Trint

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-L'ho trovato!- Poche parole accesero gli occhi di Sam: voleva almeno risolvere la faccenda con quel verme di ragazzo che aveva osato incolpare Jenna. La sua Jenna. Non pensava che si sarebbe innamorato di nuovo... o almeno non in così poco tempo. Dean l'aveva capito e ammirava il comportamento maturo del suo fratellino, soprattutto pensando che fosse diventato così senza il suo supporto e il confronto: sapeva che colui che aveva ricominciato a conoscere meglio sarebbe cresciuto nel migliore dei modi. Essere forti e in gamba era pur sempre un altro dovere per gli affari di famiglia: la debolezza schiaccia il cacciatore.
-Come hai fatto in così poco tempo??- Chiese sorpresa Jenna andandogli incontro: era infatti tornata nella camera dei Winchester per dire che non aveva trovato niente di utile.
-Beh, ho solo controllato i bancomat e i possibili supermarket in cui Trint avrebbe potuto andare, ho chiamato in veste di agente locale uno di quei negozietti nelle stazioni della benzina dicendo che mi servivano dei dati sui movimenti bancari degli ultimi loro clienti e ho trovato il suo nome e, rintracciando alcuni acquisti, sono risalito all'ultimo posto in cui si trovava esattamente 7 ore fa!- Dean ridacchiò: -Facile come bere un bicchier d'acqua!-
-Almeno non ho fatto fuori tre hamburger in un giorno e mezzo!- replicò Sam.
Robert Trint non si era fatto problemi e non cercava di nascondersi il che, secondo Jenna, confermava l'ingenuità e stupidità del ragazzo: -Devi considerarti invincibile se non ti preoccupa nasconderti da persone che minacciano l'integrità della tua vita...- affermò la giovane. I Winchester la guardarono facendo smorfie da intellettuali: -Che paroloni!- facendo arrossire Jenna.
Ma perché mi sorridono così? Mi faranno sciogliere! Pensò la ragazza.

I tre risalirono sull'Impala diretti a pochi kilometri di distanza dal motel: bisognava fronteggiare e affrontare il problema

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I tre risalirono sull'Impala diretti a pochi kilometri di distanza dal motel: bisognava fronteggiare e affrontare il problema.

Robert Trint aveva comprato un paio di riviste e se ne stava tornando nel monolocale che aveva affittato per quel mese: giusto il tempo per rifarsi una nuova vita. Aveva 25 anni ma il suo nome e l'identità erano cambiati già dieci volte, era pronto per un'undicesima.
Robert faceva la terza media quando fu morso: era un ragazzo introverso ed epilettico.  Era in gita scolastica quando venne morso: i giornali locali avevano parlato di "attacco da parte di una bestia selvaggia", probabilmente scappata da qualche riserva. Era morto un suo compagno e ne era stata ferita un'altra... ma solo lui aveva ricevuto il morso. Erano stati eseguiti diversi test medici per trovare ferite o traumi di diverso tipo: era tutto normale... d'altronde il morso era stato assorbito nel tragitto verso l'ospedale. Solo alcune ferite per caduta da impatto e nient'altro a ricordare quel pomeriggio drammatico. In poco tempo Robert aveva sviluppato  un appetito incredibile, ingurgitava tanta carne, e una forza sovrumana: era persino sparita l'epilessia e i dottori attribuivano la causa all'incidente, troppo traumatico da farlo guarire completamente. Robert sapeva che era una cavolata pazzesca, come pensare alla super forza come uno dei tanti cambiamenti dettati dallo sviluppo adolescenziale. Al contrario di tanti suoi coetanei, Robert amava i suoi genitori, voleva loro un gran bene... per questo quando iniziò il liceo decise di scappare di casa. Aveva troppo paura di fare del male alle due persone che tenevano di più a lui, anche più di loro stessi: avrebbero sofferto la sua partenza, ma almeno sarebbero stati al sicuro.
I successivi sei anni erano passati lentamente: cercava di non frequentare lo stesso liceo per più di due mesi, non stringeva amicizie, non praticava sport e non frequentava nessuna coetanea. Voleva proteggere coloro che gli stavano attorno e al contempo li odiava tutti, perché stavano bene, non dovevano preoccuparsi di non far uscire la bestia da loro, potevano amare e odiare senza pensare troppo alle conseguenze. Gli altri ragazzi si sentivano liberi, adolescenti... Robert invece era stato costretto a diventare adulto prematuramente.
Si era trasferito a Roanoke 5 anni prima, voleva passare una vita tranquilla ed, oltre a un altro licantropo conosciuto casualmente in un diner, era pronto per fare nuove conoscenze: era stato accolto calorosamente sin da subito e aveva conosciuto due ragazzi della sua età. Crescendo aveva imparato a controllare i suoi impulsi, tranne quando era periodo di luna piena, quando il suo istinto animalesco gli faceva prendere orribili decisioni.
Due anni prima era andato al cinema a vedere "Harry Potter e il prigioniero di Azkaban" e gli era piaciuto subito il professor Lupin: da quel giorno anche Robert aveva deciso di chiudersi da qualche parte durante il plenilunio. Ma Trint sapeva di non essere un genio... una notte abbassò troppo la guardia: quel sussurro fastidioso come un'unghia sulla lavagna non avrebbe smesso di dargli fastidio fino a quando non si fosse nutrito. Sentiva già in bocca il sapore del cuore succulento che avrebbe strappato dal petto a quel ragazzo, vittima ingiusta: la fidanzata della sua preda aveva guardato la scena straziante mentre cercava di non far fuoriuscire troppo sangue dalla profonda ferita.
Dopo si era odiato tantissimo.
Quella cacciatrice era diventata subito una buona possibilità per scaricare un fardello troppo pesante da trasportare. Ora, probabilmente, si sentiva abbastanza pronto per l'atto finale, perché sapeva che si sarebbe verificato nel giro di poco tempo.

Il pomeriggio seguente era nuvoloso: nubi nere ricoprivano il cielo e presto avrebbe fatto buio. Robert sedeva su una panchina, intento a leggere, quando si trovò davanti tre figure minacciose.
Cacciatori.
Alla fine la resa dei conti era arrivata.

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