Capitolo 9

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CAPITOLO 9

Un altro giorno passava, e io stavo sempre più male.
Non solo per le occhiaie che si erano formate intorno ai miei occhi, ma anche per la gravidanza.
E per la paura.

Ultimamente, avevo sempre più spesso la nausea e non era piacevole vomitare in un gabinetto di un vecchio bagno ammuffito.
Mentre avevo sempre più paura, non la classica paura per la gravidanza, per il parto, ma per il bambino.
Come futura mamma, sentivo che il mio bambino sarebbe nato molto presto e quindi il mio sarebbe stato un parto prematuro.
Speravo con tutto il cuore che non accadesse.

Ho paura.........che lo uccida.
Che Pennywise lo uccida.
Non lo permetteró mai.
Non permetteró mai che un mostro come lui tocchi il mio bambino, non si era avvicinato a lui mentre era nella mia pancia e tanto meno si sarebbe avvicinato quando sarebbe uscito, l'avrei protetto.

Anche a costo della mia vita.

"Shhh! Sta zitto!"

Un altra allucinazione....

"Ti ho detto di stare zitto Richie!"

Oppure no....

No, non era un allucinazione.
Altre vittime del clown?
No, non....non stavano gridando o chiedendo aiuto.
Intrusi.

Mi trovavo in cucina quando li sentii salire le scale.
Cercando di fare meno rumore possibile aprii il cassetto di un mobile e presi il coltello più grosso che c'era.

"D'accordo...."
Sussurai cercando di calmarmi, ero ancora una volta tesa e speravo che la nausea non si ripresentasse molto presto.
Dovevano essere in tanti, perché li sentii uno ad uno salire le scale.
Dovevo....farmi coraggio e andare al piano di sopra.

Lenta e silenziosa salii le scale.

Sentivo delle voci provenienti dalla camera, la porta era chiusa.
"Shh!"
Sentii.
Appoggiai la mia mano tremante sulla maniglia della porta, presi un bel respiro.

Aprii la porta.

Niente.
O meglio nessuno.

Queste allucinazioni mi fanno male...

Entrai nella stanza più tranquilla, abbassai il coltello.
Tutto normale.
Ma qualcosa mi fece cambiare idea.

Sentii un cigolio proveniente dall'anta dell'armadio, girai la testa di scatto in quella direzione e mi avvicinai di nuovo ansiosa.
Quei passi mi sembrarono infiniti.

Senza pensarci aprii di scatto la porta e gli 'intrusi' urlarono.
Urlai anche io.

"Dio mio!"
Gridai.
C'erano sette ragazzini dentro l'armadio.

"Porca merda Eddie ti avevo detto di stare zitto!"
Disse uno, con grandi occhiali e capelli ricci.
"Sta zitto tu Richie!"
Ribadí un altro scomodamente seduto in un angolo, era abbastanza basso ma adorabile.

"Datevi una calmata"
Questa invece non era una voce maschile, guardai la ragazza che aveva parlato.
Avrei potuto dire che fosse abbastanza alta se non l'avessi vista schiacciata contro un altro ragazzo di carnagione scura.
Aveva capelli corti e rossi.

"C-che ci fate qui?"
Cercai di avere un tono autoritario ma senza riuscirci, in quel momento mi stava passando in mente l'immagine di quel bambino che Pennywise aveva....ucciso.

"Questo dovremo chiederlo noi a te!"
Disse ancora quello che doveva chiamarsi Richie.
"Rose?"
Mi girai verso chi aveva parlato, riconoscevo quella voce.

"Ben"
Dissi facendo un dolce sorriso, guardai il bambino paffuto dentro l'armadio e gli porsi una mano per aiutarlo a uscire.
Gesto che lui non rifiutò.
Per quanto fui felice di vederlo mi preoccupai subito per lui e i suoi amici.

𝐓𝐀𝐆, 𝐘𝐎𝐔'𝐑𝐄 𝐈𝐓- Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora