capitolo 29

40 7 2
                                    

Il suo sguardo sembra impassibile, come se le mie parole non gli fossero arrivate, per un attimo penso addirittura di non aver parlato ma poi le sue palpebre sbattono ripetutamente e sembra risvegliarsi dal suo stato di tranche.

"tu sei cosa?" mi domanda alzando notevolmente il tono della sua voce e con quello il corpo dal divano.

Alcuni secondi in silenzio, non voglio ripetere, so che lui ha capito perfettamente le mie parole, ha bisogno di ragionarci.

"e chi è il padre?" mi domanda ancora piegando la schiena verso di me.

L'ansia ha lasciato lo spazio alla paura, paura di lui.

"sei tu Zayn! Sei tu il padre!" esclamo a mia volta dopo essermi fatta coraggio ed aver ripreso tutte le mie forze.

Non mi faccio mettere i piedi in testa da lui, perché è per colpa sua se ora mi ritrovo così.

"sono io?" mi chiede boccheggiando.

Vorrebbe parlare ma la voce non esce dalla sua gola.

Annuisco mentre i miei occhi diventano lucidi, mi ero promessa di non piangere ma a quanto pare non sono in grado di mantenere questa promessa.

"quella volta nell'hotel?" mi chiede calmandosi e passandosi ripetutamente la mano nei capelli.

Annuisco sedendomi con le gambe incrociate, cercando di non piangere per le forti emozioni provate negli ultimi pochi minuti.

"è stata l'unica volta Zayn" gli ricordo e lui annuisce tornando a sedersi accanto a me.

Il suo sguardo ancora incredulo, non riesco a capire se sia felice della notizia, insomma, a 25 anni diventare padre non dovrebbe essere tanto un problema, quella che ha 20 anni qui sono io.

Il suo respiro piano si regolarizza ed io non riesco a leggere i suoi occhi, essendo serrati dalle sue palpebre.

In fin dei conti non l'ha presa poi così male, mi aspettavo molto di peggio nella mia mente.

"quando l'hai scoperto?" mi chiede con voce molto calma, tenendo ancora gli occhi chiusi e cercando di fare respiri profondi per cercare di calmarsi e tornare il solito Zayn.

"ieri in tarda mattinata" affermo subito dopo guardando verso il mio ventre ancora leggermente scossa.

Il moro piano apre gli occhi e sento il suo sguardo scrutarmi mentre continuo a guardare verso le prime cellule del nostro bambino.

Il suo respiro è ormai tornato stabile e lo sento avvicinarsi a me maggiormente mentre continuo a stare immobile e a cercare di studiare i suoi movimenti.

"posso?" mi chiede avvicinando la sua mano alla mia pancia e piegandosi leggermente verso di me con la testa.

Annuisco alzando la testa trovando il suo un gesto molto dolce e capendo che se vuole fare un'azione come questa, deve aver accettato tutto questo.

L'osservo mentre compie movimenti circolare con la mano sul mio ventre, accarezzandolo, con sguardo amorevole nei confronti della piccola creaturina.

"ciao peste" sussurra poco dopo non staccando mai gli occhi a la mano da me.

Corrugo le sopracciglia pensando che sia riferito a me quel saluto, ma poi mi ricordo del bambino e sorrido verso quello che spero sarà un buon padre.

"sono il tuo papà..." sospira il moro con un leggero sorriso sul volto

Le mie aspettative di lui che si alza dal divano e distrugge tutto, oltre che me, erano sbagliate, e forse, molto infondo, è felice di avere un bambino con me, magari lo avrebbe preferito tra un po di tempo e con delle fondamenta stabili per costruire poi una famiglia, ma il fatto che sia arrivato così all'improvviso mi ricorda la nostra storia, come lui, Zayn è arrivato all'improvviso come nuovo professore all'inizio dell'ultimo anno di college e come ciò, anche la nostra simpatia reciproca dato che all'inizio solo odio scorreva nelle nostre vene nel vederci nei corridoi o mentre avevo le sue ore.

"sai, la tua mamma mi ha appena detto che ti sta aspettando, ed ora avrò ansia per i prossimi 8 mesi perché ho poca pazienza ed odio dover aspettare, quindi sembreranno essere due le donne incinte in casa" spiega il moro alzando gli occhi verso di me con uno sguardo da sapiente, ma comunque divertivo dalle sue stesse parole, come me del resto che non riesco a trattenere una risata al pensiero della frase che vorrei tanto dire, ma non voglio interrompere il momento padre e figlio che si sta creando.

'più che altro una donna incinta e una mestruata'

"sarò sincero, la notizia che tu nascerai, relativamente, presto, mi ha scosso molto, mi aspettavo che tu arrivassi tra un po più di tempo, magari addirittura tra un paio di anni, ma non posso essere triste del fatto che sarai il frutto mio e di una splendida donna che è Ashley. Lo sai piccolino, non adoro parlare, come il mettermi a nudo con le persone, ma il fatto che tu sia qui, nella pancia della mia piccola, è uno stimolo in più per parlare nuovamente con la mia famiglia e per parlare loro di Ashley e viceversa, e soprattutto, la tua nascita, sarà il gesto che spiegherà ad Ash quanto io la ami nonostante non sia mai riuscito a dirglielo..." parla il moro, dimenticandosi forse della mia presenza, essendo ormai completamente preso dal piccolo all'interno della mia pancia e non notando il fatto che una piccola lacrima solitaria mi ha rigato il volto durante le sue parole, ma non di tristezza, ma di commozione, perché con queste poche frasi mi ha fatto capire quanto lui ci tenga a me ed in un certo senso ha confessato di amarmi, in realtà si è confessato con il piccolo, ed è come se io avessi origliato dallo spioncino della porta, ma forse, l'ha fatto apposta, così che io lo sappia senza che lui me l'abbia detto apertamente.

FadedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora