Sixteen

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Quando faccio ritorno nella mia camera,dopo neanche cinque minuti che sono stata via,mia madre è scomparsa ed il mio telefono è spento sul letto. Perché ?

Riprovo a chiamare Shawn,ma lui dopo neanche due squilli,manda occupato.
Evito di richiamarlo,magari starà facendo ancora in riunione e semplicemente non può parlare perché è impegnato.
Ma perché mia madre non mi ha detto nulla? Perché ha chiuso la chiamata con Shawn senza avvertirmi?
Possibile che sia successo qualcosa in cinque minuti?
Ma cosa può essere successo? O cosa può aver detto mia madre a Shawn?
Situazioni come queste,in me non fanno altro che causare panico.
In questo momento,nella mia testa ronzano mille pensieri.
Logicamente quello che più mi spaventa è l'idea di poter perdere Shawn.
Ho sempre saputo che questa cosa non sarebbe potuta durare chissà quanto,ed è anche per questo che inizialmente ho esitato un po',ma la mia felicità in quel momento persuadeva e sovrastava ogni paura. Adesso è il contrario.
Cosa diamine potrà mai essere successo?
Evidentemente oggi deve essere una di quelle giornate di merda,nella quali tutto è contro di te. Sembra quasi che tutti gli dei di tutte le culture e religioni possibili,oggi,abbiano qualcosa contro di me.Ma cosa avrei potuto fare di tanto sbagliato da farmi punire così?

Decido di distrarmi un po' leggendo la saga di Anna Todd,'After'.
Non so,ma questi libri mi hanno sempre presa un sacco.
Hardin e Tessa mettono molta ansia con i loro strani problemi da post-adolescenti in preda agli ormoni, ma a volte fanno dei discorsi che mi toccano nel profondo.
Hardin dice a Tessa cose che davvero ti sciolgono. Si,lui è il classico Bad boy senza sentimenti,ma appunto per questo,certe parole ti riempiono il cuore. Ogni volta che trovo bei discorsi o belle frasi le evidenzio e le segno su un quaderno che dedico alle più belle citazioni trovate nei miei libri o nelle canzoni che ascolto.
Proprio come adesso. Il tempo di prendere una penna e trovare una pagina bianca che sono sulla mia scrivania a scrivere.

Ogni volta che uso questo quaderno mi metto a sfogliarlo e a leggere le citazioni scritte in precedenza. Come è possibile che ogni volta che le rileggo sento le stesse emozioni della prima?

Sono più ordinata su questi fogli che nei miei quaderni di scuola. Qui ogni angolo è curato:scelgo appositi colori,appositi stili ortografici,appositi disegni...è il quaderno della mia vita e deve essere curato. Questo quaderno racchiude me e tutti i miei stati d'animo da quando ho iniziato a scrivere ad oggi.

Chiudo il quaderno per poter continuare a leggere ma proprio mentre sto voltando l'ultima pagina noto che ne manca un pezzo. Sembra strappato e di certo non sono stata io. Non strapperei mai questo quaderno. Fortunatamente quella pagina è vuota altrimenti non so cosa avrei potuto fare.

"Si si..è in camera sua. No,non le dirò nulla." Credo che mia madre stia parlando al telefono,e credo anche che stia parlando di me. Insomma,siamo solo io e lei in casa,e solo io posso essere nella mia camera ignara del suo discorso con qualcuno dall'altra parte della cornetta. Logicamente sta parlando di me,ma con chi?
I muri tra la mia camera e la sua sono troppo spessi per farmi capire esattamente quello che sta dicendo così esco fuori la porta ed inizio ad origliare alla sua che è ben chiusa.

"Ma ce la fai solo in due giorni? Puoi fare con calma...Oh. Ti ringrazio così tanto. Non so cosa sarebbe successo senza di te...No non mi ha chiesto nulla...ho visto che stava leggendo. Non sap.."

Proprio mentre la conversazione con il tizio misterioso si stava facendo intrigante,io per cercare di ascoltare meglio mi sono avvicinata un po' troppo e non avendo calcolato il poco spazio che era rimasto tra la mia tempia ed il legno bianco,ho battuto la testa.
Dopo il tonfo,mi massaggio il punto dolorante e sussurro qualche imprecazione.

