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Per la settimana a seguire Seul evitò di andare a lavoro con lo zio inventandosi una scusa qualsiasi sulla sua salute, precaria fin dall’infanzia. In quei giorni si chiuse in casa evitando qualunque contatto umano, sembrava che ciò che successe la riempì all’istante del mondo esterno. Girava per la casa con lo sguardo assente senza alzarlo mai dal pavimento, pareva un fantasma che infestava l’abitazione ma di cui si poteva vederne bene le infelici fattezze.
Gli zii erano molto preoccupati per lei, la sera li sentiva sussurrare sulle sue condizioni e su come poterla aiutare.
Una di quelle notti li sentì anche parlare della possibilità di rimandarla dai suoi genitori ma non poteva dirlo con sicurezza siccome “le cose” si erano ripresentate.

Nei giorni in cui era amica di Jungkook erano andate via lasciandola in pace, ma la stessa sera di quel giorno sfortunato ritornarono a farle visita.

Ricordava di star dormendo e di essere stata svegliata da un forte urlo, si era alzata correndo a controllare se gli zii stessero bene e quando fece ritorno nella sua camera un’alta figura, simile ad un’ombra, si stagliava vicino al suo letto indicandolo con lunghe dite abnormi che somigliavano più a lunghi artigli rapaci.
Cercò di mantenere la calma e ad appigliarsi a qualcosa di reale come il russare dello zio nella camera accanto o al rumore delle macchine che proveniva dalla strada in cui la sua stanza si affacciava; eppure l’ombra era lì.
Aveva la sensazione che la guardasse e che aspettasse che lei eseguisse il suo comando ma le gambe non volevano muoversi allo stesso modo dell’intero corpo, era paralizzata dalla paura.
Riuscì a guardarsi intorno per controllare che “quella” fosse l’unica nella sua camera e non vederne altre la tranquillizzò.
Avrebbe voluto fare qualcosa per scacciarla ma la paura di svegliare i suoi zii nel cuore della notte e dovergli poi dare una spiegazione le impedirono di mettere in pratica quel pensiero, così stette a guardarla finché qualcuno non accese la luce.

Si girò d’improvviso per vedere la zia che la guardava con quei occhi da madre preoccupata perché la propria bambina era diventata strana <Seul-ah, cosa stai facendo?> le pose quella domanda quasi cantilenando <Niente zia, tutto a posto> guardò la piccola lucina vicino a letto <Ne vuoi una più grande?> Seul annuì nel mentre che la donna entrava nella stanza per sedersi sul letto, esattamente nel lato in cui l’ombra indicava <Da quando sono tornata da lavoro ti vedo strana, sei sicura che non sia successo niente?> la ragazza continuava ad annuire finchè il ricordo di quello che fece Jungkook non le balzò davanti agli occhi <Perché non vai un po’ da Jungkook-ah?> si stava guardando le mani e per smorzare lo stress che stava accumulando si mise a giocare con l’elastico dei capelli che le aveva regalato Taehyung e che ormai era diventato un bracciale che all’occorrenza fungeva anche per ciò per cui era stato creato.
Quel comportamento non passò inosservato alla zia <Avete per caso litigato?> continuava a stare in silenzio sperando che l’altra si stancasse al punto da far cadere qualunque discorso e andarsene a dormire, ma aveva imparato quanto la zia fosse una donna caparbia e che non avrebbe mollato l’osso finchè non si fosse sentita soddisfatta <Tesoro, tra le coppie succede di litigare e…> <Io e lui non siamo una coppia> la interruppe non permettendole di andare oltre con un discorso che non poteva esistere.

Tutta la sua famiglia avrebbe voluto vederla uscire con un ragazzo come qualunque ragazza della sua età ma Seul non si accontentava di questo. Voleva un gruppo di amiche con cui fare shopping o semplicemente fare una passeggiata.

La parola passeggiata le fece ricordare l’immagine di Jimin davanti casa sua che le diceva “stavo solo facendo una passeggiata” e sentì colorarsi il viso <Non c’è bisogno che ti imbarazzi, alla tua età è normale avere un fidanzato> sollevò lo sguardo colpita dal fatto che il rossore che le imporporava gli zigomi si vedesse chiaramente e si dispiacque per il motivo per cui la zia credeva che fosse <Posso andare a dormire ora?> disse con un filo di voce e, a malincuore, la zia la lasciò andare.
La donna stava per spegnere la luce principale ma un mugolio di protesta la fermò in tempo <Potresti lasciarla accesa, per favore? Solo per sta notte> le sorrise e chiuse la porta.
Ci mise un po’ prima di addormentarsi ma quando ci riuscì cadde in un sonno così profondo da non fare alcun sogno.

Shadow's Girl ~Park Jimin~ [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora