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E' stata la serata più pazzesca di tutta la mia esistenza, Harry- esclamai, buttandogli le braccia al collo, mentre camminavamo per Piccadilly. Era dicembre, faceva un freddo cane e ad ogni sillabava che fuoriusciva dalla mia bocca si formava una piccola nuvoletta di freddo.
L 'aria natalizia londinese era strabiliante e travolgente: il posto era pieno di luci , di gente, di ragazzi che suonavano ed io e lui eravamo solo due semplicissime persone in quest'immenso, meraviglioso, folle mondo. Era dicembre, era una delle notti più fredde dell'anno; era una serata da favola ed era il mio diciassettesimo compleanno.
Harry aveva fatto in modo di procurarsi i biglietti per una tappa del tour dei Guns n Roses - la mia band preferita, che guarda caso, faceva tappa a Londra proprio il giorno del mio compleanno.
Mi aveva fatto trovare i biglietti quella mattina stessa nella cassetta della posta che papà ed io montammo in giardino, quando avevo sei anni. Erano inseriti in una busta per le cartoline, con un fiocchetto e una dedica " fatti bella per le dieci di stasera, buon compleanno, bambolina".

La serata fu magica : ebbi l'opportunità di parlare con Axl Rose nel backstage, sempre grazie al tipo particolare di biglietti che Harry si era procurato. Era pazzesco, era un sogno, era una favola e tutto grazie a quel ragazzo riccio dagli occhi verdi e le fossette che non faceva altro che migliorare la mia vita. Avevo tutto.

Avevo veramente tutto, pensavo, mentre stringevo forte Harry , il quale nonostante il mio abbraccio, continuava a camminare, rendendoci alquanto buffi, a dire la verità- una ragazzina di diciassette anni avvolta da un cappotto lungo color cammello, una gonna di lana morbida nera a vita alta, un dolcevita rigorosamente nero inserito dentro la gonna, calze nere, calzettoni grigi che arrivano all'altezza del ginocchio e anfibi- che tentava di abbracciare il suo migliore amico, il quale continuava a camminare ,come se lei non fosse lì.

- Andiamo, sbrigati o non faremo in tempo a prendere il taxi- esclamò Harry, prendendomi una mano e iniziando a correre. Più che correre mi stavo facendo trascinare. Ma era andato alle Olimpiadi? Da quando correva così veloce?

- Harry, Harry, aspetta- dissi, lasciando la presa e appoggiando le mie mani sulle gambe stanche. Presi una boccata d'aria e lo guardai divertita.

- Ti muovi, Yve? - urlò, imprecando e venendo nella mia direzione

- Agli ordini capo- dissi, portandomi una mano alla fronte, in segno di saluto militare. Credo.

Iniziammo a correre per raggiungere un taxi dall'altro lato della strada. Harry aprì la portiera per farmi entrare e io mi fiondai nell'auto riscaldata sfregandomi le mani congelate, portandole all'altezza della bocca, per aumentare il riscaldamento.

Dopo che Harry disse l'indirizzo al tizio del taxi, si sistemò sul sedile, levandosi la sciarpa.

- Allora, sei pronta festeggiata?- esclamò, prendendo le mie mani tra le sue e iniziando a riscaldarle leggermente.

-Eh, diciamo- dissi, levandomi il cappotto. Ma era agosto in quel taxi? Qualcuno avrebbe dovuto dire al conducente di abbassare un po' l'aria, sarei diventata un polaretto una volta uscita di lì.

- Sarà fantastico- esclamò , sorridendomi e facendomi perdere in quel perfetto sorriso. Mi piaceva, mi piaceva da morire.

- Già, infatti, vorresti dirmi dove stiamo andando?- chiesi, mordendomi il labbro inferiore.

- Nah- disse, schioccando la lingua - devi soffrire- concluse, passandosi una mano tra i riccioli e intrecciando una sua mano con la mia, posandosela sul ginocchio.
Decisi, così, di accoccolarmi al suo braccio, che mi avvolse, come sempre. Potevo sentire il suo profumo e potevo starmene comodamente tra quelle braccia che erano tutta la mia vita.

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