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Quando Hansol andò via con la sorella, la prima cosa che Seul si premurò di fare fu quella di aprire tutte le finestre.
L’aria le sembrava pesante e ristagnava l’odore di lui ovunque, era consapevole degli sguardi curiosi che si scambiavano i ragazzi ma non riuscì a controllare se stessa, doveva far sparire ogni traccia di Hansol da quella stanza.
Ebbe un tuffo al cuore quando, aprendo la porta del dormitorio, Hansol incrociò lo sguardo di Jimin di ritorno dalla sala prove.
Si presentarono e cercò di non lasciare trasparire la sua apprensione verso il biondo che tentava di essere cordiale ma sembrava più forte di lei; non poteva permettere che capisse cosa quel ragazzo rappresentasse per lei, non le avrebbe portato via anche quello.

Al telefono con lo zio cercò di propinargli un’altra scusa che potesse essere suffragabile dalle sue sole parole e dopo un’oretta di giuramenti e bugie riuscii a convincerlo, facendo un gran sospirone dopo aver staccato la chiamata.
Continuava a fissare quella grande tenda danzante immaginando di poter scomparire al suo interno come in quei numeri di magia che facevano i grandi illusionisti, sarebbe stato bello esserlo.
Iniziò a lavorare con la sua fantasia, immaginando un’altra vita, quella che Hansol ebbe fatto credere ai Bangtan ma non era un’immagine in cui riuscì ad immergersi completamente. Voleva solo l’opportunità di ricominciare, di condurre una vita come quella di tutte le sue coetanee, perché non le era concesso? Perché il destino metteva sempre quel ragazzo sul suo cammino? Le vennero in mente le parole della madre “Ogni volta che scappi, i problemi scappano con te” e quello la fece ancora più rattristire.

Per quanto il rapporto con i suoi genitori fosse atipico, avevano condiviso momenti importanti e divertenti, alcune volte l’avevano fatta sentire in una famiglia ed altre invece le fecero sentire il peso del loro umore mutevole ma, in fin dei conti, l’amavano.
Erano degli artisti particolari con delle idee basate su ciò che la vita gli aveva insegnato che, irrimediabilmente, si ripercosse sulla sua vita ma non li odiava, non ci sarebbe mai riuscita.
Era scappata anche per loro, non poteva mangiare al loro stesso tavolo e dormire sotto lo stesso tetto, si vergognava troppo di se stessa e non importava quanto quella coppia avesse messo la sua figlioletta dopo l’arte, quello che successe non meritavano di saperlo.

<Sei veramente inquietante se fai così> la voce di Jimin interruppe i suoi pensieri <Mm?> a gambe incrociate si sedette sul divano mentre con le mani teneva due bicchieri di ramyun. Gliene passò uno insieme ad un paio di bacchette <Cos’è?> <Qualcosa di buono> le sorrise e iniziò a miscelare i suoi noodles con gran cura, premurandosi di far intrecciare tra loro tutti i sapori in modo da poter assaporare meglio il pasto <Sta mattina te ne sei andato senza salutarmi e adesso ti preoccupi per la mia cena?> il ragazzo posò il suo ramyun strappando dalle mani quello di Seul <Mischialo bene se no non è buono!> <Taehyung oppa mi ha detto di interessarmi esclusivamente a Jungkook oppa> Jimin sembrava non prestarle particolare attenzione preso dal rigirare i noodles di lei eppure non sfuggì l’affievolirsi di quel gesto che man mano si faceva sempre più lento e distratto <Probabilmente seguirò il suo consiglio> disse la ragazza in un sussurro.
Jungkook non le era totalmente indifferente e se quel pomeriggio non fosse stato al suo fianco sicuramente avrebbe perso quel poco di sanità a cui si aggrappava per stare nella stessa stanza di Hansol: non avrebbe messo in pericolo nessun dei due ma ormai lui aveva capito i sentimenti di Jungkook per lei, invece con Jimin doveva giocare d’anticipo <Ottima scelta. Il nostro Jungkookie se lo merita> il ragazzo le passò il suo cartone e incominciarono a mangiare, in silenzio, così che si potesse sentire solo il suono dei loro respiri e del mormorio che arrivava dalle altre stanze.

Il pasto le riempì lo stomaco saziandola per bene, voltò lo sguardo per vedere se Jimin avesse finito ma il ragazzo continuava a mescolare con le bacchette come si fa quando si mette lo zucchero nel caffè, era soprappensiero e se altro non avesse rubato l’attenzione della ragazza, gli avrebbe anche chiesto quali fossero i pensieri che lo rendevano così insensibile al cibo pur avendo la pancia che brontolava.

Shadow's Girl ~Park Jimin~ [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora