10

29 4 0
                                    




Non sapevo proprio cosa aspettarmi da quella serata, Harry aveva detto che sarebbe stata una piccola rimpatriata tra amici, così da avere il modo di salutarli, siccome non ci saremmo visti per un bel po', ma onestamente , si stava trasformando in un vero e proprio party di fine anno.
Louis e Zayn avevano portato quantità di vodka industriali, di tutti i tipi : alla fragola, al limone, alla pesca, liscia, e, ovviamente, avevano portato vari tipi di succhi di frutta da abbinare alla vodka liscia. Faceva schifo berla da sola. Liam si era limitato a portare due bottiglie di spumante, accuratamente sistemate nel frigo, mentre Niall aveva già chiamato la pizzeria quattro volta, lamentandosi dell'attesa che, oramai, durava da quasi un'ora. Benvenuto nel mio mondo Niall, quando andavo in vacanza in Italia per le vacanze estive e ordinavo una pizza, aspettavo, come minimo, un'ora. Nulla di nuovo, quindi. La casa era diventata un vero e proprio mercato : i ragazzi urlavano a destra e a manca, avevano messo del rock come musica di sottofondo e ognuno era intento a fare qualcosa : Niall controllava il frigo e il suo cellulare ogni dieci minuti, Zayn si era seduto in un angolo del salotto con una chitarra e cantava qualche strofa di canzoni con Perrie, Louis fumava fuori al terrazza con El, mentre Liam controllava che nessuno si fosse azzardato ad aprire l'alcol prima dell'arrivo del cibo.

Harry, onestamente, non sapevo dove fosse finito, quando sono scesa dal piano di sopra non mi ha degnato nemmeno di uno sguardo, io ho fatto lo stesso. Dopo un po' è andato al piano di sopra e ancora non era risceso, quindi, forse era in camera sua. Forse aveva letto cosa avevo scritto su quel dannatissimo diario. Al solo pensiero, arrossisco : era uno sfogo, non volevo di certo che lui leggesse quelle parole, ma al momento, sembrava la sola cosa giusta da fare, quindi, per una volta, almeno per una volta, mi sono lasciata andare. Una parte di me voleva che sapesse quanto mi aveva fatta male, e forse, scrivere sarebbe stato più facile che dirgli quelle cose guardandolo negli occhi. Con le ragazze il discorso era finito lì e potevo avvertire un po' di tensione : non sono così, non rispondo male, preferisco sempre quando siano gli altri a ferirmi, forse ci sono più abituata e so gestire la cosa. Odio questo lato di me, odio non saper gestire le cose, ma soprattutto odio non essere capace di ferire chi ha, spontaneamente, ferito me. Quindi di lì a poco sarei andata a parlare con le ragazze. Non perché loro mi avessero ferito di loro spontanea volontà, anzi, sono che io scappo via quando qualcuno s'intromette nella mia privacy, semplicemente perché sono troppo sensibile.

- HARRY'S POV-

Stavo davvero iniziando a stancarmi di questi alti e bassi : prima è dolce, la ragazza che adoro, poi diventa quella stronza acida che tratta gli altri come se lei non avesse sentimenti. E il problema è che so che, di sentimenti, forse ne ha pure troppi, ma questo cazzo di muro che ha alzato contro di me, non vuole che io lo abbatta. Giuro, giuro che ci sto provando con tutte le mie forze, provo a non mettere in mezzo nessun argomento che possa farle del male, provo a essere sempre presente, a sorprenderla, provo a farle capire che ci sono, che ci sarò sempre.
Parliamo sempre di quanto io abbia ferito lei, ma la verità è che nessuno sa di quanto sia stato ferito anch'io, e questa è una verità che, purtroppo, nemmeno lei ricorda.

Sono andato in camera mia perché non ce la facevo davvero più a reggere quella situazione, avevo bisogno di tempo per pensare, così, restarmene da solo per un po' , non è mai stata una cattiva idea. Appena entro noto che la porta è metà aperta, come se qualcuno fosse uscito di fretta da quella stanza.
Yve.
Doveva esserci stata lei. Entro e mi butto sul letto. Stava iniziando a fare buio e potevo ammirare le stelle che, pian piano, stavano spuntando : io ed Yve lo facevamo spesso, quando restavamo a dormire qui, contavamo le stelle fin quando non prendevamo sonno, solitamente, era lei la prima a crollare, io restavo all'incirca dieci minuti sveglio a guardarla, prima di cingerle la vita, affondare il mio viso nei suoi capelli al profumo di pesca e vaniglia e poi crollare.

L I G H T S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora