capitolo 6

73 7 0
                                    

Una morsa allo stomaco mi assale solo al ricordare delle sue labbra sulle mie, del suo sapore e della sicurezza che mi trasmetteva attraverso questi piccoli gesti normali attraverso una coppia, ma sempre spettacolari e mai paragonabili se fatti da lui.

"le persone cambiano" affermo dipingendo un sorriso amaro sul mio volto, guardandolo con la coda dell'occhio, mentre mi sistemo meglio sulla sedia.

Non capisco perché sia voluto uscire, che mi voglia parlare? Oppure vuole semplicemente fumare una sigaretta?

Inutile dire che mi ha riconosciuto, e mi ha collocato all'interno della sua vita.

"ti sei ricordata di..." interrompo la sua parola prima che sia troppo tardi e possa pronunciare quel nome che ormai non nomino da quel giorno in cui se ne andò, da quel momento in cui lui è sparito dalla mia vita per non farvi più ritorno, e mi sento stupida a ricordare quella nottata in cui parlando con lui immaginavamo un nostro incontro nel futuro, come se ci sarebbe mai stato un nostro nuovo rincontro.

"non provare a dirlo, ormai è finita, non serve a niente ritornarvi sopra, è solo un giro inutile" affermo alzandomi dalla sedia per tornare dentro al ristorante, ormai a sigaretta finita e schiacciata successivamente dal mio piede.

La mano di Louis afferra il mio braccio e mi costringe a fermare la mia camminata verso l'entrata della sala.

"se pensi che convincerti di esserti dimenticata di tutto, di quello che siete stati, delle tue lacrime, dei continui occhiali da sole, delle notti passate a piangere in balcone, davanti la fontana, o sotto il dormitorio maschile, della tua voglia di eliminare tutte le sue foto controvoglia, per poi piangere una volta buttato tutto nel cestino, sia veramente dimenticarsi della vostra storia, in cui esistevate solo voi due, i vostri sguardi e scherzi, stai sbagliando..." le sue parole fanno sì che ormai tutte le lacrime che tenevo dentro si riversassero sulle mie guance, ormai avendo capito di non dovermi vergognare di piangere e sfogarmi davanti a lui, lo avevo già fatto inconsciamente.

"e sai cosa mi dimostra questo?" mi chiede dopo poco, abbastanza da far affievolire il suo sguardo su di me, e di poter rivedere la sua dolcezza sei suoi occhi e non più autorevolezza.

Scuoto la testa, non avendo la voglia e la possibilità di parlare e per spingere lui a farlo al mio posto.

"il fatto che con delle semplici frasi ti abbia fatto scoppiare a piangere" sussurra stringendomi a sé.

Un abbraccio, tutto quello di cui avevo bisogno, tutto quello che mi era mancato in questo tempo in cui tutto sembrava ricondurmi a lui.

La mia famiglia quando mi vide alla porta il giorno dopo essere stata promossa a gli esami si stupì, convinta che sarei rimasta a Londra per lui, nessuno sapeva che in realtà tutto era finito molto tempo prima...

"sh...non piangere okay? Come procede la tua vita?" cerca di tirarmi su il morale lo stesso che me lo aveva atterrato.

"mi hanno detto che vuoi diventare cantante" prova a fare discorso ma ormai sono irrecuperabile e decido di staccarmi da lui per sistemarmi nel miglior modo e tornare dentro al ristorante per mangiare la cena.

"come ti senti?" mi chiede Ron approfittando della momentanea distrazione della coppia.

"uno schifo e non vedo l'ora di andarmene, ma non preoccuparti, sto così da due anni ormai" affermo fredda, facendolo rimanere male, e pentendomi poco dopo di averlo trattato così, non lo merita ed ho sbagliato.

"scusami" sussurro poco dopo, terminando finalmente di mangiare, ed aspettando con molta ansia la fine della serata.

Voglio solo andare a casa mia e addormentarmi in tutta tranquillità con mio cugino Allen.

Mi sforzo a parlare per tutta la sera e continuo a fingere di stare bene e che la mia vita sia fantastica, quando in realtà non è così assolutamente e vorrei sprofondare come fanno gli struzzi con la loro testa.

Tutto quello che è accaduto questa sera mi ha scombussolato, come possono essere riusciti a tirarmi fuori tutto quanto in così poco tempo?

Per quanto mi riguarda ho dimenticato tutto da ormai molto tempo...eppure sembra abbia ragione Louis, mi sono solo convinta di averlo dimenticato ma non l'ho mai fatto realmente.

Non ho mai finto di essere qualcun altro per così tanto tempo, e questa farsa non mi sta piacendo, devono far finire questa cena il prima possibile se non vogliono che mi alzi in piedi e me ne vada con la stessa tranquillità con cui mi sono messa a sedere.

Ormai sono satura e devo pensare a tutto quanto quello che è stato rispolverato e sembrava sepolto come capitolo della mia vita, quelle pagine che avevo cercato di strappare dal mio libro ma con delle piccole parole magiche sono state attaccate nuovamente e hanno scatenato in me quella Ashley che avevo cercato di cambiare, oscurare, mutare, o comunque rendere più forte e meno attaccata alle persone, è sempre stato un mio difetto, mi affeziono troppo in fretta alle persone e poi quando queste se ne vanno sto male, ma è la prima volta che questo accade per due anni.

Quando paghiamo il conto e ci alziamo dal tavolo involontariamente un sospiro esce dalle mie labbra e saluto tutti con la scusa che mio cugino fosse solo a casa e con la febbre, cosa assolutamente falsa dato che ci sono i miei zii, l'altro cugino con la sua fidanzata e Allen sta meglio di tutti messi insieme ora che si sente con Olivia.

"Ash?" sento la voce di mio cugino richiamarmi appena varco la soglia della porta di casa e la richiudo alle mie spalle.

La luce in salone è accesa e probabilmente la sua voce proviene dal divano dove, come tutte le sere, si stava addormentando con la televisione accesa, un vizio che ha sin da piccolo, dice che gli fa compagnia...e non lo metto in dubbio.

"si, sono io Al" sorrido istintivamente al vederlo disteso con solo un paio di pantaloncini sportivi indosso e con il cuscino in faccia, a coprire il suo volto ed i suoi capelli biondi leggermente lunghetti che gli ricadono sulle spalle.

Mio cugino batte la sua mano per due volte sul suo petto, per invitarmi a stendermi, e dopo aver tolto le scarpe a averle lasciate ai piedi del divano, lo accontento stendendomi su di lui e lasciandomi cullare dalle sue braccia, che sembrano essere fatte apposta per tenermi salda a lui.

FadedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora