Prologo

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P R O L O G O
*
•  T u t t o  c o m i n c i a  •

"Martina! Muoviti. Non vorrai mica perdere il treno!" detto questo mia madre uscì sbattendo la porta e io aprii gli occhi di colpo.

Guardai sgomenta il soffitto bianco sopra di me, chiedendomi cosa avessi fatto di male per essere svegliata.

Così, maledicendo mia madre in migliaia di modi possibili, mi girai su un fianco, cercando una posizione comoda.

'Che sogno stavo facendo?' pensai irritata.

Mi sforzai di ricordare.

'Ah già, avevo lezione di Difesa Contro le Arti Oscure...'

"Accidenti" esclamai riaprendo gli occhi di scatto.

Di colpo avevo ricordato che quel giorno era proprio il primo settembre.

Il giorno tanto atteso in cui avrei cominciato il terzo anno alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, la migliore del mondo, a mio parere.

Mi alzai di scatto e subito corsi in bagno, dove mi feci una doccia super veloce.

Dopo, sperando che i miei lunghi capelli fossero in condizioni decenti, andai allo specchio.

'O mio Dio, sembro un leone' pensai non appena mi vidi.

Di solito, prima di andare a dormire, mi legavo i capelli in delle trecce, cosicché non si arruffassero proprio come avevano fatto quella notte.

Mi maledii per essermene scordata.

Impugnai la spazzola e, per quanto mi fosse possibile, cercai di sistemarmi i lunghi capelli castani scuri.

Quando capii che più di così non potevo farci nulla, guardai in che condizioni fosse la mia faccia.

Avevo davvero una brutta cera.

Sotto i miei luminosi occhi verdi, erano ben visibili due profonde occhiaie viola.

Non potei non insultarmi ancora una volta per aver concesso all'agitazione di avere la meglio su di me.

Succedeva ogni anno. Prima dell'inizio della scuola, quando mi trovavo sul punto di addormentarmi, cominciavo a pensare a tutte le cose che sarebbero potute andare storte.

Impugnai il correttore e ancora una volta cercai di aggiustare un po' la situazione.

"Martina!" mi stava chiamando mia madre in italiano. "Ti sei svegliata? La colazione è pronta!"

Ebbene sì, mia madre era italiana. Era nata vicino a Torino e, appena maggiorenne, era venuta ad abitare a Londra.

Qui aveva conosciuto mio padre.

"Fu amore a prima vista" mi aveva detto una volta.

Ma io non ci credevo. Non credevo proprio nel colpo di fulmine.

"Si mamma" le urlai di rimando. "Sto scendendo!"

Fin da quando ero piccola, Livia Harris aveva insistito perché io imparassi l'italiano come se abitassi in Italia.

Fidati di me ||aharrypotterstory|| [IN CORREZIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora