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Guardavo indecisa le vetrine dei negozi e non ero proprio capace di mettere fine a quella giornata così estenuante.
Io e Claire eravamo andate a fare shopping per cercare un abitino per capodanno, o almeno, qualcosa che non ci facesse sembrare dei ragazzi, come era per il resto dell'anno.
In realtà, non sapevo bene cosa stessi cercando, ma l'idea era qualcosa di nero, possibilmente semplice e possibilmente non troppo corto. Magari anche dei tacchi, a patto di non cadere.
Londra era addobbata a festa in onore del Natale e le strade brulicavano di turisti. Due giorni al capodanno e la città si sarebbe riempita ancora di più.
Mi divertiva come il turismo fosse maggiore durante le feste, certamente perché c'era maggiore possibilità di staccare la spina dal lavoro e vedere altri posti, peró mi dispiaceva anche come le persone si perdessero la rara tranquillità di questa città, nei periodi meno affollati.
- Entriamo qui- sentì dire dalla mia amica, facendomi tornare alla realtà.
Do un'occhiata alla vetrina e da ciò che vedevano i miei occhi non doveva essere tanto male il negozio.
In realtà era una piccola boutique non firmata, quindi il prezzo sarebbe stato anche accessibile per noi.
Sospirai e spinsi la porta per entrare.
Claire iniziò subito a prendere più capi, mettendoseli sul braccio e chiedendo, in meno di cinque minuti, alla ragazza dove fosse il camerino.
- mi provo questi - disse, chiudendo di scatto la tendina del camerino.
Nel frattempo io stavo ancora dando un'occhiata, quando la commessa mi si avvicinò insistente.
Ho sempre odiato il modo in cui vogliono venderti di tutto, ma non mi lasciai scoraggiare da ciò e, gentilmente, declina la sua offerta d'aiuto.
Dopo che Claire ci mise un tempo infinito, finalmente uscì dal camerino soddisfatta con in mano un vestitino di raso tutto rosso.
Mio dio, era davvero inguardabile quel colore, almeno per me che non avrei mai indossato un vestitino così sexy.
- io ho fatto, prendo questo - sentenziò, evitando di chiedere il mio parere, dato che già immaginava quale sarebbe stata la risposta.
" Bene " pensai, mentre continuavo a guardare abitini che già avevo visto, nel frattempo che Claire provava i suoi.
La commessa era impegnata a parlare con la mia amica su cosa fare a capodanno, quindi avevo il tempo per essere invisibile. Perfetto.
Scostai una gonna luna brillantinata e ai miei occhi apparve un tubino semplice nero di velluto, senza spalline, con una scollo a cuore.
Subito mi rubò il cuore, così presi la stampella tra le mani in modo tale da avere una visuale migliore di quell'abito.
- saresti meravigliosa con questo indosso- senti dire da una voce che proveniva alle mie spalle. Mi voltai di scatto e mi apparve il mio migliore amico, o meglio, il viso del mio migliore amico sotto degli occhiali da sole, cappello in lana che nascondeva tutti i riccioli e uno sciarpone fin sopra il naso.
- Harry - escalamai, urlando forse un po' più del dovuto.
- Shh - ribattè subito lui, portandomi una mano alla bocca.
Giusto! Mi era difficile abituarmi al fatto che, oramai, non potevo più chiamarlo per nome ed ero anche alquanto scioccata nel vederlo materializzarli lì, davanti ai miei occhi, quasi come un fantasma che non vedevo da circa un anno.
- scusa- dissi scoppiando a ridere spontaneamente, nonostante tutto, ero gradevolmente felice di vederlo e il mio primo pensiero fu quanto fosse cresciuto in quel anno di lontananza, in quel anno dove io lottavo ogni giorno contro i ricordi di quella notte.
In quel momento la commessa ci si avvicinò chiedendomi se avessi intenzione di provare qualcosa. E aggiungo, me lo chiese anche in modo molto sgarbato, quasi stanco.
- certo, provo questo - risposi, sempre gentilmente e diedi un'occhiata ad Harry.
Non solo io diedi un'occhiata ad Harry, ad ogni modo.
Mi affrettai a fiondarmi in camerino per provare e dopo aver tolto ogni strato di maglia che avevo indossato a causa del freddo, riuscì ad infilarmi l'abito.
Mi calzava alla perfezione: lo scollo a cuore fasciava il seno mettendolo un po' in risalto e le forme morbide dell'abito si adagiavano sui miei fianchi senza ingrandirli o rimpicciolirli.
Chiesi anche un paio di décolleté abbinati, così da avere una visione del tutto, mi diedi un'ultima occhiata ed uscì dal camerino.
Harry e Claire stavano chiacchierando e dovetti richiamare la loro attenzione.
- allora?- chiesi, speranzosa.
La commessa annoiata appena mi vide sgranò gli occhi e mi si avvicinò. Claire sorrise meravigliata ed Harry, semplicemente, si tolse gli occhiali da sole.
- wow- fu l'unico e il primo a dire qualcosa, seguito da un " veramente bella Yve- della mia amica.
- allora prendo questo- dissi, decisa.
Mi girai e andai in camerino.
- Yve io devo scappare a casa che mia sorella ha bisogno di un passaggio a lavoro - sentì urlare dalla mia amica.
- va bene- risposi ,con una certa difficoltà .mentre infilavo tutte le mie maglie.
- tanto stai con Harry, ti riaccompagna lui- si affrettò a dire, come se volesse togliersi di dosso il senso di colpa di star andando via, dopo avermi pregata giorni per quello shopping.
Stronza.
- vai vai - dissi, mentre infilavo il pantalone e tornavo, lentamente, a respirare.
- arrivederci- urlò Claire e aggiunse,poi - ciao ciao styles -
Dentro di me iniziò a farsi largo una piccola sensazione di panico, confermata dall'urlo della ragazza appena alzò gli occhi per guardare in volto quel ragazzo così deficiente da essersi tolto anche gli occhiali.
Uscì subito dal camerino e mi affrettati a dire - prendo questo, quant è?- ma,oramai, per la ragazza ero inesistente.
Stava imbambolata a fissare Harry mettendolo anche molto a disagio, in quanto anche lui la guardava sorridendo forzatamente.
Che scena, avreste dovuto vederla dal vivo.
Il ghiaccio fu rotto da lui che le propose di farsi una foto e si offrì di pagarmi il vestito.
Ma perchè? Queste erano le cose che odiavo.
- no, ma quale pagare, te lo regalo - si Affrettò a dire con una gentilezza che, se non avesse visto Harry styles nel suo negozio, forse mai avrebbe avuto.
Me lo dovrei portare dietro più spesso.
Salutammo e uscimmo dal negozio.
- gli occhiali, imbecille- mi affrettai a dirgli, strappandoglieli dai capelli e mettendoglieli sul naso.
- nemmeno un grazie Harry ?- fece lui, dandomi una piccola spinta col fianco.
Risi.
- in effetti, grazie - risposi e gli lasciai un piccolo bacio sulla guancia destra, cosa che gli fece spuntare una fossetta.
Stava facendo buio e al tramonto, con tutte quelle lucine di natale, i turisti e le musiche, Londra era il mio posto preferito, con la mia persona preferita.
Harry mi cinse una spalla, prendendo la busta dove c'era il mio vestito. Mi sarei aspettata un certo disagio in quel gesto, invece , era come se mai nulla fosse accaduto.
- avviamoci verso la macchina, l'ho lasciata in un parcheggio qui vicino - disse, guardandosi intorno.
- come ci hai trovate? - chiesi, avvolta anche io da quel aria natalizia e da quella calma.
- beh veramente- si affrettò a dire - ero qua in giro perché cercavo qualcosa anche io per capodanno e ti ho vista assorta in questo negozietto, per caso - rispose, distrattamente.
