~Capitolo 13~

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Uscimmo dall'hotel e ci dirigemmo al laboratorio.
Alphys era preoccupata per quello che avrebbe potuto dirle Gaster ma non me ne importava.
Volevo solo sapere perché ha cancellato la memoria a mia sorella.
Per tutto il viaggio da Snowdin a Hotland mi sentivo osservata ma non ci feci caso.

Arrivammo di fronte al laboratorio, le porte si aprirono e noi entrammo.
Era completamente buio e Alphys accese le luci.
Il laboratorio era come sempre ma, di Gaster, neanche l'ombra.

"Siamo sicuri che sia qui?" chiese Asriel.
"Si, p-prima di v-venire da voi l'ho visto e-entrare qui e ha d-detto che avrebbe passato il p-pomeriggio senza uscire" spiegò Alphys.
"Controlliamo nel laboratorio sotterraneo" dissi.

Ci dirigemmo verso l'ascensore e andammo al piano di sotto.
"Non sapevo che il laboratorio continuasse anche qua sotto" disse Asriel guardandosi intorno curioso.
"I-infatti doveva r-restare un segreto...".

Proseguimmo e mi accorsi che gli amalgamates non erano più lì sotto.
Finalmente Alphys si era decisa a liberarli.
-L'unica notizia buona in tutto questo-

Arrivammo di fronte alla porta della stanza di Gaster, quella con la macchina delle memoria e gli innumerevoli fogli.
Sapevamo che c'era qualcuno dentro, dato che la luce della lampada filtrava da sotto la porta e con il buio del corridoio dove ci trovavano, era chiaramente visibile.

Alphys fece per bussare ma si fermò di scatto, quando sentimmo un uomo parlare.
L'uomo era chiaramente Gaster ma, chi c'era con lui?

"Tanto prima o poi lo capiranno".

"Smettila, lasciami in pace!".

"Ti rendi conto che ora ce l'avranno con me?".

"È inutile, ormai riesco a sopportare il dolore e dirò loro tutta la verità".

"Patto? Io non me lo ricordo".

"Ora che centrano loro? Tienili fuori da questa storia!".

"NON OSARE FARGLI DEL MALE".

Poi ci fu un lungo silenzio, interrotto da: "Ok, farò quello che vuoi....".

Questo è tutto il discorso che sentimmo.
Con chi stava parlando Gaster?
Dalle sue parole, anche lui era molto frustrato, lo si sentiva, ma non mi fermo certo qui io.

"È meglio a-andarsene" sussurrò Alphys.
Ma io avevo già la mano sulla maniglia e spinsi prima che i due se ne accorgessero.
La porta si aprì e rivelò Gaster, con un volto assonnato, guardare la macchina della memoria.
La porta sbattè contro il muro e solo allora lo scienziato si accorse della nostra presenta, voltandosi di scatto verso di me.
Sospirò.

"Oh. Siete voi. Mi avete fatto prendere un colpo" ridacchiò.
"Con chi parlavi?" chiesi diretta.
Lui sembrò sbiancare per un momento, sorpreso e spaventato dalla mia domanda.
"C-come scusa?" domandò balbettando.
"Ho chiesto: con chi stavi parlando?" ripetei scandendo bene le parole.
"F-Frisk lascialo stare. N-non vedi che è molto s-stanco? Lascialo r-riposare" si intromise Alphys.
"No. Voglio sapere con chi stavi parlando. Non sono sorda. Tutti e tre lo abbiamo sentito, quindi parla" risposi seria.

Ero più determinata che mai a scoprire cosa ci nascondeva Gaster.
"I-io non stavo parlando...." si giustificò lui.
"Ho detto che non sono sorda" ripetei, stanca di tutti questi giri di parole.
"Frisk, ascolta, sai che non posso dirti tutto, sono affari miei...".
"Riguarda mia sorella, quindi sono anche affari miei".
Gaster sapeva che Chara era mia sorella, dato che glie lo avevamo spiegato io e Sans.

"Ti sbagli, Chara non centra..." rispose lui.
"Gaster" lo chiamai avvicinandomi a lui "parla".

Lui mi guardava in modo strano.
Non come ti guarda uno che sa di aver sbagliato ma non vuole dire la verità.
Lui mi guardava come se sapesse di aver sbagliato e voleva dirlo, ma non poteva.
Cercai nel suo sguardo una risposta, ma non riuscivo proprio a capire.
Si vedeva che sperava che io capissi, ma non capivo.
"Frisk, aiutami ti prego" sussurrò.
Nessuno aveva sentito, soltanto io.
"Come?" chiesi ingenuamente.
Lui non rispose e girò lo sguardo sul pavimento.

Forse avevo capito.
"Gaster".
Lui mi guardò.
"Qualcuno ti sta corrompendo?".

ʀᴇᴍᴇᴍʙᴇʀᴛᴀʟᴇ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora