Kid in love[3]

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Dicembre.

I poliziotti mi hanno chiamato ieri sera, sul tardi, ho dovuto rispondergli dov'ero.
Mentre loro arrivavano, io mi sono dovuto lavare e cambiare i vestiti. Avevo vomitato anche l'anima grazie al sostegno di Martin e dei suoi amici.
Ci siamo inventati che noi eravamo stati, per tutto il tempo, a casa di Martin per vedere una partita, molto importante, di calcio.
Abbiamo anche avvisato i genitori di quest'ultimo che, anche se riluttanti, ci hanno aiutato per salvare il figlio.
Abbiamo aiutato Martin a mettere a posto la casa, come se fosse che veramente noi fossimo rimasti qui per tutta la sera.

Quando i poliziotti hanno suonato alla porta non hanno perso tempo nel farmi tutti i diversi test e spiegarmi cos'era successo. Io, i miei "amici" e la famiglia di Martin hanno confermato la versione che io ero rimasto in questa casa per tutto il tempo. Ho cercato di fare del mio meglio per dar l'impressione che ero tutto, tranne che drogato o fatto con qualunque sostanza mi abbiano dato.
E, alla fine, c'è la siamo cavata alla grande. E, appena quegli uomini hanno chiuso la porta, mi sono seduto sul divano e in pochi secondi mi sono addormentato.
Non so per quale ragione Martin mi abbia aiutato, ma nonostante ciò gli devo tutto.
Apro gli occhi e mi ritrovo steso sul divano con sopra un piumone. Mi alzo e seguo i borbottii che partono dalla cucina.
Entro e ci trovo Martin che fa colazione insieme a sua madre che gli sta dando un piatto pieno di cibo.

-Ciao figliolo-mi saluta appena mi vede, e apprezzo che cerchi con tutta se stessa di sorridermi.

-Ciao figliolo-mi saluta appena mi vede, e apprezzo che cerchi con tutta se stessa di sorridermi

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-Siediti-mi incoraggia-Ho preparato anche per te.
-Dai, Peter, non farti pregare-dice Martin per poi farmi l'occhiolino.
Titubante mi siedo al posto di fronte al mio amico e la donna mi mette sotto gli occhi la colazione più buona che abbia mai mangiato.
-Grazie-sussurro per poi incominciare a mangiare in fretta e furia.
La madre di Martin si siede affianco al figlio che mangia in tutta tranquillità.

Cerco di contenermi, ma è tutto inutile e so perfettamente che sembra che io non mangi da anni e in effetti è così: ho la pancia vuota per colpa di quello che è successo ieri sera.
Appena mi sono rifornito, alzo la testa e incontro gli occhi grigi della donna:-Mi Scusi per ieri, io non volev...
-Non farlo, figliolo. Ho sempre insegnato a mio figlio a scegliere sempre la strada giusta, e se per lui sei innocente, anche per me lo sai-mi confida sorridendomi adesso più tranquilla-Io sono Clara Toms...
-La famosa scrittrice?
-A quanto vedo la mia reputazione mi precede-scherza e l'aria si alleggerisce del tutto-Hai letto i miei libri?
-Certo, chi non li leggerebbe?-ribatto e subito la donna si gira verso suo figlio che alza le mani al cielo. Inevitabilmente mi metto a ridere e, a seguito, anche lei-Sono bellissimi, riescono a farmi pensare a tutte le tematiche che lei tratta. Se posso, mi farebbe una firma se glielo porto?

Il suo sorriso Sì ampia solo di più:-Non puoi, tu devi, mio caro

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Il suo sorriso Sì ampia solo di più:-Non puoi, tu devi, mio caro...
-Sì, certo, Scusi-dico per poi alzarmi-Peter, Peter Johnson.
Clara si alza a sua volta e stringe la mia mano, molto volentieri.

Per il resto della colazione ci mettiamo a parlare del suo libro e di come l'ha scritto. Intanto, Martin scrive sul suo cellulare.
Il tempo passa troppo velocemente e Clara, alla fine, deve andare via. Mi alzo in piedi e la saluto con una stretta di mano, e le prometto che le devo portare il libro per la firma.
Quando se ne va, io e Martin ci mettiamo sul divano.
-Hai una mamma fantastica-Lo informo.
-Non è male.
Mi giro verso quest'ultimo sorpreso:-Non è male, stai scherzando?
Martin in tutta risposta gira la testa nella mia direzione e ha lo sguardo più che serio.
-Okay, ho capito-alzo le mani all'aria per mia difesa.
-Ecco bravo.

Il ragazzo si allunga e prende il telecomando per accendere la televisione, ma io ho un po' di domande da fargli.
-Perché mi avete salvato?-ecco la prima.
Il moro abbassa il telecomando e lo rimette al suo posto: sul tavolino basso davanti a noi.
-Ero lì, ho visto tutto e ho faticato a credere che Allison potesse farti una cosa simile e ho creduto impossibile che Felix avesse potuto fartelo-risponde alzandosi.
Annuisco guardando le mie mani. Chi crederebbe mai che un fratello, per di più gemello, potesse comportarsi così. E io che pensavo di riaggiustare tutto con il giusto tempo, ma non avevo calcolato che non c'era più niente da sistemare. Felix non mi considera più suo fratello, sono solo uno ostacolo nella sua vita perfetta.

-Ho dovuto salvarti, non era giusto ciò che ti stavano facendo-risponde alla mia domanda girandosi verso di me e guardandomi-Forse ti conosco poco, ma non credo che tu sia una persona così cattiva da meritarti di ritornarti in quel posto, qualunque sia, con l'inganno.
Sono stato fortunato che, nei pareggi, ci sia stato Martin, sennò in questo momento sarei già in compagnia di Martina, Linda e Tamara.
-Grazie-riesco a solo dire.
-Ringraziami facendomi vincere le partite regionali-scherza appoggiandosi contro il muro.
Annuisco e mi alzo a mia volta.
Adesso non so più cosa fare con Felix o con tutta la scuola. Adesso che sanno che il loro piano, malato, non è andato in porto diranno in giro il mio passato.

 Adesso che sanno che il loro piano, malato, non è andato in porto diranno in giro il mio passato

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Devo essere aiutato, devo avere delle persone dalla mia parte. Devo avere degli alleati che staranno sempre dalla mia parte, come una volta.
Mi giro verso Martin. È ora di raccontare una storia molto importante.

-Ti devo raccontare una cosa-gli confesso-La devo raccontare a tutte le persone che ieri mi hanno aiutato.
Martin mi guarda per poi riandarsi a sedere sul divano e prendere il suo cellulare, che aveva precedentemente appoggiato.
-Sei sicuro?
-Tanto, in qualche modo, lo vorrete a sapere-gli rispondo mentre mi stringo nelle spalle-Meglio sentirla dal protagonista e così sapere la vera storia, non pensi?
Martin annuisce e senza perdere altro tempo incomincia con il suo giro di telefonate.

Una vita per distruggerti //cole sprouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora