capitolo 2

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Scendo dal piccolo palco dove fino a pochi secondi prima stavo cantando una canzone di Bruno Mars, e mi avvio verso il bancone del bar, dopo aver spostato solo su una spalla, i miei capelli, ormai rosa, tenuti insieme da una treccia.

In questo locale credo faccia ancora più caldo di quanto ne faccia solitamente qui a Belfast, perciò, ormai con le guance arrossate, decido di uscirne fuori, per fumare una sigaretta.

Oggi avrei dovuto incontrare Michael, dopo diverso tempo che non ci siamo potuti neanche sentire per telefono, lavorando in un negozio di cover per cellulari, in America.

Mi siedo su una panchina al lato della strada mentre continuo a far uscire del fumo dalle mie labbra, preoccupandomi che non scenda troppo la scollatura della mia tutina nera.

"Ashley!" esclama la sua voce, quella di colui che per qualche tempo mi era mancato.

Mi giro verso di lui, per vederlo mentre mi cammina incontro ed allarga le braccia appena vede che sorrido incontrando i suoi occhi glaciali.

"Michael!" esclamo a mia volta allacciando le braccia dietro il suo collo per poi stringerlo a me, inspirando il suo profumo, e potendo toccare quei capelli, che aveva deciso di far tornare mori, tenendo però un piccolo ciuffo azzurro.

"come stai piccola mia?" mi chiede accomodandosi accanto a me, sulla panchina.

Vederlo così felice, vicino a me, mi rende gioiosa, è l'unico che da subito si è preoccupato per me, da quando sono tornata in stanza, dopo essere tornata dall'aeroporto, dove l'ho visto per l'ultima volta.

"non va poi così male, settimana prossima dovrei esibirmi in un altro locale, quello dove lavora Ronald, te lo ricordi? Il rosso" spiego i miei programmi al ragazzo mentre lui non smette di guardare la sigaretta ora tra le mie dita, ora tra le mie labbra.

"si, mi ricordo di lui, è venuto a vivere qui a Belfast?" mi chiede incontrando finalmente i miei occhi.

"si, la sorella sta lavorando a Seattle, ma presto verrà anche lei qui e finalmente potrò vederla, a quanto ho capito vuole organizzare un'uscita a quattro, io, lui, Emma, che poi sarebbe la sorella, ed il fidanzato di lei, ma sinceramente non ho poi così tanta voglia di andare" spiego al mio amico dopo aver buttato la cicca della sigaretta, ormai terminata.

"come mai?" mi chiede sospirando, dopo aver notato della cicca a terra.

Non capisco cosa gli dia talmente fastidio de vedermi mentre fumo.

Jade è morta per colpa del troppo fumo.

Mi ricorda la mia memoria, ma non mi interessa, non tutti quelli che fumano sono destinati a morire di tumore ai polmoni.

"non sono molto in vena di vedere delle coppiette che si sbaciucchiano, mi fa venire il volta stomaco" sintetizzo quello che sarebbe stato un lungo discorso, con sempre lo stesso fine, sto ancora cercando di dimenticarlo.

"aspetta" mi ordina Michael sporgendosi di poco per riuscire a vedere una figura dietro di me.

"cosa stai facendo?" gli chiedo cercando di girarmi, ma la sua mano me lo impedisce.

"c'è Malik" afferma abbassando il tono di voce.

"cosa?" urlo ed i suoi occhi si sgranano.

Cosa diamine ci fa Zayn qui?

Lui dovrebbe essere a casa sua a Londra!

"non urlare, c'è Zayn Malik a pochi metri di noi, che parla amichevolmente con un tipo mentre sorseggia qualcosa che non riesco a capire essendo sera" mi schiarisce le idee il moro lanciando in continuazione occhiate dietro di me.

"andiamo via, non voglio vederlo" affermo e lui annuisce tirandosi in piedi.

Nonostante il professore abbia sempre cercato di scusarsi in tutti i modi possibili, non sono mai riuscita a perdonarlo completamente per ciò che ci ha fatto.

"aspetta, devo andare dal proprietario per prendere i soldi" blocco Michael guardandomi in torno, per cercare l'uomo a capo del locale, di cui non ricordo neanche il nome.

Lo trovo, dopo qualche secondo passato a girarmi su me stessa, mentre parla con Zayn.

Oh, ma andiamo!

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