Seduta al posto numero 4 del Korean Train Express, Seul stava imbambolata a guardare fuori dal finestrino pensando, con una nota di sollievo, che la sua vita a Sejong era finita.
Per quanto potesse essere dispiaciuta per aver lasciato i genitori in quella cittadina, non vedeva l'ora di mettere quanta piú distanza possibile fra lei e quella cittá che tanto l'aveva odiata e di cui poteva contare i ricordi felici sulla punta delle sue sottili dita. Trasferirsi dallo zio, nella capitale del suo paese, era la scelta migliore che potesse prendere.
La sua famiglia l'avrebbe capito.Dall'interfono una voce femminile avvisava i passeggeri che la fermata in cui si stavano fermando era la stazione di Gwangmyeong.
La prossima sarebbe stata la sua. Quando scese a Yongsan si guardó intorno per cercare un orologio che le segnasse l'ora.
11:54. Forse avrebbe saltato il pranzo. Si mosse fino alla stazione di Sinyongsan dove prese la metro scendendo poi a Dongjak.
Si trovó sopra l’ultima metro che la portava alla stazione di Sinnonhyeon dove avrebbe trovato lo zio ad aspettarla per portarla in quella che sarebbe stata la sua nuova casa. Furono dieci minuti molto piú lunghi di quel che pensava.In macchina con lui si rilassò godendosi la sensazione di essere una totale sconosciuta nel distretto di Gangnam.
L'anonimato la rassicurava e la faceva sentire piú sicura di sé.<Allora…> la voce dell'uomo ruppe il silenzio in cui Seul si sentiva perfettamente a proprio agio.
Era raro per lei esserne circondata. <…sono sicuro che ti piacerà la casa. C’è una stanza tutta per te e Shinhee non vede l'ora di conoscerti.> la ragazza si guardó le mani che dal nervoso le stava intrecciando e torturando <Avete messo una lucina in camera?> disse con un filo di voce <Come tu hai chiesto bimba!> suo zio gli posò la grande mano sulle sue che era ancora intenta a martoriare.
Lo guardó con la coda dell'occhio e fece un piccolo sorriso.Era sempre stato il suo zio preferito. Non la forzava ad essere qualcuno che non era.
Se voleva stare una giornata chiusa in un silenzio tombale, la lasciava fare. Ogni volta che la vedeva nervosa senza dire una parola riusciva in qualcosa che la faceva tranquillizzare all'istante.
Fin da piccola era il migliore a farla ridere ed a spronarla a fare ció che amava. Era l'unica persona che credeva dalla sua parte in qualunque battaglia<Che tipo è tua moglie?> pensare a lei lo fece sorridere <Estremamente dolce e riservata. Se può aiutarti lo fa con tutto il cuore. È piena di soluzioni e arida di domande.> <Sembra la donna perfetta> lo zio rise <Lo è per me!> Seul face una smorfia che riportò la risata sulla bocca dello zio <Quando ti innamorerai, ricorderai queste parole> portò subito lo sguardo fuori dal finestrino <Non credo che succederà presto…> fermo al semaforo l'uomo accanto a lei poggiò gli avambracci sul volante <Da quanto non disegni? Dall'incidente?> Seul trasse un respiro profondo e poi annuì <Capisco…beh, fortunatamente io e Shinhee ti abbiamo preso un set da disegno che puoi utilizzare quando vuoi> a quelle parole le si illuminarono gli occhi e involontariamente guardó, con sorriso euforico, la persona accanto a sé <Sul serio?> quello annuì con il viso inorgoglito dalla reazione di lei.
Seul era talmente felice che non si rese conto di star fissando lo zio negl’occhi ma quando si accorse dell'ombra riflessaci dentro abbassò subito lo sguardo coprendosi il viso con le mani <Scusami. Non l'ho fatto apposta. Credimi io…> lui aveva ripreso a guidare e rimase taciturno tutto il tempo finché non fermò la macchina.
Scese e andó ad aprire lo sportello di lei <Devo prendere una cosa che ho dimenticato a lavoro. Vieni con me> lo seguì in quello che sembrava uno stabilimento come gli altri, eppure suo padre le aveva detto che suo zio aveva un lavoro importante presso una cooperativa altrettanto importante.
Niente in quell'edificio le faceva pensare a qualcosa di considerabile.Dopo aver fatto scale e superato corridoi, lo zio aprí una porta che dava in una grande stanza con, attaccate alle pareti, specchi enormi <Come va ragazzi? State ancora provando?> un coro di voci risposero all'unisono facendo indietreggiare un po' Seul.
Non amava i posti con tanta gente, soprattutto se quei posti erano stanze chiuse.<Seul, entra. Ti presento ai miei ragazzi> con sguardo basso la ragazza entró nello studio e si posizionò vicino allo zio <Bene. Lei è mia nipote. Son Seul> le posò una mano sulla schiena e la intimò di presentarsi.
Con voce sottile disse <Ciao. Sono Son Seul, nipote di Son Sungdeuk. Abbiate cura di me.> fece un inchino di saluto <Quanti anni hai?> sollevò un po' lo sguardo per vedere chi le avesse rivolto la domanda e vinta dalla curiositá posò gli occhi su i sette ragazzi che le stavano davanti e la guardavano anch'essi incuriositi <Sono della classe 97> un ragazzo dai capelli rossicci e il viso allungato e sorridente diede una pacca sulle spalle a quello vicino lui dai capelli scuri e dai tratti morbidi <Quindi sei amica di Jungkook-ah. Anche lui è della tua stessa classe> provò a sorridergli ma quel ragazzo abbassò subito gli occhi facendo un veloce inchino.
Il fatto di non essere l'unica timida la rincuorava<Il mio nome è Jung Hoseok. Cerchiamo di andare d’accordo in futuro> si scambiarono un inchino <Io sono Kim Seokjin. Il bello del gruppo.> e guardando i suoi compagni, che lo stavano burlando, si mise a ridere <Non fare troppo caso a lui. Mi chiamo Kim Namjoon e lui…> indicandole il ragazzo dai capelli azzurro ghiaccio <…è Min Yoongi> le fece un cenno con la mano e le disse <Spero che ti troverai bene qua a Seoul> lo ringraziò per il pensiero <Quei due, quelli che stanno sempre insieme, sono della stessa classe per questo sono cosí uniti!> il ragazzo dai capelli grigi che gli coprivano un po' gli occhi allegri e infantili si avvicinò portandosi dietro anche l'amico con cui, a detta di Namjoon, era molto legato <Hyung lasciaci presentare da soli…> perfettamente coordinati si inchinarono davanti a lei <…Kim Taehyung, piacere di conoscerti.> spostò lo sguardo al biondino vicino a lui <Park Jimin, piacere di fare la tua conoscenza> le fece un sorriso dolce che impressionò Seul.
La ragazza si avvicinò un po' di piú allo zio facendolo sorridere <Ok ragazzi, spero che tratterete bene mia nipote e l'aiuterete come se fosse una sorella minore. Continuate ad allenarvi duramente e grazie> con le mani la spinse delicatamente verso la porta da cui erano entrati e prima di andare via si voltò un'ultima volta per guardare il ragazzo dal sorriso dolce.
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Shadow's Girl ~Park Jimin~ [Completa]
Fanfiction"Se la cattiva sorte ti perseguitasse, riconosceresti l'amore?". È la domanda che Seul si pone ogni mattina prima di alzarsi dal letto senza mai trovare una risposta. L'incontro con l'Idol Group, di cui suo zio è il coreografo, cambierà la sua visi...