"Aspetta...ti richiamo tra poco" Sento mia madre alzarsi dal letto sul quale evidentemente era seduta,e venire verso la porta.
Ho avuto appena il tempo di correre in camera che lei era già in corridoio e poi nella mia stanza.
"Medleen hai bisogno di qualcosa?" Mi chiede scrutandomi per bene da capo a piedi.
"No mamma,perché?" Ho una penna tra i denti ed il mio libro preferito sotto gli occhi,sarò credibile?
Lei continua a guardarmi senza dire nulla. Poi esce dalla mia stanza e torna nella sua chiudendo nuovamente la porta.

Dopo vari secondi di silenzio la sento continuare la conversazione che qualche minuto fa aveva lasciato in sospeso.
"Si scusami ma avevo sentito uno strano rumore e pensavo che Medleen fosse alla porta ad origliare"
Bene Medleen,non hai affatto un futuro da agente segreto.
Fortunatamente mia madre quando parla al telefono ha un tono della voce alquanto alto senza rendersene conto,ma non credo che riuscirò a capire tutto lo stesso.

Infatti i successivi venti minuti non capisco granché se non la parola "aereo" ripetuta nella conversazione almeno una cinquantina di volte.
Infine sento aprire la porta e vedo mia madre uscire in corridoio.

"Facciamo una cosa,esco a fare la spesa e ti chiamo quando sono al supermercato...ciao" dopodiché attacca la chiamata e si infila le scarpe senza fare uno strappo in bagno per risistemarsi il make-up,cosa che solitamente fa sempre.
Esce urlandomi un "vado a fare la spesa,torno per cena".
Da quando mia madre impiega più di tre ore a fare la spesa?

Non voglio perdere altro tempo riflettendo su cose inutili. Già sto abbastanza male con i miei pensieri.

Il mio stomaco brontola ricordandomi di non aver mangiato a pranzo.
Chiudo il mio libro e lo ripongo nello scaffale.

Scendo le scale saltellando ed entro in cucina come una superstita che non mangia da giorni.
Non so,forse tutto ciò che è accaduto oggi mi ha solo causato un sacco di stress ed ora ho bisogno di rifugiarmi nel cibo.

Quando apro il frigorifero lo trovo più che ben fornito,con leccornie in ogni ripiano. Perché mia madre è andata a fare la spesa allora?
Faccio spallucce anche se nessuno può vedermi e recupero il latte dall'angolino in fondo al frigo.
Apro il cassetto dove ci sono tutti i biscotti di questa casa ed alzandomi leggermente sulle punte afferro le mie amatissime gocciole.
Verso il latte nella tazza rosa che era di fianco al lavandino e ci butto dentro qualche biscotto deforme.
Inizio a giocare con il cucchiaio facendoli affondare e riemergere.

Torno a fare un riepilogo della mia giornata:La scuola deserta,Lorenzo nel bagno,Shawn e la chiamata,mia madre in un altra chiamata ed ora che esce a fare la "spesa" anche se in casa c'è di tutto.
Ma che diamine di giorno è oggi? "Fate venire i colpi al cuore a Medleen"? Bhu,se davvero fosse così,meglio scriverlo sul calendario dell'anno prossimo in modo da prepararmi psicologicamente tempo prima.
Vorrei solo capire perché tutto questo mistero con le chiamate e perché mia madre abbia paura che io la sentissi. E poi perché diamine ha detto tutte quelle volte la parola "plane"?

Solo ora,rimettendo in ordine i miei pensieri,mi rendo conto di aver origliato quasi un intera conversazione in lingua inglese.
Mia madre parla inglese con pochissime persone:solo con i miei nonni,sia paterni che materni,e mio padre.
Con ognuna di queste persone è strutturabile una conversazione che parli di aerei,ma ora con chi stava parlando?
Bhe,almeno adesso so che non c'è da preoccuparsi ed ora che il campo è ristretto a queste persone sono molto più tranquilla. Ma resta sempre il fatto della spesa. Dove sarà andata mia madre e cosa farà per le prossime tre ore?

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