~ 16 ~

349 20 2
                                    

Seduta sola soletta tra l’erba bruna del parco Hakdong, Seul guardava il cielo nuvoloso pensierosa.
L’aria le sembrava più fresca del solito e con sè portava un lieve odore di pioggia che fece preoccupare la ragazza per non essersi portata un ombrello come la zia le suggerì.
Era stato Namjoon a dirle di farsi trovare facendo le veci della sua fidanzata ed ora era là ad aspettarla.

Quando una figura bionda le si avvicinò la prima cosa che notò fu la custodia di un violino fra le mani <Unnie, è il tuo violino?> l’altra annuì e si sedette vicino a lei <Sei andata a suonare?> il suo sguardo, triste e malinconico, qualche volta si posava sulla custodia dello strumento che le era tanto caro e traspariva il dolore che le procurava <Dovevo venderlo…ma non ce l’ho fatta> <Venderlo? Perché?> Yerin sospirò <Non posso più suonarlo quindi non ha senso averlo in camera…sarebbe solo una tentazione> Seul prese per mano l’amica.

Nei drama aveva visto spesso due amiche tenersi per mano per dare supporto l’uno all’altra e Seul voleva fare esattamente quello.
Voleva fare capire alla sua unnie che poteva affidarsi a lei se si sentiva triste e sperava che un gesto minuscolo, come quello di afferrare le sue mani, potesse passarle la forza di cui aveva bisogno per fare tutto ciò che riteneva giusto.

La ragazza bionda rimase piacevolmente contenta di quel contatto solidale facendole spuntare un piccolo sorriso che fece da fertilizzante alle speranze di Seul <I miei genitori non vogliono che suoni più. Per loro la musica è una distrazione dai miei studi universitari> <Vai all’università?> <Già. Mio padre mi vorrebbe economista bancaria come lui ma io amo la musica classica; mi ha salvato da molto litigi furiosi dei miei genitori quando ero solo una bambina e adesso che la sta lasciando andare mi sembra solo di starla abbandonando anche se lei non l’ha fatto con me, capisci?> annuì e accentuò la presa.
Sapeva come ci si sentiva quando i propri genitori erano troppo occupati con i loro drammi lasciando la loro bambina fuori dal loro mondo.
Come lei, Yerin aveva capito che doveva crearsi un altro pianeta e quello che si era creata era come una bolla di musica in cui dentro c’era posto solo per lei e il suo violino <Non importa. Hansol mi ha detto che i tuoi genitori sono fantastici con te e si preoccupano molto. Deve essere una bella sensazione> il gioco perverso di lui continuava anche a Gangnam facendole quasi perdere la ragione.

Le stava creando una vita fittizia e, per di più, era la vita che aveva sempre desiderato; ogni bugia che lui diceva era un’accoltellata alla bambina che fu stata.
Quella considerazione le fece venire in mente la bimba-ombra sul suo letto “non hai impedito che mi prendesse”.

Sentì un sorriso amaro far capolino sul suo viso al pensiero di tutto quello che non aveva impedito al ragazzo per motivi a lei sconosciuti <Un po’ ti invidio..> <Sì unnie, certe volte mi invidio anche io..> anche se l’altra rimase un po’ perplessa dalla risposta, cambiò subito argomento puntandole un dito addosso <A proposito, come fai a conoscere mio fratello?> si sentì nuovamente con le spalle al muro <Io…era un compagno di scuola> <Seu-nie> il tono della voce dell’amica era completamente cambiato.
Da prima triste ma sempre con una nota calda che la velava in quel momento era seria e fredda, sollevando lo sguardo poteva quasi riconoscere in lei i tratti di Hansol <Non sei tu quella ragazza vero?> pur sapendo di essere dalla parte della ragione, della vittima, sentiva comunque montarle dentro l’ansia e percepire le goccioline di sudore scenderle lungo la spina dorsale <Quale ragazza?> <Sei di Sejong, non far finta di non sapere> davanti al silenzio di Seul, l’altra si sentì in dovere di continuare <Ti avevo detto che mio fratello perse la testa per una ragazza. Non sei tu, vero?> <Perché dovrei essere io?> Yerin era immobile come tutto ciò che le circondava.
Il tempo sembrava che non scorresse lasciando le due ragazze in balia di una conversazione intricata e spinosa che non poteva giovare a nessuna delle due parti <Quello sguardo di pericoloso possesso con cui si ostinava a guardarti non poteva passare inosservato, non ha mai fatto così con nessuna anche se so che di donne ne ha avute tante. La mia famiglia ci ha insegnato ad osservare tutto, anche gli impercettibili cambiamenti per me ed Hansol sono come mettere sottosopra il cielo e la terra. Da quel giorno mi sono chiesta se forse tu non fossi quella ragazza.> si sentì rabbrividire sapendo che Hansol non faceva niente per nascondere il loro pravo legame, ma anzi, lo esponesse alla mercé di tutti <Non sono io…> avrebbe voluto essere più convincente ma la sua voce non voleva saperne di collaborare, pareva anche lei così spaventata da stentare dal farsi udire <So cosa le ha fatto…me lo ha raccontato in un momento di completa ubriachezza…> l'illusione di poter finalmente raccontare ad un'amica ciò che le successe riemerse in Seul <…ma per quanto mi vergogni di lui e senta il bisogno di chiedere scusa in ginocchio a quella ragazza…rimane mio fratello è non posso voltargli le spalle> per la prima volta Seul sperimentò come poche parole potessero svuotare completamente una persona.
Aveva saggiato come le azioni potessero annientare la personalità di un altro essere grazie ad Hansol e, ironia della sorte, grazie alla sorella poteva comprendere la forza distruttiva delle parole.

Yerin si accorse dell’apatia che vestì l'amica e si domandò se forse quella ragazza non stava continuando a mentirle <Se non hai intenzione di aiutare quella ragazza allora perché la vuoi incontrare?> <Mio fratello è sempre stata una persona controllata, faceva le sue bravate ma sapeva sempre quando fermarsi. Il giorno in cui mi disse che ebbe….che fece quello che fece, aggiunse “Mi fa bruciare l'anima annientando ogni controllo che c'è in me. Quella ragazza mi spinge al disastro”. Vorrei guardarla negli occhi per capire, non ho mai provato un sentimento così forte per qualcuno> aveva la nausea di quel discorso, più la sentiva pronunciare le parole di lui e più la linea di distinzione che tracciò fra Yerin e Hansol si assottigliava, scorgendo sempre più tratti in comune fra i due fratelli <E ti auguro di non sperimentarlo mai.> anche se passarono delle ore dall’arrivo di Yerin, le due ragazze si guardarono in quel momento, per la prima volta, negli occhi riponendo in quello sguardo tante speranze quanto i segreti che volevano nascondere.

Dopo quella conversazione il pomeriggio si fece più leggero, le due amiche cercarono di far finta che quella conversazione non fu mai avvenuta, tornando delle ventenni spensierate che amavano la vita <Seu-nie, sai che giorno è oggi?> <Il primo settembre> l’altra fece un sorriso sghembo e la fece entrare a forza in un negozio di intimo <Cosa stiamo facendo qua?> Seul seguiva la più grande come un cagnolino sperso, si sentiva imbarazzata dentro un negozio del genere e quel sentimento accrebbe quando Yerin si voltò mettendole fra le mani un perizoma nero <Compralo e mettilo> la più piccola, presa un po’ dal panico, fece cadere la mutandina guadagnandosi un’occhiataccia dalla commessa <Unnie mi stai mettendo in imbarazzo?> <Perché? È solo un perizoma, piace a tutti!> <A me no!> l’altra incrociò le braccia con fare di superiorità <Quindi deduco che tu abbia già trovato il regalo che darai a Jungkook-ah sta sera> un campanello di allarme tintinnò nelle orecchie di Seul <Regalo…per Jungkook oppa?> la bionda annuì <Il primo settembre è il compleanno del maknae dei BTS e di solito c’è una piccola festicciola al dormitorio> <Come fai a saperlo?> <Me lo ha detto il mio oppa> Yerin sembrava molto concentrata nel scegliere quale completo o quale abbinamento sembrava più sexy e provocante <Ok…non mi sono ricordata…non ho un regalo per Jungkook oppa, ma regalargli un perizoma…non so..cosa se ne può fare?> <Beh, se lo metti tu credo che ti farà vedere cosa se ne può fare; infondo sei la sua fidanzata ora> <Non sono la sua fidanzata…> l’altra inarcò un sopracciglio mentre posava l’ennesimo completo e si spostava in un altro reparto <Ah no? Ma non vi siete baciati? E tu non eri compiaciuta?> <Sì ma…> <Non dirmi che sei una di quelle ragazze…una di quelle poco serie, ecco!> quel giorno le sembrava che qualunque conversazione facesse con Yerin, non andava mai nella direzione giusta.

Pizzo e merletti non erano nello stile semplice e sbarazzino di Seul e dopo il bacio con Jungkook era ancora più confusa; non poteva mettere in discussione che le fosse piaciuto ma, allo stesso modo, non poteva non considerare l’effetto che Jimin aveva su di lei <Io sono una ragazza seria per questo non capisco cosa ci facciamo qua> sul volto di Yerin comparve un sorriso malizioso <Sai che bel regalo puoi fargli?> le sventolò un baby-doll sotto il naso con gli orli di piume <Con questo sembrerai un cigno> Seul roteò gli occhi e lo rimise al suo posto <Una similitudine che in certe occasioni non può mancare, immagino> Yerin rise alle parole della sua amica <A quali occasioni ti stai riferendo?> <Lo sai benissimo!> <Non dirmi che la mia Seu-nie ha già provato tutto?!> la più piccola uscì come una furia dal negozio, senza ringraziare la commessa ma con solo l’urgenza di sentire l’aria fresca sul viso, si massaggiò i polsi che incominciarono a dolerle e guardò di nuovo il cielo. Sicuramente avrebbe piovuto. 

 

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.








Shadow's Girl ~Park Jimin~ [Completa]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora