Drag me Down[2]

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OTTOBRE.

Le settimane scorrono così veloci e ogni giorno mi sento così sfinito. Sento che ogni mia singola voglia di vivere, che avevo prima, se ne stia andando con il tempo.
Felix mi chiede di andare con lui alle feste ogni sabato sera, ma mai riesco ad accontentarlo. Mamma continua a guardarmi male, e ad essere molto diffidente nei miei riguardi.
Ryan vuole passare del tempo con me e io cerco di accontentarlo, come meglio posso. Andrew e io siamo diventati amici e devo dire che quando esco con lui, riesco a ridere, a star bene: è un buon amico.
Poi c'è Allison che ogni volta che può mi invita a casa sua, e io non posso tirarmi indietro a causa del patto che abbiamo preso. Quando sono con lei vuole che ci comportassimo come se fossimo dei fidanzatini: mi abbraccia, mi stringe la mano, facciamo foto su foto, ci baciamo e facciamo "l'amore".
Infine, la cosa peggiore, è la scuola: non sto andando per niente bene in nessuna materia. E poi c'è quella ficcanaso di Katherina che mi sta sul fiato sul collo per scoprire il mio passato, ed è stressante.

Appoggio la testa contro uno scaffale dentro al mio armadietto, sono così stanco, non pensavo che la mia vita fuori dall'istituto mi potesse distruggere così tanto.
Chiudo gli occhi per alcuni secondi, ma qualcosa sbatte contro l'armadietto accanto al mio.
-Buongiorno fratello-mi saluta e non capisco come riesca a sprizzare tutta questa felicità di prima mattina.
Alzo lo sguardo e torno in posizione dritta per prendere i miei libri. Possibile che sono così stanco che potrei addormentarmi in piedi?
-Stai bene?-mi chiede il ragazzo.

 Possibile che sono così stanco che potrei addormentarmi in piedi?-Stai bene?-mi chiede il ragazzo

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Annuisco per poi chiudere l'armadietto e cominciarmi ad incamminarmi verso la mia classe. Ho un senso di vomito che mi attanaglia lo stomaco.
La gente ormai non mi guarda più con quegli occhi stupiti, adesso sono solo: il fratello gemello di Felix. Che coincidenza, una volta era l'incontrario.
Entro nella classe e, come al solito, l'unico banco già occupato è quello di Chiara che sta osservando attentamente il suo cellulare.
Mi siedo al mio posto e mi metto una mano sulla fronte.

-Sicuro di star bene?-mi chiede, nuovamente, Ryan guardandomi dall'alto.
-Sì, ieri sera avrò mangiato qualcosa che mi ha fatto male, ma nulla di che-lo rassicuro.
-Non ne sono sicuro-brontola e proprio in quel momento suona la campanella, si inginocchia così che io possa guardarlo in faccia-Per qualunque cosa: chiamami.
Annuisco e lui torna alla sua dimensione naturale per poi uscire dalla classe
Sospiro e chiudo gli occhi per pochi secondi.
-Hey, come stai amico?-arriva Andrew.
-Bene bene, tu?
-Bene-risponde per poi sedersi al mio fianco-Non sembri avere una buona cera.
-Dovrò cambiarla allora-scherzo provocandomi un forte mal di testa.

La prof di matematica entra in classe e con lei arrivano anche un borbottio sempre più alto

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La prof di matematica entra in classe e con lei arrivano anche un borbottio sempre più alto. In pochi seguono la lezione, gli altri si fanno i cavoli loro parlando dei fatti loro a voce alta.
Il mal di testa aumenta.
Tiro un pugno al banco che doveva essere dato piano, ma alla fine è stato più forte del previsto e ha zittito tutti.
-Scusate-parlo per poi alzarmi e muovermi velocemente per arrivare alla porta della classe.

Ci manca solo che mi mettano la nota così sarò sicuramente bocciato.
Mentre cammino per il corridoio, per arrivare ai bagni maschili, la testa mi incomincia a girare. Non mangio da tre giorni perché non ne ho mai il tempo, è per questo che sto male.

La mia vista viene oscurata da dei puntini neri e, piano piano, non incomincio a vedere niente. Il senso di nausea torna a farmi visita.
Devo solo arrivare al bagno.
Chiudo gli occhi per qualche secondo.
Quando li riapro vedo di fronte a me Chiara che mi guarda preoccupata. Mi rendo conto di non star più camminando per il corridoio, ma adesso mi trovo con la schiena contro il muro.
Cos'è successo?
-Vieni, ti porto in infermeria-dice per poi aiutarmi ad alzare.

Prende un mio braccio e me lo fa mettere sulle sue spalle, invece una sua mano finisce sul mio fianco.
Per quanto non vorrei essere toccato so che mi serve il suo aiuto, quindi la devo lasciare fare.
Metto il mio braccio sulla sua spalla e chiudo gli occhi per qualche secondo.
Non so quanto tempo dopo li riapro, ma adesso Chiara si trova sulle sedia accanto al letto e tiene in mano un bicchiere di vetro pieno d'acqua. Appena nota che sono sveglio mi porge il bicchiere e io lo accetto molto volentieri.

-È acqua con zucchero-mi informa quando faccio una faccia strana-È meglio che lo bevi tutto.
Annuisco e lo finisco tutto per poi restituirglielo.
Mi sdraio nuovamente sul letto e guardo il soffitto, continuando a sentire lo sguardo della ragazza su di me.
-Finalmente mi hai rivolto la parola-parlo-Doveva succedermi questo per farmi rivolgere la parola da te, incredibile.
La guardo e come mi aspettavo non mi sta più guardando.
-Sto scherzando-la rassicuro.
I nostri occhi si incontrano:-Come ti sei ridotto così?
-Non mangio da un po' di giorni-le rispondo mentre appoggio la schiena contro lo schienale del letto-Dov'è l'infermiera?
-È andata in classe per dire che siamo qui-risponde.
Sbuffo, alla fine di quest'ora si presenterà senza dubbio Allison e se la voce si espande lo saprà anche Ryan.

Chiara si alza dal suo posto richiamando la mia attenzione su di lei:-Vado a prenderti qualcosa da mangiare.
-Chiara-la richiamo prima che esca dalla stanza, si gira-Grazie.
Annuisce ed esce dalla stanza.
Una parte di me non può fare a meno di credere che quella ragazza provi un po' di disprezzo nei miei confronti, ma perché mi avrebbe aiutato allora?
Probabilmente per pena.
Guardo la mia mano e mi viene in mente quando avevo otto anni. Io tra me e mio fratello, ero sempre stato quello debole: quello troppo magro e mi ammalavo in fretta. Con il tempo questa mia debolezza si è fatta meno frequente, però non potrò mai dimenticare quanto era in ansia Felix. Aveva pura di perdermi...
Cosa farà quando lo saprà?
La campanella suona. Non dovrò aspettare molto a quanto pare.

Una vita per distruggerti //cole sprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora