Capitolo 46

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Aprile ben presto lasciò il posto a maggio.

Iniziarono le lunghe preparazioni per gli esami di fine anno.

Bisogna dire che le lunghe preparazioni riguardavano chi era interessato a prendere dei bei voti.

Non era il caso dei gemelli.

A loro non interessava prendere dei bei voti, solo passare l'esame.

La relazione con George stava andando a gonfie vele.

O almeno io mi imponevo di crederlo.

Chiunque ci avesse visto dall'esterno avrebbe visto una coppia normale, felice. Ma io sentivo che più andavo avanti più mi sentivo in colpa.

Non per Madison, ormai quello era passato, piuttosto per tutti i segreti che gli stavo nascondendo.

A partire dal fatto che Harry fosse mio fratello.

Dicendoglielo avrei potuto rovinare tutto o aggiustare tutto. Ma ero così felice che non mi azzardavo nemmeno lontanamente ad accennare l'argomento.

Rimandavo il momento e basta.

Durante la prima settimana di maggio il sole splendeva e riscaldava tutto il castello.

Finalmente potevo andare a fare una passeggiata senza sciarpa, cappello e mantello.

Quel venerdì pomeriggio io e Ginny eravamo nel bel mezzo di una lunga sessione di studi su lupi mannari e animagus.

Ma il mio sguardo continuava a vagare fuori dalla finestra.

"Senti Martina se scrivessimo a Lupin, lui ne sa meglio di tutti noi.. sembra sanscrito o una lingua antica" diceva Ginny sfogliando le pagine.

"Ginny! Figurati se gli scrivo per questo. Ei senti per caso puoi dirmi se quando ti trasformi ululi alla luna come un cane che ha perso il suo osso? dovrei chiedergli questo?" le chiesi un po' annoiata.

"Sarebbe una soluzione.." bofonchiò lei.

"Mi piacerebbe andare a volare. La mia Firebolt mi sta chiamando... lo sento" sospirai.

Ginny sbuffò.

"Non c'è la faccio più.." mi lamentai.

"Uno: se tu non ce la fai più io faccio prima a buttarmi giù dalla torre di astronomia. Due: siamo solo all'inizio" sospirò lei con tono lugubre.

Decisi di rimettermi al lavoro e di distrarmi dalle mie fantasie.

Dopo quelle che mi sembrarono ore calò la notte.

"Per oggi basta, è ora di andare a cena" constatai.

Raccogliemmo la nostra roba e andammo verso la Sala Comune per farci una doccia.

Quando avemmo entrambe, scendemmo verso la Sala Grande.

Io non avevo intenzione di asciugarmi i capelli così scesi di sotto con i capelli ancora umidi.

Erano cresciuti di almeno altri cinque centimetri.

Era ora di tagliarli, non come aveva detto George, sia chiaro, solo una spuntatina.

Fidati di me ||aharrypotterstory|| [IN CORREZIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora