capitolo 28

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Ora però, datemi quell'altro.

"va bene, tutto chiaro" sospira, sedendosi, finalmente, sul divano.

"cosa gli dirai?" mi chiede poco dopo, tempo che aveva impiegato per calmarsi.

Manco fosse lui il padre...

"non lo so, andrò di getto, tanto ormai faccio solo quello" affermo per poi sospirare e poggiarmi con la schiena contro lo schienale del divano, molto più comodo di quello che avevamo a casa.

Più passano i secondi più l'arrivo di Zayn si avvicina, ormai manca poco, dovrebbe suonare a momenti, ma sento che l'ansia ancora non arriva, e sento che mi arriverà tutta di un botto quando le sue dita suoneranno al campanello, e questo sarà ancora peggio dato che tutto questo tempo che ho impiegato a calmarmi andrà in fumo completamente e avrò sprecato solo forze e tempo.

In un momento di più totale silenzio, solo un suono riecheggia per le pareti dell'abitazione, il suono del campanello.

"oh no" sussurra Oliver mentre io con lo sguardo sono fissa alla porta, come se questa si potesse aprire da sola da un momento all'altro.

"bene, io vado, mi raccomando, sii forte" afferma, poco, deciso il ragazzo che sarà al mio fianco ancora per poco.

Annuisco decisa dirigendomi a passo svelto verso la porta d'ingrasso mentre Oliver si incammina con tranquillità e finta disinvoltura verso la sua camera da letto, che poi sarebbe la nostra.

Apro l'uscio trovandomi davanti il mio ragazzo, con una maglietta nera con un teschio ed un paio di skinny neri che nel suo look non sono mai mancati, e mai potranno mancare. Il suo ciuffo ricade in modo ordinato al lato del suo volto, tenuto insieme da un leggero strato di gel. Il suo sguardo mi scruta con un leggero sorriso sul volto.

"ciao piccola" mi saluta portando il suo sguardo finalmente al mio e li incatena per quello che sembra tempo infinito mentre piano si avvicina a fa unire le nostre labbra in un semplice bacio.

"ciao, entra" gli sorrido spostandomi di poco verso la porta, da me tenuta con le mani, mentre con la testa gli faccio un cenno.

Il moro si incammina verso il grande salone, sorpreso di vedere così tanti libri.  nonostante sia già entrato in casa, non l'ha fatto per tanto tempo, giusto pochi minuti, in cui non ha mai avuto tempo per guardare con accuratezza tutto quello che vi è al suo interno.

"siete tu e Oliver?" mi chiede ad un tratto, fermo, davanti ad un mobiletto.

Mi avvicino a lui e guardo la foto che mi ritrae su un lettino d'ospedale, leggermente dormiente, ed Oliver che mi bacia la mano ricoperta da alcuni cavi.

"si" affermo toccando la foto, non pensavo avessero voluto tenere una foto triste come questa. Avevo fatto un incidente, ero in macchina con un paio di amici di cui neanche ricordo il nome e ad un certo punto un auto, guidata da un ubriaco, ha cambiato corsia venendoci incontro, fino a prenderci in pieno.

Nonostante mi trovassi nel sedile davanti me la sono cava abbastanza, non ho riportato gravi danni, mi sono rotta una gamba, ma nulla di più di qualche altro graffio qua e là. Il ragazzo alla guida, un mio buon amico di allora, è deceduto in ambulanza, l'altro, che in realtà era più amico dell'altro ragazzo, è andato in coma dopo aver sbattuto la testa, ma credo che adesso sia vivo.

"un incidente" spiego in sintesi al mio fidanzato che mi guardava con sguardo corrucciato, alternando gli occhi tra me e la foto, come per chiedermi spiegazioni.

Dopo aver guardato un altro paio di foto, tra cui una mia in costume che avevo dimenticato fosse lì, ci sediamo sul divano e capisco che è arrivato il momento di parlare.

"Zay...se ti ho fatto venire qui oggi c'è un motivo" esordisco attirando la sua attenzione e facendo spegnere il suo sorriso.

Probabilmente ha già capito che questa non sarà una bella notizia, che poi, dipende dai punti di vista...

Chiudo gli occhi prendendomi pochi secondi per pensare a come dirglielo, dovrei provare con una frase d'effetto dato che a lui tanto piacciono, ma in mente ho solo il modo tranquillo e semplice, oltre che banale, che usano tutte le donne.

Decido di seguire il mio istinto mentre sento il suo sguardo bruciare su di me e lo posso immaginare mentre si morde il labbro ripetutamente, come fa tutte le volte che è in ansia o apprensione.

"sono incinta" affermo sicura aprendo di botto gli occhi ed incatenandoli ai suoi nocciola.

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