capitolo 24

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In fin dei conti non mi sembra abbia detto cose spropositate, una giornata normale.

"va bene, ma i tuoi genitori?" gli chiedo ricordando che la casa in cui vivo non è la mia.

"il 18 è il loro anniversario, gli regalo un viaggio di una settimana e ce li siamo tolti di mezzo, così tu puoi far rimanere a dormire Zayn e io Uilliam senza problemi" mi spiega Oliver come se il suo piano fosse il più normale e classico al mondo.

Penso che nella sua mente abbia già programmato il 20 alla perfezione e che non aspettasse altro che oggi per potermene parlare.

"si, insomma, non fa una piega" sorrido pensando a quanto nella mia vita posso essere stata fortunata a trovare persone splendide che mi hanno sempre aiutata a sollevarmi dalle cadute.

"bene, ora vado a prendere il blocco di fogli visto che la cosa è lunga, tu pensa a chi invitare alla festa" mi ordina, ma in modo gentile, mentre si alza dal divano e si dirige verso una cassettiera su cui poggia un grande specchio.

Ci sono diverse persone che vorrei invitare alla mia festa, molte delle quali per risanare il rapporto e con altre per stringerlo proprio, comunque, non penso che arriveremo mai al numero di persone che avrebbe invitato Thomas Parker, partendo poi dal fatto che lui quando faceva le feste non invitava mai un numero ristretto di persone, bensì tutto il college e più o meno tutte le famiglie di questi.

"bene, allora, prima di tutto, la festa la facciamo nel salone?" mi chiede impugnando la penna e mettendo il foglio in posizione orizzontale, probabilmente per disegnarvi in modo molto impreciso la pianta del soggiorno.

"no, in bagno...certo che la facciamo qui" affermo deridendolo e lasciandomi scappare una leggera risata.

"ahahah no. In queste cose non si ride, sto facendo come Enzo Miccio quando prepara i matrimoni, solo che sto preparando la tua festa di compleanno quindi mi vedrai andare in giro a sgridare il fioraio perché non ha messo l'acqua ai fiori lungo la navata" parla sicuro delle sue parole il mio migliore amico facendomi trattenere a stento le mie risate per la sua stupidità.

Non capisco ancora come lui possa conoscere i programmi italiani quando qui siamo a Belfast...

"bene, allora, più o meno tutte le pareti sono ricoperte da librerie e scaffali, tranne la parte della televisione, perciò quella parte direi di lasciarla libera e di mettere invece i tavoli con qualcosa di particolarmente fragile nel ripostiglio, essendo vuoto, e di spostare il divano e le varie poltrone in questi punti lasciati vuoti, così che qui al centro l'area occupata dalla pista da ballo sia molto più ampia e qui sembri una reggia, e per gli ubriachi che si drogano che faranno il gioco della bottiglia riserviamo gli angoli e non disturberanno chi balla" mi spiega il castano mentre disegna sul foglio tutte le sue parole ma sotto forma di disegni abbastanza comprensibili ma accurati come quelli di un bambino di 2 anni.

Ha sempre amato organizzare delle feste, o comunque organizzare qualsiasi cosa, si diverte nel mettere tutti d'accordo su cosa fare e si sente importante nel capire di aver magari portato tutti in un determinato posto, ed è per questo che l'ho lasciato sempre fare come più gli è piaciuto per tutti i concerti a cui siamo andati insieme.

"si, è perfetto così Oli" gli sorrido guardando come concentrato prova a pensare a qualsiasi particolare.

"bene, la location l'abbiamo scelta, adesso, la cosa più importante, la musica, chi chiamiamo come dj che ci può mettere la musica?" mi chiede picchiettando la penna sotto il suo mento.

Provo a pensare in modo veloce a tutti i miei contatti per trovarne almeno uno che se ne intenda in questo campo o che almeno potrebbe conoscere qualcuno.

"Xavier Campbell fa il dj alle feste come lavoro, potremmo chiamare lui" propongo ad Oliver.

Xavier era il ragazzo del college a cui Willow pensava piacesse Danielle, confondendolo con il gemello, fidanzato di quest'ultima.

"giusto, provo a chiamarlo!" esclama il castano prendendo il telefono ed iniziando a scorrere nella sua rubrica cercando il nome del ragazzo.

Fortunatamente non gli risponde dopo molto ed i due iniziano a parlare tranquillamente.

Da quello che riesco a capire, il biondo non sembra avere problemi, e le mie ipotesi si confermano nel momento in cui il mio migliore amico chiude le chiamata con un grosso sorriso vittorioso sul volto.

"perfetto, verrà e non si farà pagare" affermo orgoglioso del lavoro svolto.

"grande!" esclamo abbracciandolo.

Non c'è nulla da fare, è il migliore, non potrei desiderare un migliore amico meglio di lui.

"bene, adesso, tu sei incinta e non puoi bere alcolici, ma tutto il resto degli invitati può anche collassare sul pavimento per quanto mi riguarda, basta che dopo mi aiutate a buttarlo in un cassonetto qui fuori, quindi, chi porta gli alcolici?" mi chiede battendo la penna ma questa volta sulla mia pancia.

"chi lo portava sempre al college: Ashton, Luke, Michael e Calum" rispondo ovvia.

Loro quattro si sono sempre occupati del far divertire tutti a ogni festa non programmata dalla scuola, in quel caso si tenevano tutto per loro e, come per la festa di inizio anno di quello che poi per noi era l'ultimo, per persone a loro care, come me.

"brava ragazza, faccio subito una telefonata a Luke così avverte gli altri tre" mi informa.

Sono fermamente sicura che il suo telefono finirà il credito molto presto se continuerà a telefonare per tutto il resto della giornata.

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