Cristina
Mi risveglio dolorante, l'unica cosa che mi fa andare avanti è la mia mente. Lei non si è ancora arresa. La stanza sembra ancora più buia del solito, sarà notte? Quanto tempo sarà passato?
Uno degli uomini del padre di Angela mi porta una coperta ed un pezzo di pane."Mangia." mi ordina, ma io non ho nemmeno le forze per mangiare però se voglio tenermi qualche energia da parte è meglio che lo faccia, anche controvoglia.
"Quanti giorni sono passati da quando sono qui?" azzardo.
L'uomo mi fissa, poi si guarda intorno e quando nota che nessuno può sentirlo si avvicina e mi risponde.
"Quattro." si gira e si allontana.
Quattro maledetti giorni. Perchè i miei genitori ed i miei amici non si sbrigano a salvarmi? Se vanno avanti a torturarmi come nei giorni passati va a finire che mi rivedranno al mio funerale. Sono sicura che avranno in mente qualcosa se no non avrebbero fatto passare tutto questo tempo. O almeno spero...
Riccardo
Il mio cuore non riesce a darsi pace da quando mi è giunta la notizia del rapimento di Cristina.
I sensi di colpa mi fanno compagnia giorno e notte e come un ospite indesiderato non lasciano spazio alla tranquillità ma solo alla disperazione e all'inquietudine.
Appena arrivato a Madrid ho raggiunto Marìa e Byron ed insieme ci siamo recati dai genitori di Cristina.Sono passati quattro fottuti giorni ed ancora non si è risolto nulla, non voglio immaginare cosa le abbiano fatto quelle canaglie, al solo pensiero mi sale un po' di nausea. Purtroppo li conosco e so di cosa potrebbero essere capaci; quella gente è pazza.
Juan Carlos Cortès ha assunto un detective privato, uno dei migliori, per scoprire dove si trovi la figlia o almeno capire se sia ancora viva o meno. Oltre alla richiesta di soldi non abbiamo saputo null'altro.
Sia il padre che la madre di Cristina si sono rivelati molto comprensivi nei miei confronti; mi sarei aspettato insulti per quanto è successo alla figlia ma sicuramente hanno visto in me la disperazione più totale.Siamo seduti in salotto, e tutti abbiamo il volto di chi non dorme e non riposa da giorni, ma d'altronde come si potrebbe farlo?
Improvvisamente il detective fa irruzione nella villa."So dove si trova Cristina!!!" urla, e noi increduli ed agitati ci fiondiamo alla porta d'ingresso dove si trova l'uomo.
"Si trova in un casale in montagna ad Ayacata sull'isola di Gran Canaria! Dobbiamo sbrigarci o sarà troppo tardi!" esclama.
Immediatamente saliamo tutti sul jet dei Cortès e decolliamo in direzione Ayacata. Il volo dura circa tre ore e sembrano quasi interminabili. Tutti siamo in ansia e non ci sono modi per calmarci se non ripassare il piano progettato per liberare Cristina.
Una volta atterrati ci aspettano due macchine, una per me, una per tutti gli altri."Fa' attenzione ragazzo, con queste persone non si scherza." afferma Juan Carlos porgendomi una valigetta con all'interno due milioni e mezzo di euro.
Mia cugina si avvicina e mi abbraccia, senza dire nulla, ma dal suo tremore posso comprendere tutta la paura che abbia.
Salgo in macchina, e mentre i miei compagni si dirigono in un hotel poco distante io vado verso il rifugio dove tengono segregata Cristina.Per la prima volta in vita mia provo un sentimento strano: paura. Le mani sudano freddo e brividi mi percorrono la spina dorsale; sto perdendo il controllo e in un attimo capisco di dover convivere con questa nuova sensazione altrimenti quest'ultima mi condizionerà e prenderà il sopravvento rovinando tutto e mettendo ancora più a rischio Cristina.
Devo farmi coraggio per lei, per la donna che amo e la paura non aiuta, e sicuramente non serve assolutamente a nulla in questo momento.Degli agenti in borghese sorvegliano la zona e mi guardano le spalle, ma questo non basta per farmi stare tranquillo.
Mi fermo davanti all'edificio in cui si trova Cristina, all'ingresso c'è uno degli scagnozzi di Don Giuseppe ed appena mi vede si avvicina e controlla che io non abbia armi addosso poi con un gesto della mano mi invita ad entrare.
Vengo accompagnato in una specie di scantinato da cui arriva un odore di fumo ed alcool. La stanza è priva di finestre quindi l'aria non circola ma rimane pesante ed irrespirabile ed una luce fioca proveniente da una lampada sul tavolo illumina lievemente le pareti circostanti."Ecco arrivato il nostro eroe!" esclama Angela con uno sguardo velenoso.
