dovevi tornare domani?" chiede mia madre.

"Sì, ma abbiamo deciso di anticipare un pochino! Sono davvero stanca, non vedo l'ora di dormire!" e con questa scusa mi allontano e mi dirigo in camera da letto.

Marìa e Byron sono tornati a casa, ovviamente ho dovuto convincerli ad andarsene se no sarebbero stati con me tutta notte per starmi vicino. Sono degli amici eccezionali.
Mi butto sotto il getto caldo della doccia, non so per quanto rimango lì, so solo che la mia mente è persa in un posto che non riesco a localizzare. Troppi pensieri si accavallano ed un dolore incessante, come un martello pneumatico, mi risveglia dal 'coma'.
Mi asciugo ed indosso il pigiama, poi mi sdraio nel letto, prendo il telefono e vedo un messaggio da parte di Riccardo.

Riccardo Maccagni ore 01.02:
-Scusami, non avrei dovuto esporti ad un tale rischio. Il tempo passato con te è stato fantastico.

Cristina Cortès ore 01.04:
-E' stato bello, hai ragione. Adesso però ho bisogno di riposare, sono un po' scombussolata.

Riccardo Maccagni ore 01.05:
-Immagino, ci sentiamo quando la situazione si tranquillizzerà. Buonanotte piccola.


Ho la testa che mi esplode, ed ogni volta che chiudo gli occhi mi ritrovo davanti le foto di me e Riccardo a Peschiera del Garda, con quella minaccia scritta a caratteri cubitali.

E' notte fonda quando riesco ad addormentarmi, ma c'è chi freme per tenermi compagnia: gli incubi.
Mi giro e rigiro nel letto ed in un batter d'occhio l'alba rischiara il cielo e mi risveglia corpo e mente.
Scendo in salotto, le uniche persone in piedi a quest'ora sono le domestiche; Rocio prontamente mi prepara un caffè e anche se tenta di nasconderlo ha uno sguardo preoccupato. Chissà che aspetto ho!

"Tesoro! Cosa ci fai già in piedi? E che faccia pallida che hai!!! Stai bene?" chiede mia mamma scendendo dalle scale con la sua vestaglia di seta bordeaux.
Sembra quasi una regina, anche appena sveglia è bellissima.

"Sì, sto bene mamma, non riuscivo a dormire... Niente di cui preoccuparsi!" quanto vorrei dirle tutto e sfogarmi con qualcuno, ma se glielo dicessi mi farebbe la sua solita ramanzina ed in effetti ammetto che in questo momento non avrebbe tutti i torti.

In mattinata vengono a trovarmi Byron e Marìa e grazie a loro il tempo scorre un po' più velocemente e senza troppi pensieri sgradevoli.
Le mie giornate ritornano ad essere monotone come un tempo ed il mio spirito è spento ed assente. Non dormo bene, mangio poco ed i miei stanno iniziando a capire che qualcosa in me non funziona più. Ci si può ammalare per i troppi pensieri?
Ogni giorno aspetto davanti al telefono un messaggio da parte di Riccardo in cui mi dica di star bene; sono preoccupata e questo non fa che peggiorare il mio stato di salute.

Byron si reca alla villa tutti i giorni ed ogni giorno che passa è sempre più inquieto.

"Cri, mangia qualcosa! Se continui così va a finire che tra poco dovremmo piangere davanti alla tua tomba! Devi riprendere in mano la tua vita, forza! Preparati ed esci con me!"

Povero amico mio, quanta pazienza che ha per starmi dietro! Non voglio farlo preoccupare ancora di più quindi accetto la sua proposta, mi faccio una doccia e mi preparo per uscire, giurando a me stessa di provare a distrarmi e non pensare a questa brutta situazione.

Madrid in ogni periodo dell'anno è sempre colma di gente, specialmente turisti.
Novembre è arrivato e con sè ha portato i primi freddi, un po' come quello che ho dentro al cuore.

Grazie ai miei amici la serata è molto piacevole, ma non avevo dubbi, la loro compagnia è sempre speciale come il bene che gli voglio. Chiacchieriamo di tutto, del futuro di Marìa e di cosa farà Byron quando lei si trasferirà in Italia, alla fine manca davvero poco tempo e lei mi chiede di darle una mano per organizzare ogni singolo dettaglio per il trasferimento, inclusa una giornata di shopping sfrenato per iniziare al meglio la sua nuova avventura. Credo che sia un modo per farmi svagare ed effettivamente è proprio ciò di cui ho bisogno al momento. E poi c'è da dire che vederla così eccitata per il suo sogno quasi realizzato rende un po' più serena anche me.

Rimaniamo per tutta sera al pub e tra un birra e l'altra ogni due per tre mi ritrovo in bagno. Ed è quando mi metto in fila dietro ad altre cinque o sei ragazze che succede qualcosa di strano.

Qualcuno da dietro mi stringe il braccio e mi trascina dalla parte opposta del locale per uscire da una porta sul retro. Sento un fazzoletto imbevuto di una sostanza strana, cloroformio forse, ed in un batter d'occhio tutto diventa confuso. L'ultima cosa che sento è il rumore di portiere che si chiudono e poi il buio.

Intorno a me è tutto nero.

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