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- YVE'S POV-

Ero pronta.

Avevo preso tutto il necessario, due valigie sarebbero bastate - credo-

Sospirai , guardando la mia stanza. Non avrei mai immaginato come sarebbe potuta cambiare la mia vita, ma quello sembrava molto vicino all'inizio di un sogno. Avrei trovato tutto esattamente come lo stavo lasciando, al mio ritorno, sperando che a cambiare , sarei stata io. Volevo solo andare avanti, sbloccarmi, insomma. Mi sentivo intrappolata , come se stessi urlando e nessuno riuscisse a sentirmi , nemmeno il mio migliore amico. O, forse, aveva troppo timore di mettere in mezzo l'argomento. A volte avrei davvero voluto cacciare fuori tutta la rabbia che provavo nei confronti di Harry, per avermi lasciata, per esser andato via senza dire nulla, per aver fatto si che una mattina mi svegliassi, andassi a casa sua e ricevessi la notizia della sua partenza da Gemma . A volte avrei voluto buttargli in faccia tutto il male che mi aveva fatto, potevo prenderlo e sbatterglielo davanti agli occhi, così che anche lui potesse sentirlo, come l'ho sentito io ogni dannatissimo giorno.

A volte, solo a volte, avrei davvero voluto non averlo mai incontrato. La mia vita sarebbe stata più semplice, invece che passare ogni giorno cercando di mettere da parte il fatto che lui, anni prima, si fosse preso ogni cosa di me, lasciandomi in trappola , lasciandomi incapace di amare.

A volte, avrei voluto che lui mi avesse chiesto di mio padre, che mi avesse messa con le spalle al muro, costringendomi a sputare fuori tutto il veleno.

Ma mi rendevo conto che era troppo rispettoso per mettere in mezzo un argomento così delicato e avevo visto come ogni giorno, da quando era tornato da me, avesse cercato di rimettere insieme i nostri pezzi, fin quando non li abbiamo persi con la morte di mio padre.

Forse crede , semplicemente, che il mio lutto superi quello che abbiamo condiviso io e lui e che , quindi, io abbia dimenticato.

Non ho dimenticato, cerco solo di fingere che non sia mai successo nulla, cerco di fingere che non abbia mai comprato quei biglietti per il concerto dei Guns n Roses al mio diciassettesimo compleanno , cerco di fingere che al party post concerto non ci fossimo mai ubriacati e non mi fossi mai lasciata riportare a casa. Cerco di fingere che quelle sue parole, buttate lì , nel gelido vento di dicembre sul Westminster Bridge, si siano congelate e rotte in mille pezzettini.

Cerco solo di fingere che il mio diciassettesimo compleanno non sia mai esistito.

E' buffo, no? Come il dolore di un cuore spezzato, faccia più male di aver perso mio padre, ma credo sia solo perché averlo perso è una cosa che oramai ho accettato, aver perso Harry no, lotto quotidianamente, eppure averlo fuori dalla mia vita ha fatto più male che fingere di non provare nulla ogni volta che mi sfiora il collo con le labbra. Quindi, ho accettato il compromesso: una via di mezzo che ti rende felice a metà : compromesso.

Posso essere felice a metà, per sempre?

Era ciò che da un po' mi stavo domandando.

Guardai l'orologio capendo che sarei potuta passare a casa di Harry per salutare Anne e Gemma. Misi le scarpe, il parka e uscì. Optai per portarmi Luna.

La passeggiata fu piacevole, Harry abitava a un dieci minuti di cammino da casa mia.

Arrivata trovo la porta di casa aperta con Harry sua sorella e sua madre sull'uscio.

Sento che lo stanno prendendo in giro, così mi unisco a loro. Mi sono sempre sentita a casa lì. Le due donne di casa ci accompagnano all'auto e gemma fa una battutina riguardo un matrimonio.

Rabbrividì.

Fu la stessa battutina che fece mio padre quando Harry tornò.

Mi tiro su con la schiena sul sedile, Harry aveva già caricato il suo borsone da viaggio.

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