Seul sentiva solo una grande stanchezza e quando si ritrovò in camera sua ad osservare quello che stava accadendo decise di arrendersi ad essa.
Non aveva più voglia di combattere i mostri che vedeva e, ancor di più, quelli che si annidavano nel suo cuore ma desiderava solo lasciarsi andare e star seduta a vedere cosa sarebbe successo.
Il suo corpo che non le pareva più il suo corpo agiva senza la sua volontà; se avessero voluto conoscere la verità allora non avrebbe più lottato per nasconderla, l’avrebbe tirata fuori e alla fine avrebbe urlato il suo dolore, finalmente avrebbe urlato il suo aiuto ma la vista della valigia aperta dinanzi a lei fu come l’ultimo schiaffo che ebbe ricevuto da suo padre.
Veloce, forte, doloroso ed umiliante.
Aprendo la valigia fu come aprire il suo vaso di Pandora, il simbolo del suo malessere e il custode dei suoi mille segreti era stato dischiuso.Si chiese se avessero potuto vedere il suo grande scheletro <Seul, non guardarmi così. È tutto finito> la ragazza guardò in direzione delle due ombre dalle fattezze di sesso opposto l’una all’altra e incominciò a ridere.
Una risata liberatoria contro i mostri che l’avevano incatenata per anni <Vorrei che fosse finita zio, ma a me sembra che stia ricominciando tutto> le sue parola la colpirono come se avesse rivelato la più grande delle verità.
Quando qualcosa finiva allora qualcos’altro doveva iniziare e se la vita con i suoi zii era giunta al termine allora non doveva far altro che liberarsene e trovare un’altra casa che poteva ospitarla per ricreare la vita perfetta da cui era ossessionata.
Le ombre si fecero sempre più nere e sempre più grandi, Seul percepiva la sensazione di minaccia che emanavano, era tutto troppo pressante per riuscire a sostenerne il peso così corse giù per la scale seguita dai passi di tutti coloro che avevano fatto parte della sua vita e le avevano regalato dei momenti da dimenticare e da ricordare <Seul-ah, ora calmati e ascoltami> i visi tesi dei ragazzi riuscirono a far mettere a fuoco alla ragazza che il coltello che aveva in mano non era la sua solita allucinazione e la lama che affondava nella sua carne non era solo una sua percezione alterata.Lei era viva e consapevole del mondo che la circondava ma allora perché le ombre erano scese giù in salotto con tutti e continuavano ad inquinare l’aria in cui cercava a stento di prendere ossigeno? Seul guardò la sua amica bionda e si domandò se ancora riusciva a vederla come la ragazzina dolce e taciturna che aveva conosciuto o se in lei vedesse solo una pazza suicida <Ho chiamato una persona, dovrebbe arrivare fra poco…puoi aspettare per lei?> anche se quella annuì, Yerin non sembrava convinta che l’avesse realmente sentita.
Continuava a guardare tutti ma il suo sguardo spesso si perdeva alle loro spalle dove, nella loro realtà, non c’era nessuno.La bionda aveva i brividi su tutto il corpo e il suo cuore piangeva davanti alla figura devastata della sua amica; guardò suo fratello Hansol pallido in volto e per un attimo lo odiò sul serio.
Se avesse parlato prima dei problemi di Seul tutto questo non sarebbe successo, se lui non fosse venuto a Gangnam con l’intenzione di stanarla come un lupo con la propria preda allora lei avrebbe avuto ancora un’amica con cui ridere e scherzare però non poteva non prendere in considerazione quanto il suo fratellino minore aveva voglia di amarla e di farlo liberamente senza avere freni a riguardo.
Yerin credeva fermamente nell’amore ma non riusciva più a distinguere fino a che punto poteva definirsi tale.Quando il campanello suonò tutti sussultarono aspettando una qualche reazione da parte di Seul che alla fine non arrivò <Vado ad aprire la porta> lentamente la zia della ragazza si accinse per aprire la porta di casa avvertendo la nuova arrivata di essere prudente e lasciandola entrare le diede modo di vedere in che stato fosse serbata la sua vecchia compagna di scuola.
Pur essendo un pensiero non consono alla situazione, Hyolim si ritrovò a pensare quanto Seul fosse selvaggiamente bella anche con quel volto sconvolto e rigato dalle lacrime e il sangue che le colava lentamente dal braccio seguendo il tracciato di una vena immaginaria <Seu-nie, possiamo parlare?> l’espressione cattiva sul suo viso non rassicurò Hyolim che si bloccò sul posto in cui era <Vuoi parlare? E di cosa? Hai già parlato con chi ti interessava, mi hai messo tutti contro> <Non è così, lo sai!> <Mi hai distrutto la vita> <Voglio solo parlare con te> il volto di Seul cambiò ritornando nuovamente ad una maschera imperscrutabile <Ti ascolto> la osservò con attenzione e potè notare come gli occhi si spostavano leggermente verso una parte indefinita del salotto con la conseguente causa del metallo che premeva un po’ di più sulla carne già viva <Loro sono là?> il silenzio si fece ancora più assordante.
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Shadow's Girl ~Park Jimin~ [Completa]
أدب الهواة"Se la cattiva sorte ti perseguitasse, riconosceresti l'amore?". È la domanda che Seul si pone ogni mattina prima di alzarsi dal letto senza mai trovare una risposta. L'incontro con l'Idol Group, di cui suo zio è il coreografo, cambierà la sua visi...