~ 18 ~

335 17 1
                                    

Essendo una domenica pomeriggio, i suoi zii avevano deciso di fare una passeggiata per il quartiere ma, con la scusa di lasciarli soli, Seul non era andata con loro così da poter invitare Yerin a casa sua.
L’amica le aveva chiesto se fosse in grado di fare una tinta <Dimmi di sì Seu-nie, non voglio spendere soldi per andare dal parrucchiere> convincendo la più piccola.

In quel momento era nel bagno a rassettarlo per prepararlo al pomeriggio di tintura; coprì il pavimento con dei giornali e posizionò la sedia davanti al grande specchio appeso sopra il lavello in marmo bianco e grigio.
Ricordava di aver visto riporre alla zia la ciotola in legno e il pennellino piatto tipico della tintura per capelli ma non ricordava il posto preciso così si mise a cercare in tutti i tiretti del bagno, cercando di non creare troppo disordine.
Dopo un quarto d’ora passato a setacciare tutto il bagno riuscì a trovare ciò che cercava; il riflesso di lei con quella ciotolina e quel pennello che sfioravano i suoi lunghi capelli neri dalle sfumature cioccolato, la riportò indietro nel tempo facendo affiorare ricordi di una Seul che somigliava molto alla descrizione che due giorni prima Hansol le aveva stilato…

Tutto era cominciato il primo anno di medie dove, uscita dalla visione infantile con cui vedeva il mondo, iniziava a capire le dinamiche della sua famiglia e quindi di un padre libertino sposato con una donna che vedeva il mondo con un colore per volta, una visione limitante per l’arte del marito.
Capito questo tipo di relazione, Seul iniziò a mostrare evidenti disturbi relazionali e carenza di attenzione che la portò a trovare qualunque metodo per elemosinare anche solo uno sguardo da chi la circondava.
Trasgredendo alle rigide regole scolastiche a cui era nuovamente soggetta, un giorno arrivò a scuola con i suoi lunghi capelli colorati di un intenso blu elettrico che fece indignare tutti i professori.
I suoi compagni, invece, ne rimasero affascinati e la trattarono come un’eroina che non temeva nessuna ripercussione, che viveva la vita come voleva mostrando ciò che era in realtà.
Non tutti videro di buon occhio la sua improvvisa popolarità che la investì per un paio di giorni; una sua compagna, abituata ad essere sempre al centro dell’attenzione, non riuscì a sopportare che la luce che la illuminava si era spostata su un’altra persona.

Era l’ora di “economia domestica” quando, mentre l’insegnante si assentò un attimo dalla classe e gli alunni stavano procedendo con il decoupage, delle forbici tagliarono con un colpo netto la lunga treccia blu di Seul.
Fu uno shock per la ragazza vedere i suoi capelli riversi ai suoi piedi; la classe cadde in un silenzio tombale focalizzando la propria attenzione sull’immagine di due ragazzine: una con le forbici in mano posizionata alle spalle dell’altra, che seduta al suo posto, stava terminando il lavoro di quella giornata.
Seul si voltò lentamente, con le lacrime che le velavano gli occhi <Perché Hyolim?> erano delle ragazzine di 13 anni eppure nello sguardo di Hyolim c’era una cattiveria molto più matura dell’età in cui era <Se un passero prova a camminare come una cicogna, si spezzerà le gambe.> quelle parole la colpirono più forte di qualunque schiaffo, calcio o pugno, furono talmente forti da spingerla a scappare via infischiandosene, per l’ennesima volta, delle conseguenze che quel gesto poteva portare con sé.

La consolò sua madre, che rientrata a casa aveva trovato la figlia rannicchiata su sé stessa in un angolo, scompigliandosi i capelli con la speranza che potessero ricrescere solo tirandoseli con le mani.
La donna riuscì a fermarla ed a stringerla fra le sue braccia <Seul, perché i tuoi capelli sono in questo stato?> <Una settimana…è una settimana che i miei capelli sono blu ma tu e papà non lo avete neanche notato e per colpa vostra ora sono così> credeva che urlandole il suo dolore qualcosa potesse cambiare ma così non fu <Mi dispiace> farfugliò la donna <Perché sono destinata ad essere invisibile come un passero?> gli anni passarono e i capelli ricrebbero ma la risposta che aspettò quel giorno dalla madre non arrivò mai.

Shadow's Girl ~Park Jimin~ [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora