Never let me go[4]

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PDV Felix.

Suona la sveglia e il secondo dopo sono già in piedi.
Esco da camera mia e vedo verso quella di mia madre che si trova vicino al bagno, infondo al corridoio, ma prima di arrivarci passo davanti a un'altra camera: quella di mio fratello gemello.
Apro la porta e la trovo con il letto ancora intatto e le cose al punto dove le aveva lasciate. Dove sarà finito? Sarà restato a dormire dalla sua ragazza?
Stringo i pugni venendo assalito dalla rabbia: ma non doveva essere qui e così aiutarmi con la mamma? Non voleva recuperare il rapporto con me? Io e mamma siamo così poco importanti per lui?!
Dio, perché gli ho detto di tornare? Dovevo dar retta al mio miglior amico e non permettergli di ritornare a essere una presenza fissa della mia vita.
Devo calmarmi.

Percorro il corridoio per arrivare alla camera dove risiede mia madre, ancora nel mondo dei sogni. Le tolgo un ciuffo dei capelli che le è ricaduto sul viso e scopro, come al solito, che le sue guance sono bagnate da lacrime. Mi chiedo cosa sogni da farla piangere...
La scuoto leggermente e lei, piano piano, apre i suoi occhi per poi concentrarsi su di me.
-Buongiorno mamma-la saluto sorridendogli come meglio posso.
Hannah si guarda in giro spaesata, poi concentra la sua attenzione di me e sorride lievemente. Si siede sul ciglio del letto e si mette le mani sulle sue tempie.
-Dove sono le mie sigarette?-chiede, con voce bassa. Giro la testa e le trovo al solito posto: sul comodino. Gliele passo e lei si affretta ad accendersene una-Buongiorno Felix.

 Gliele passo e lei si affretta ad accendersene una-Buongiorno Felix

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Si alza e si incammina verso il suo bagno femminile.
Sospiro, una volta ho provato a nascondergli le sigarette, ovviamente lei mi è subito venuta contro alzandomi le mani e mi ha ordinato di dirgli dove le avevo nascosto. Avrò avuto quindici anni, ero solo, ciò nonostante speravo che potesse tornare la donna che era: che potesse amarmi anche se non c'era più Peter.
Ricevetti quegli schiaffi. Soffrii in silenzio, ma sperai. Volevo riavere a tutti i costi mia madre: la donna sempre sorridente che mi abbracciava sempre.
Però, purtroppo, nemmeno un'ora dopo ritornò a casa con un nuovo pacchetto di sigarette. Non avrei mai vinto contro di lei.
Mi alzo dal mio posto sul pavimento e mi dirigo verso il bagno maschile. Qualcosa mi dice che sarà una giornata dura.

...

Salgo in macchina e poco dopo anche lo sportello del passeggero, affianco a me, si apre rivelando la figura di mamma. La devo accompagnare in un centro dove potrà essere controllata, mentre lei pensa che va a lavorare. Lo pensa da un anno.
Le allaccio la cintura e quando mi rialzo la noto a fissarmi con un sorriso timido, simile a quello che aveva la Hannah di tanti anni fa.

Le allaccio la cintura e quando mi rialzo la noto a fissarmi con un sorriso timido, simile a quello che aveva la Hannah di tanti anni fa

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Una vita per distruggerti //cole sprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora