Capitolo 4

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CAPITOLO 4

(It)

Trascinai la carcassa della mia precedente vittima fino alla vecchia casa abbandonata, il mio nido.
Qualche secondo dopo sentii una forte scarica di energia, mi dette così fastidio che scossi la testa più volte.

Mi avvicinai alla finestra per capire da dove provenisse quell'energia.
Guardai fuori dalla finestra e vidi la ragazza dell'altro giorno andare in bicicletta.

Sembrava....pensierosa.
Si girò nella direzione della casa e la guardò.

Digrignai i denti quando frenó.

Che diavolo voleva?

Lasciò la bici nel prato ed entrò nella casa.
Sentii tutti i suoi movimenti e percepii le sue azioni.
Poi la sentii salire le scale.
Fu indecisa se andare a destra o a sinistra.

Io ero a sinistra, lei scelse la sinistra.

Pessima scelta

Mi nascosi dietro la porta della stanza e rimasi immobile quando la sentì aprirsi.
La ragazza entrò nella stanza e si diresse verso il materasso al centro.

Guardai il suo profilo e fui assalito da una gran fame, mi stava facendo....una gran gola.
Immaginavo quei capelli biondi sotto la mia brutale presa, e oh non so cosa avrei voluto fare alla sua pelle quando vidi che una spallina del suo vestito le si era abbassata.
Avrei voluto staccarla a morsi.

Lentamente chiusi la porta provocando un lento cigolio.
La ragazza si pietrificó, iniziai a respirare frustato, avevo ancora fame e stavo diventando incontrollabile.
Dopo pochi attimi, si girò di scatto verso di me.
Le feci un gran sorriso.

"Ciao Rose"
Dissi pronunciando il suo nome, il mio unico obbiettivo era quello di spaventarla.

Rimase in silenzio.
"Non si saluta?"
Chiesi ironico, la ragazza continuava a guardarmi attentamente e ciò iniziava a farmi una gran rabbia.

Il suo sguardo mi faceva arrabbiare, sopratutto perché non aveva ancora mostrato segni di paura.
Ne avrebbe avuta molto presto, tutti cedevano alla fine.

Prima che potesse dire qualcosa, feci un passo verso di lei.
Lei non si mosse e continuò a guardarmi, così io proseguii.
Quando stavo per avvicinarmi troppo a lei, indietreggió e finalmente capii di essere riuscito ad intimidirla almeno un po'.
"Hai paura di me Rose?"
Chiesi mantenendo il mio sorriso, feci un altro passo e lei indietreggió ancora.

Eccola dolce paura

Solamente una cosa guastava il tutto. La sua espressione non aveva nemmeno un accenno di paura, anzi, mi guardava come incantata.

"Ti piace quello che vedi?"
Prima che potesse dire o fare altro, andai veloce verso di lei, che finí contro il muro.

"Rispondimi"
Dissi scandendo lentamente la parola, stavo schiacciando il suo corpo contro il muro.
Mentre lo dicevo sentii i miei occhi diventare gialli, vedevo già quella candida pelle sotto i miei denti, imbrattata di sangue.

"No"
Disse guardando dritto nei miei occhi, non lo disse con convinzione, rispose solamente.

" 'No' che cosa?"
"No, non ho paura"

Allungai il mio viso verso il suo collo e l'annusai, lei chiuse gli occhi.
Sentii l'odore di quella ragazza, l'odore della purezza e dell'innocenza ma niente paura.
Digrignai i denti.

Smisi e mi allontanai dal suo collo, lei riaprí gli occhi.
"Che sei venuta a fare ragazzina?"
Dissi minaccioso.

Lei parve pensarci ma non rispose.
Quando aprì la bocca, il suo labbro inferiore tremó leggermente.

"Io....ho ventidue anni"

Scoppiai a ridere, cercando di terrorizzarla almeno con la mia macabra risata.
Guardai nei suoi occhi verdi.

"Non hai risposto"

"Chi sei?"
Chiese.

"Mi pare di aver già risposto a questa domanda....ne hai altre differenti?"
Dissi sorridendo.

Sbattè le sue ciglia velocemente.
"Perché mi hai risparmiata?"

Piegai la testa di scatto irritato, poi con un balzo mi staccai da lei che rimase lo stesso contro la parete.

"Vattene"
"No"
Disse pronta.

"So che sei tu la causa di tutte queste sparizioni a Derry, non so perché.
Come non so perché mi hai risparmiata nelle fogne"
Per la prima volta, parlò convinta e determinata.

Strinsi i pugni nei miei guanti bianchi.

"Ti ho risparmiato per caso, non credere di essere speciale.
Sei solo una sciocca, venendo qui è come se fossi già morta"
Dissi facendo un ghigno.

"Ti piacciono i giochi?
A me sì.
Che ne dici di fare un gioco Rose?
Giochiamo a presa ce l'hai!
Io ti rincorro e tu....."

Aprii la bocca e mostrai le lunghe zanne.

"...sopravvivi"

***

(Punto di vista di Rose)

Aprì la bocca e vidi i suoi lunghi denti affilati sporchi di sangue.

Con gli occhi pieni di paura, corsi verso la porta uscendo da quella stanza.
Lo sentii iniziare a ridere, delle voci rimbombavano nella casa.

"Vieni con noi!"
"Anche tu!"
"Galleggia!"
"Galleggerai anche tu!"
"Anche tu!"

Mi portai le mani sulle tempie per il mal di testa.
Corsi lungo il corridoio ed entrai nella prima stanza che scorsi.
Dentro c'erano tre porte, sopra c'era scritto con del sangue:

-Non molto spaventoso

-Spaventoso

-Molto spaventoso

Sebbene potesse sembrare strano, entrai in quella con su scritto 'spaventoso' sapevo che c'era almeno una trappola dietro ogni porta.
Senza pensarci afferrai la maniglia ed entrai nella stanza.
Era tutto buio e non vedevo niente.
Nessuni rumore, apparte il mio respiro affannato.

"AVEVI PROMESSO!"

Qualcosa gridò nel mio orecchio procurandomi una fitta di dolore.
Subito la luce si accese e rivelò una bambina senza gambe che gridava.
Il suo viso era incrostato di sangue e gridava come impazzita.
Gridai ed uscii dalla stanza.

Un braccio mi afferrò per la gola subito dopo.

"Hahaha presa ce l'ho!"
Disse il clown ridendo, lasciò la presa e caddi a terra.
La botta fu talmente forte da farmi male alle gambe, strisciai in un angolo della stanza e mi strinsi seduta nelle ginocchia.

La potente figura del clown che mi fissava, osservando ogni mio movimento mi fece tremare.

"Che odorino"
Disse facendomi rabbrividire, si avvicinò veloce a me fino ad essere di nuovo a pochi centimetri dal mio viso.

Ero stanca, mi faceva male tutto, il mal di testa non cessava e avevo paura che fosse successo qualcosa al bambino, mi misi a piangere silenziosamente.

"Uhm lacrime..."
Disse passando un suo dito lungo le mie guance, afferrò con la mano tutto il mio mento e avvicinò il mio viso al suo.
Sentii qualcosa di umido sulle guance.
Vidi che mi stava leccando le lacrime e continuai a piangere.

Non staccò la mano dal mio mento, fino a quando non ebbe finito di leccare tutte le mie lacrime, poi lasciò il mio viso che abbassai subito per la vergogna.

"Dolci lacrime, sono i primi sintomi della paura"
Non l'ascoltavo, mi sentivo umiliata e disgustata.

"Guardami"
Ordinò, non lo feci.
Per l'ennesima volta mise la sua mano sulla mia faccia, piegai il viso cercando inutilmente di impedire il contatto.
"Fallo"
Ripeté.

Alzai lentamente lo sguardo.
Sembrava diventato più serio, mise una mano sulla mia pancia.

"È ora di dormire"

Chiusi gli occhi e persi i sensi.

𝐓𝐀𝐆, 𝐘𝐎𝐔'𝐑𝐄 𝐈𝐓- Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora