~Capitolo 20~

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Ero ancora accanto a Chara e non le staccavo gli occhi di dosso, lo stesso era per Asriel.
Gli altri, invece, stavano pianificando come uccidere Jane.

"Non dovremmo avvertire anche il re e la regina?" chiese Undyne.
"Meglio di no. Avranno i loro problemi, ce la faremo da soli" rispose Gaster.

"Frisk! Guarda!" gridò Asriel improvvisamente, facendomi sussultare e richiamando l'attenzione di tutti.

Mi girai di scatto e guardai la mano di Chara che un secondo prima era intrecciata con quella di Asriel.
Si stava muovendo.

"Si sta svegliando!" gridai emozionata.
Tutti gli altri si avvicinarono al divano.

Chara strizzò per un attimo gli occhi, poi li aprì definitivamente, lasciando spazio ai suoi occhi marroni.
Per un attimo rimanemmo tutti a fissarla, poi Asriel si fiondò su di lei e l'abbracciò.
"Mi sei mancata tantissimo! Stai bene, vero?!" gridò Asriel.
"Si Azzy" rispose lei sorridendo e ricambiando l'abbraccio.
Poi si sussurrarono delle cose all'orecchio ma io non riuscii a sentire cosa si dissero.

Dopo che Asriel la liberò, Chara si sedette sul divano e mi guardò per una frazione di secondo, per poi essere sommersa di domande e di abbracci dagli altri.
Io, nel frattempo, mi ero allontanata.
La verità era che volevo stritolarla in un abbraccio e dirle di non farmi preoccupare più, ma mi trattenni.

Lei non mi voleva e io lo rispettavo...finché potevo.
"Sans" sussurrai allo scheletro interrompendolo mentre stava per chiedere qualcosa a Chara.
"Dimmi".
"Io vado un secondo di sopra. Se gli altri mi cercano, digli che sto bene e di non preoccuparsi, okay?".
"Perchè? Qualcosa non va? Non sei contenta che tua sorella si sia svegliata?".

Lanciai un'occhiata a Chara mentre veniva stritolata in un abbraccio da Papyrus.
"Si, sono contenta e si, sto bene" risposi sorridendo e andando di sopra.

Mi diressi verso la camera di Sans e ci entrai.
Chiusi la porta normalmente, senza la chiave, anche perché non l'avevo.
Diedi una veloce occhiata alla stanza, visto che non ci ero mai entrata e mi sedetti sul letto.
Mi serviva un attimo per riflettere.

Vorrei solo che Chara non solo si ricordasse di me, ma si fidasse anche.
Io non so se lei crede che sia sua sorella, ma vorrei almeno che si fidasse, che se mi trovassi in pericolo, lei cercasse di salvarmi.
Se non si vuole bene ad una persona, si cerca di salvarla, no? Ecco, io invece vorrei che Chara si preoccupasse per me.
Che se mi salvasse da un pericolo mi abbracciasse e mi chiedesse "stai bene?".

Chiedo troppo?
Forse non riusciremo a restaurare il rapporto di prima, ma vorrei che, anche un minimo, Chara si preoccupasse per me.
Vorrei, anche poco, dell'affetto da lei.

"Che fai?".

Quella voce.

Alzai lo sguardo.

La persona che era nella mia testa, ora era davanti a me, sull'uscio della porta e mi guardava.
"Nulla..." risposi.

Ero imbarazzata, tanto.
"Perché non sei di sotto con gli altri?" chiese.
Abbassai lo sguardo e non le risposi.
Lei sospirò e si sedette accanto a me.
Rimasi sorpresa da quel gesto.
"Allora. Io ho tanti difetti e tu dovresti saperlo. Sono testarda e a volte stronza. Ma non sono stupida. Ho capito che sei mia sorella" disse lei.

Sbarrai gli occhi.
Non me lo aspettavo che me lo avrebbe detto così...
Le sorrisi ma lei non ricambiò.

"Questo non vuol dire che ci dobbiamo volere bene per forza. Forse avevamo un bel rapporto. Ora però è morto e non posso farci niente" rispose alzandosi.
"M-ma aspetta. So che tu non ricordi il nostro passato ma sai che siamo sorelle, quindi potremmo ricominciare, giusto?" chiesi alzandomi.

Ero insicura e avevo paura di cosa potesse rispondermi.
"No Frisk. Noi di sorelle, abbiamo solo il sangue, nient'altro" rispose lei secca.
"Ed è tanto! È il sangue che ci fa vivere! Senza quello noi moriremmo, no? E poi non è solo il sangue a legarci! Anche i ricordi! Ma tu li cerchi nella testa ed è sbagliato. Devi cercarli qui" dissi toccandole il punto del cuore.
"Che frase sdolcinata. Peccato che non mi dica niente" rispose prendendomi la mano e spostandomela.

Mi salivano le lacrime a sentire queste parole.
"Una volta, dopo una frase del genere mi avresti abbracciata" risposi trattenendo le lacrime.
"Hai detto bene, una volta" disse e uscì lasciando la porta aperta.
In quel momento volevo sfogarmi e buttarmi in un pianto liberatorio, ma qualcosa mi fermò e mi fece sobbalzare.

Un'esplosione.

ʀᴇᴍᴇᴍʙᴇʀᴛᴀʟᴇ Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora