Capitolo 10

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Lo so a cosa pensate.
"Ma come, l'hai baciato? Sei veramente una puttana"
Forse lo sono, o forse no ma chiedetevi cosa avreste fatto nella mia stessa situazione?
Cosa avreste fatto?
Cosa avreste fatto per proteggere la persona più importante per voi?
Ecco a voi la risposta.

CAPITOLO 10

Mantenni stretta la mia presa sulle sue guance, non osavo muovermi, ero pietrificata.
Le mie labbra ancora premevano sulle sue, in un ultimo gesto di disperazione.

Chiusi gli occhi e lo sentii irrigidirsi di colpo ma non mi fermò, avevo le labbra serrate e ben chiuse e lo stesso valeva per lui.
Era freddo, troppo.
Anche le sue labbra erano fredde in confronto alle mie.
Poiché ero scomoda da piegata in avanti, mi stesi sul pavimento portando lui con me, tutto questo senza staccare mai le nostre labbra.
Si rilassó dopo qualche minuto, lentamente allontanai il suo viso dal mio.
Lo sentii allontanarsi tutto insieme da sopra il mio corpo e quando si ritirò completamente, mi misi seduta qualche passo lontana da lui.

Sembrava veramente stordito, non capivo quale parte del mio corpo i suoi occhi stessero fissando.
Dopo qualche attimo di confusione, parlò.
"Che cos'era?"
Chiese parlando lentamente, mi stupii del fatto che non sapesse cos'era un bacio.
Pensavo che avesse visto qualcuno baciarsi.

"U-un bacio...."
La mia voce uscì insicura, ma non potevo farci niente, ero troppo impressionata dalla sua reazione.
Inclinó la testa verso destra, forse non sapeva che voleva dire.
"Questo era un bacio"
Spiegai più decisa indicando le mie labbra con un dito.

Si prese qualche attimo e iniziò a borbottare qualcosa di incomprensibile.
"Un....bacio..."
Capii solamente.
Annuii più convinta, la paura era apparentemente passata.

"Sì, lo era"
Dissi ancora.
Mi alzai più sicura, e feci per andarmene ma mi afferrò per il braccio.
Lo guardai, teneva stretto il mio braccio ma aveva lo sguardo basso.
"Tu non hai paura..."
Constató sempre guardando basso.
"No"
Risposi fissandolo, la sua presa non stringeva molto.

"Non va bene..."
Restammo in silenzio.

"Ti mostrerò una cosa"
Poi sentii freddo.

C'era un rumore costante, acqua....
L'acqua che scrosciava per la strada, era molto buio ma scorgevo una bassa luce.
Aprii gli occhi.
Pioveva molto forte, parecchio forte, sentivo persino i piedi bagnati.
Mi guardai intorno, ero in una strada, le strade piene di acqua.
"No!"
Gridò qualcuno, mi girai.
Vidi davanti a me una barchetta di carta entrare in un largo tombino.
"No!"
Immediatamente un bambino con un impermeabile giallo corse verso il tombino.
Mi avvicinai per vedere meglio.

"Ehi"
Gli dissi, non ottenni risposta.
"Tutto bene?"
Chiesi di nuovo, stavolta alzando di più la voce.
Non mi rispose lo stesso.
Il bambino si piegò sulle ginocchia e vidi che portava delle calosce rosse.

Mi misi alla sua destra e guardai anche io dentro al tombino.
"Oh no dove sei..."
Disse disperato.

Due occhi gialli illuminarono la fogna, il bambino sobbalzó come me.
"Ciao Georgie"
Quello era...Pennywise? Che ci faceva lì?

Pensai al nome che aveva detto.
Georgie.
Dove avevo già sentito quel nome?
Il clown gli mostró la sua barchetta di carta.
"È una bella barchetta, la rivuoi?"
Chiese con un sorrisetto, guardai i suoi occhi blu.

Blu? Ma non erano arancioni?
Come potevo essere così sciocca da vedere i suoi occhi blu?
Eppure erano blu in quel momento, di un blu acceso e limpido.

"Certo"
Disse sicuro il bambino, Pennywise scoppiò a ridere.
" 'certo' mi piace! Allora prendila..."
Disse finendo di ridere.
Georgie allungò la mano per poi allontanarla all'ultimo secondo.
Scosse la testa.
"Mi spiace, non posso.
Mio papà dice che non devo accettare i regali dagli sconosciuti"

𝐓𝐀𝐆, 𝐘𝐎𝐔'𝐑𝐄 𝐈𝐓- Bill SkarsgårdDove le storie prendono vita. Scoprilo ora