"Dov'è?" chiedo nervoso.
"Quanta fretta!! Mio padre la porterà qui a momenti. Sai la tua ragazza aveva bisogno di una bella rinfrescata dopo aver passato quattro giorni senza potersi lavare..."
Sento il sangue ribollire nelle vene e raggiungere il cervello; il cuore inizia a pulsare con un ritmo frequente e più forte del normale. Un rumore alle spalle mi risveglia dai miei pensieri. Mi giro e la vedo, ed il mio cuore si sgretola dentro al petto.
Cristina è legata, indossa solo un reggiseno ed una coperta le cinge la vita, i lunghi capelli neri che tanto amo sono arruffati in un nodo unico, gli occhi neri spenti e circondati da profonde occhiaie viola, le labbra tagliate e le braccia piene di lividi, per non parlare del viso che è diventato scarno e pallido.
Una lacrima mi scende lungo la guancia, ma la rabbia fa subito il suo ingresso."Cosa le avete fatto?!" chiedo agitato.
"Buongiorno anche a te Riccardo, da quanto tempo! Non ti preoccupare per la tua amata, è ancora viva nonostante tutto." risponde Don Giuseppe.
"Prenditi i tuoi maledetti soldi e liberate Cristina"
"Non avere tutta questa fretta, siediti un po', vuoi bere qualcosa?"
"Non sono in vena di scherzi, prendi i soldi e libera Cristina."
"Io in realtà vorrei divertirmi ancora un po'" interviene Angela e in un batter d'occhio me la ritrovo di fronte. Alle mie spalle due uomini mi tengono fermo e nonostante ci provi con tutte le mie forze non riesco proprio a liberarmi.
"Fai pure tesoro" la incita il padre che prende una sedia in cui fa legare Cristina, rivolta proprio nella mia direzione.
Angela inizia a baciarmi il collo, e una nausea mi pervade e mi fa respirare male. Il profumo della donna mi entra nelle narici e mi stordisce, e le sue mani si poggiano sul mio petto e strappano con forza la maglietta che indosso. Cristina mi guarda impaurita, e con lo sguardo cerco di farle capire che per me tutto questo non significa nulla, che nel mio cuore c'è solo lei e nessun'altra. Sono immobilizzato e non posso reagire, vorrei tanto prendere a gomitate i due buzzurri che mi stringono le braccia da dietro ma in questa posizione non mi permettono di far nulla.
Angela mi bacia il petto ed istintivamente con un gesto improvviso la colpisco con la testa. I due uomini mi scaraventano a terra e mi prendono a calci; in sottofondo sento le urla di Cristina, l'ultima cosa che voglio è farla assistere ad uno spettacolo così raccapricciante, quindi mi calmo in modo che gli scagnozzi di Don Giuseppe mi lascino stare."Riccardo, Riccardo, spero che tu non abbia fatto male a mia figlia perchè se no le cose si metteranno male sia per te che per la tua ragazza..."
"Tranquillo pà, ci vuole ben altro per mettermi a k.o" risponde Angela con la sua voce stridula.
"Dammi la valigetta brutto pezzente" mi ordina il padre e con molta calma gli porgo quello che mi ha chiesto.
Don Giuseppe conta le mazzette di soldi insieme ad uno dei suoi uomini ed io colgo l'occasione di avvicinarmi a Cristina. Purtroppo Angela si accorge dei miei movimenti ed ordina agli altri due scagnozzi di colpirmi.
La situazione degenera, la stanza si riempie di urla, io vengo picchiato ma questa volta riesco a reagire mettendo al tappeto un uomo.
Il padre cerca di fuggire con la valigetta ma faccio in tempo a raggiungerlo e spingerlo contro il muro e gli affondo un pugno deciso allo stomaco che lo costringe a piegarsi in due e a gettare a terra i soldi. Non c'è tempo, mi giro cercando di diminuire la distanza tra me e Cristina, solo qualche metro e posso slegarla ma Angela mi batte sul tempo, la vedo con in mano una siringa e in un secondo infilza l'ago nel braccio di Cristina che immediatamente urla dal dolore.
L'ultima cosa che vedo è il suo sguardo vuoto ed il suo corpo colpito da spasmi, poi un boato, uno sparo, ed un bruciore sconosciuto si diffonde nel mio petto, un odore di polvere da sparo mischiato a quello del sangue mi riempie le narici ed il ritmo del mio cuore subisce un cambiamento strano ed inaspettato.E poi il buio.
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"Fuori"
RomanceCristina e Riccardo. Due vite completamente opposte. Lei, una ragazza spagnola cresciuta in un ambiente rigido e con genitori ricchi, anzi ricchissimi. Riccardo, che a differenza di Cristina svolge una vita ordinaria e umile ma con un passato mister...