- Si, ma intendo - lo incalzai - cosa ci fai qui?-
Passò qualche secondo prima che lui rispose.
- Beh, semplicemente sono venuto per il periodo natalizio -
Da quanto era qui? La mia mente subito chiese, ma io evitai di trasformare quel pensiero in domanda da porre a lui.
- potevi dirmelo- risposi, con tono un po' imbronciato.
Improvvisamente, peró, qualcosa ruppe quella calma. Sentivo che intorno a noi qualcosa non andava, ma non sapevo spiegarmi bene cosa.
Harry forse percepì lo stesso, perchè guardò il suo telefono e poi mi strinse la mano, esclamando " avanziamo il passo "
In quel momento capi: tutti ci guardavano e bisbigliavano, senza avvicinarsi. L'avevano riconosciuto. La ragazza della boutique aveva twittato la foto con lui e ora le ragazze presenti in quell'angolo di Londra, sapevano che Harry styles fosse li.
D'un tratto mi ritrovai a correre con Harry che mi tirava per mano e una piccola calca di ragazze impazzite dietro di noi.
Ci rifugiammo in un vicolo, fortunatamente scampando a quella baraonda.
Affannata, mi appoggiai ad Harry, che si appoggiò al muro.
Quando i nostri respiri tornarono regolari, scoppiammo a ridere.
- mio dio- dissi, sbuffando.
- assurdo, vero ?- chiese lui, felice.
- già, se avessi fatto lo stesso effetto che fai ora alle ragazze del liceo, tutto sarebbe andato meglio. - risposi, estremamente sincera.
- mmm- commentò lui, scettico, alzando il mento - alcune cose sarebbe state uguali -
- tipo?- chiesi, divertita.
- tipo, noi - rispose lui
- andiamo alla macchina, dai- mi affrettai a dire, facendo scomparire in me il ricordo di cosa fosse successo un anno fa, al mio compleanno.
Harry era sparito ed ora, improvvisamente, eccoli qui davanti ai miei occhi, col suo sorriso di sempre, i suoi occhi di sempre e il mio dolore, di sempre.
Non avevamo toccato più l'argomento e, nonostante lo stessi tenendo a distanza, lui faceva di tutto per stuzzicarmi.
Trovammo abbastanza in fretta il parcheggio e, appena in macchina, azionai i riscaldamenti: si gelava, stava iniziando anche nevicare.
Trascorremmo tutto il tragitto ascoltando canzoni natalizie. Ero calma, nonostante sentissi il mio ricordo che premeva per venir fuori, non glielo lasciavo fare.
- forse dovremmo parlare- azzardò a dire Harry, mentre parcheggiava la macchina fuori casa mia.
- ora è tardi - mi accinsi a rispondere, mentre prendevo la busta col vestito e aprivo la portiera della macchina.
Harry mi afferrò per un polso, guardandomi intensamente negli occhi e costringendomi ad abbassare lo sguardo.
- Yve, mi dispiace- disse, sfiorandomi una guancia.
- no- risposi, tenendo sempre gli occhi bassi - non farlo-
- ma perchè- chiese, impaurito dal fatto che io scendessi da quella macchina.
- perché non mi va - dissi, liberandomi dalla sua stretta e uscendo dalla macchina.
La portiera era sempre aperta e tutto quello che Harry disse fu - non ti va, cosa?-
Mi voltai a guardalo e i ricordi che tanto cercavo di tenere lontano, mi invasero.
La notte del mio compleanno riapparve davanti ai miei occhi, così come tutte le volte in quel anno in cui lui era scomparso, in cui io mi obbligai a non pensare a lui.
- non mi va di ricordare- sussurrai temendo quasi che lui non riuscisse a sentirlo.
Chiusi la portiera e mi avviai verso casa, inconsapevole del fatto che non lo avrei più rivisto per altri anni, ancora.

Il giorno seguente Harry era partito, annullando anche il capodanno con la sua famiglia.
E annullando me.
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