CAPITOLO 13
Mi feci forza e mi rialzai in piedi.
"Io torno a casa"
Feci per uscire dal bagno ma prontamente mi afferrò il braccio."Tu cosa?"
Disse minaccioso, potevo vedere i suoi occhi diventare gialli e arrabbiarsi.
"Hai sentito bene, vado a casa"
Scandii bene le parole e mi liberai dalla sua presa.Quando uscii dal bagno, sentii.
"Io non credo"
Mi scaraventó contro il muro, schiacciandomi con il peso del suo corpo.
Le sue mani stringevano le mie spalle."Togli le tue dannate mani da me"
Dissi gridandogli in faccia, rise nervoso.
"Devo ripeterlo? Non avrai mai il controllo, sei mia e mi appartieni"
Ancora quella storia, ero davvero infuriata.
Sussurato ciò al mio orecchio, lasciò la presa, persi quasi l'equilibrio ma riuscii a rimanere in piedi.
Velocemente, lo sorpassai ed uscii da quella casa senza dirgli nulla.Passarono tre giorni.
Pennywise non si fece più vedere, sperai con tutto il mio cuore che si sentisse almeno un po' in colpa per avermi trattato in quel modo.
Per quanto riguarda la mia scomparsa...be' non fu facile spiegarlo alle persone.
Dissi alla polizia che mi ero allontanata da Derry per una settimana senza dirlo a nessuno, e che quindi la mia non era una vera e propria 'scomparsa'.
Cosa che in biblioteca non presero molto bene, fui licenziata in tronco ma non mi lamentai, era colpa mia.
Ero io che mi ero innamorata di un clown assassino.
Però, fortunatamente avevo trovato lavoro nel bar della scorsa volta, mi avevano già pagato in anticipo e la paga era piuttosto buona.Finii di lucidare il bancone del bar, prima di sentire il mio nome.
"Ehi Rose"
Alzai lo sguardo e vidi Robert.
"Ciao"
Lo salutai.
"Non ci posso credere...lavori qui?"
Disse indicando la mia uniforme (ossia una maglietta rosa pallido con il nome del bar).
Annuii imbarazzata, sorrise.
"Be' allora un caffè per favore"
Sorrisi anche io.
"Subito"Una volta fatto, lo posai davanti a lui.
"Perché non ti siedi con me?"
Chiese.
"Robert non è il caso, sono in servizio"Dissi alzando lo sguardo.
Mi bloccai per qualche secondo, il tempo di realizzare che il palloncino rosso fuori dal bar, c'era davvero."Rose mi stai ascoltando?"
Staccai lo sguardo dal palloncino e guardai Robert.
"Si?"
"Stavo dicendo, a che ora stacchi stasera?""Robert....."
Mi spostai una ciocca di capelli ribelli.
"Verso le otto, perché?"
"Ti andrebbe di uscire?"
Rispose con un altra domanda.Sapevo che era rischioso, sia per lui, sia per me, ma avevo bisogno di liberare la mente in quei giorni.
Non potevo pensare per sempre a lui.
"Va bene"
Dissi accettando, si alzò di scatto.
"Allora passo a prenderti alle otto e mezzo"
Disse rivolgendomi uno dei suoi sorrisi.
"A dopo"
Salutó lasciando una banconota sul tavolo ed uscendo dal bar.
Lo fissai per tutto il tempo e notai, per niente stupita, che il palloncino era sparito."A domani"
Dissi salutando le ultime persone rimaste in cucina, corsi a casa a prepararmi.
Non sapevo dove Robert mi avrebbe portato ma non pensavo in un posto molto elegante.
Alla fine, mi misi un semplice vestito.
Era celeste con delle righe bianche verticali, aveva lo scollo a cuore con due bretelle molto fini e mi arrivava al ginocchio.
Nel mentre sistemavo i capelli, mi guardai allo specchio, la pancia non era molto evidente, ma sperai che Robert pensasse che avevo preso qualche chilo in più.
Lasciai i capelli sciolti, con alcune ciocche che mi cadevano sul viso, Robert arrivò in orario.Appena mi vide restò a bocca aperta.
"Sei bellissima"
Arrossii.
"Grazie"
Anche lui era vestito semplice, avevo fatto bene a non vestirmi molto elegante.
"Ho parcheggiato la macchina più in là, spero non ti dispiaccia camminare un po" disse.
"No, no, tranquillo, non mi farà male"
Dissi con un sorriso un po' teso, mi ringraziai mentalmente per essermi messa le ballerine."Quindi...come va il lavoro nella pasticceria?"
Chiesi a disagio, cercando di fare conversazione mentre camminavamo.
"Oh bene, insomma la pasticceria va a gonfie vele.
C'è molto lavoro e sto facendo pratica, un giorno spero di averne una tutta mia.
Magari potrei comprare quel-""Ben!"
Gridai interrompendo Robert.
Corsi da lui, era insieme al suo gruppo di amici e c'era anche una donna adulta.
Tutti i presenti si girarono verso di me.
"Rose!"
Gridò Ben, lo guardai bene e vidi che aveva un grosso taglio sulla pancia.
"Dio mio, che cosa vi è successo?"
Chiesi preoccupata vedendo che tutti i ragazzini erano conciati malissimo."Questi ragazzini, sono una compagnia pericolosa per mio figlio"
Mi girai verso la robusta signora, era accanto a uno dei ragazzini.
Lo riconobbi, era Eddie.
Con una mano si teneva il polso che era in una posizione innaturale.
"Eddie cosa ti è successo?"
Chiesi provando ad avvicinarmi, la donna che intuii fosse sua madre, con un gesto lo nascose dietro di sé.Poi si avvicinò minacciosamente a me costringendomi ad indietreggiare.
"Si può sapere che sta succedendo?"
Chiese Robert arrivando da noi, la signora gli lanciò un occhiata furtiva per poi continuare a guardarmi in cagnesco."So chi sei tu, Rose Wester.
Sei una sgualdrina incinta e se fossi in te mi vergognerei anche solo a stare con un gruppo di ragazzini più piccoli.
Chissà che intenzioni hai, io invece non permetteró che mio figlio si avvicini minimamente a una come te"
Sussuró lentamente, con una cattiveria infinita.
Abbassai gli occhi di fronte a quelle ingiuste parole, la donna si allontanó.Di fretta, aprì al figlio lo sportello della macchina, che salì.
Quando anche lei fu salita, detti di nuovo un occhiata al polso rotto di Eddie e mi venne una domanda.
Prima che potesse partire, mi avvicinai al finestrino chiuso di Eddie."Eddie chi ti ha rotto il polso? Chi è stato? Dimmelo!"
Dissi battendo sul vetro, in quel momento la madre accese il motore della macchina.
Eddie si avvicinò al finestrino, alitó sul vetro e scrisse qualcosa con un dito.
Riuscii a leggerlo prima che la macchina partissse.
ITSpazio autrice:
Scusate per il ritardo, in questo capitolo niente Penny :|
Mi farò perdonare con il prossimo.
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𝐓𝐀𝐆, 𝐘𝐎𝐔'𝐑𝐄 𝐈𝐓- Bill Skarsgård
FanfictionCOMPLETATA. "No Rose, non ti amo" Qualcosa si spezzò dentro di me. "Quando ho iniziato a provare qualcosa per te, qualcosa che nessuno mi aveva mai fatto provare e che credevo fosse impossibile per un essere come me, ho fatto una promessa con me ste...