Capitolo 1

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CAPITOLO 1.

Maggio 1989

Quando mia nonna mi raccontava le storie sulla guerra io...spesso non le credevo, non pensavo che ci fossero esseri tanto malvagi da poter uccider così tante persone.

Ovviamente mi sbagliavo.

Il mondo è spesso cattivo, malvagio.
Bisogna saper difendere ed essere difesi, ma spesso si rimane soli...

Io ero sola.

Non avevo nessuno, nessuno mi voleva ed era solo colpa mia.

Una lacrima cadde sulla lettera che era ancora tra le mie mani.
Mi avevano respinto, ancora.

La lettera diceva chiaramente le solite cose, "ci dispiace ma non possiamo accogliere la sua richiesta per lo studio, data la sua condizione fisica, non possiamo quindi accettarla all'accademia"

Me lo sarei aspettata ma ci speravo comunque.

Strappai la lettera in mille pezzi, continuando a piangere.
Perché?
Non mi prenderanno più se non quest'anno.

Presi un bel respiro, come ero solita fare quando ero sull'orlo di una crisi isterica.
Istintivamente appoggiai la mano sulla pancia, dovevo calmarmi per il bambino.
Altrimenti il mio cuore non avrebbe retto.

Mi alzai, raccattai con la mano i residui della lettera e mi diressi in cucina.
Buttai i residui nel bidone cercando di non impazzire.

"Mi chiamo Rose Wester, ho ventidue anni.
Mi sono trasferita a Derry un mese fa, lavoro come cameriera al Derry's Bar.
Sono incinta di un uomo che se n'è andato via dopo avermi spezzato il cuore un altra volta e...."

La mia voce tremó.

"Sono sola"

Senza dire più nulla afferrai il cappotto sulla sedia della cucina ed uscii di casa.

Entrai a lavoro prima del mio turno, ma i clienti erano già arrivati.

Seduti ai loro tavoli, quando consegnavo le loro ordinazioni mi squadravano dalla testa ai piedi, allora io senza dire nulla e con lo sguardo basso mi allontanavo verso la cucina, sentendo i soliti bisbigli:

"È la nuova arrivata"
"È incinta"
"Dicono che faceva la prostituta e che è rimasta incinta subito dopo"
"Dovrebbe andarsene da Derry"
"Un problema in più"

Nemmeno io so perché ho preso la decisione di trasferirmi qui a Derry.
Mia nonna viveva qui, quando era giovane.

Ed io da bambina amavo farmi raccontare le sue misteriose storie sulla città e di come sparissero moltissimi suoi abitanti.
Forse non ho mai creduto a queste storie, semplicemente amavo la voce di mia nonna, l'unica mia vera amica che adesso non c'è più.

Posai i vassoi sulla credenza della cucina.

"Rose! Rose! Rose!"
Mi girai sentendo la voce della mia collega, Betty.
Betty aveva i turni quasi sempre dopo i miei, era una bella ragazza con i capelli corvini corti e la frangetta, era nata e cresciuta a Derry.

Mi piombó quasi addosso.
"Tesoro senti stasera ho bisogno che fai anche il mio turno, ho un emergenza, ti dispiace? Grazie!"

Disse veloce voltandomi le spalle e senza aspettare una mia risposta.

Pazienza, tanto non avevo nulla da fare a casa.

La mia piccola casa dove pagavo l'affitto, era l'unico luogo in cui amavo stare eccetto il locale dove lavoravo.
Evitavo di farmi vedere in giro, non volevo sentire le voci che correvano su di me.

𝐓𝐀𝐆, 𝐘𝐎𝐔'𝐑𝐄 𝐈𝐓- Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora