capitolo 20

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Non rimango sorpresa della sua frase, dopo tutto, neanche io avrei mai immaginato di poter un giorno frequentarmi con il professore che il primo giorno di scuola mi aveva sbattuto fuori assieme alla mia, a quei tempi, migliore amica.

È davvero molto tempo che non sento Willow e non le chiedo come sta andando, l'ultima volta che ci siamo sentite risale a forse un anno fa o poco più, abbiamo smesso di cercarci a vicenda con molta tranquillità, il tutto è stato molto naturale e mai forzato.  Mi sono distaccata io quando lui è sparito, ma poi anche lei ha fatto la sua parte ed ha deciso di sparire dalla mia vita.

Tutto quello che vi era prima piano piano sta scomparendo, prima lui che parte, Jade muore, Willow, i professori, ed infine i miei genitori, tutti coloro che ho amato veramente e che mi hanno aiutato a stare in piedi per tutto questo tempo sono spariti, come se adesso non avessi più bisogno di qualcuno che mi aiuti per superare gli ostacoli, posso farcela da sola, posso affrontare la mia vita da sola.

"come mai? Sono così male?" gli chiedo riprendendo a camminare al suo fianco mentre piano il sole inizia a scivolare nel cielo lasciando spazio alla luna e con lei le sue stelle.

"no. Mi piaci adesso, ma prima non pensavo fossi così una bella persona. Pensavo ti credessi la padrona del mondo e che schifassi qualsiasi tipo di persona, poi con il tempo ho capito che in realtà eri semplicemente fantastica, già durante l'anno ho cercato di conoscerti meglio, ma poi ti sei fidanzata con lui e ho preferito stare al mio posto di professore. Adesso però, non abbiamo di mezzo nessuno" mi spiega guardandomi con la coda dell'occhio e pizzicandomi il fianco nel finire la frase.

La sua vicinanza mi fa dimenticare del resto, delle cattive notizie, dei problemi e delle incomprensioni, lui è tutto quello che mi serviva da tempo.

Non è un tipo espansivo come lo può essere Louis, non ama parlare e raccontare di se, ma se si fida di te puoi stare certa che ti tratterà come una principessa.

"e cosa intendi dire con questo?" gli chiedo con un ghigno sul volto, facendo avvicinare i nostri volti, fermandomi nuovamente dalla nostra camminata, una volta giunti nei pressi di un ristorante.

"intendo dire che adesso non ho più biondi irlandesi di mezzo che ti allontanano da me e stupide circolari di una vecchia che non vede un uomo da un secolo e mezzo" afferma prendendomi per i fianchi e facendo scontrare le nostre labbra ancora una volta, l'ennesima della giornata.

Una volta calata la sera decidiamo di entrare in un fastfood per mangiare qualcosa di veloce e che ci permetta comunque di non calare nell'imbarazzo del primo appuntamento, che per la cronaca penso sia stato fantastico.

"cosa farai domani?" mi chiede mangiando una patatina, aspettando che il suo panino si raffreddi.

"non saprei, penso che mi preparerò per la serata, canterò in una caffetteria e poi il giorno dopo mi esibirò nuovamente al locale dove lavorate tu e Ron, a quanto pare, un discografico ha detto di volermi sentire ancora una volta" gli spiego prima di dare un morso al mio panino.

Ho decisamente molta fame, dopo tutte le volte che ho vomitato in questi giorni il mio stomaco è ormai completamente vuoto e penso che mangerei qualsiasi cosa mi venga messo davanti.

Passiamo qualche secondo in silenzio, interrotto da una mia risata quando noto che Zayn si è sporcato con la salsa del panino all'angolo della bocca.

"sei sporco qui" gli faccio segno con un dito indicando su di me la parte del volto in cui vi è la salsa.

Lui smette di mangiare e mi porge il suo fazzoletto per farla togliere a me.

Questo suo modo di comportarsi così d'amico con me e non come una ragazza che ha appena conosciuto mi fa pensare che lo faccia con tutte le ragazze ed al solo pensiero un velo di rabbia si impossessa di me.

Afferro il fazzoletto e ne prendo solo un angolo prima di togliere i residui di salsa dalle sue labbra, prima di lasciarvi un piccolo bacio.

"grazie piccola" mi sorride continuando a mangiare con me fino a finire il suo panino.

"canterai le stesse canzoni che hai cantato da noi ieri?" mi chiede quando stiamo uscendo dal fastfood, riprendendo l'argomento che stavamo affrontando a gli inizi della nostra cena.

"domani si, ma quando tornerò da voi porterò altri brani" affermo sorridente del fatto che si interessi a me.

"mi sono reso conto di sapere poco sulla tua famiglia, raccontami dei tuoi genitori, come si chiamano, che lavoro fanno, in che rapporti siete" mi chiede stringendomi la mano.

Alle sue parole i miei occhi tornano lucidi e passa poco prima che io non riesca a trattenere le lacrime e queste si riversino sulle mie gote.

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