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Midoriya POV's
Todoroki però, come essendosi appena svegliato da uno stato di trance, si staccò velocemente, e con la stessa rapidità uscì dalla stanza.

Ero rimasto ancora solo, o meglio, lasciato di nuovo solo.
E i soliti problemi interni mi offuscarono quasi la vista.

Probabilmente non dovevo agire di impulso... Ma se prima mi ha confessato quelle cose.. cioè, era realmente sincero nei miei confronti?

Altre calde lacrime scesero libere sul mio volto, ma questa volta prontamente le asciugai, non volendo avere ulteriori dilemmi.

Riflettei il più a lungo possibile, ma nessuna opzione sembrava essere una possibile motivazione alla sua reazione.

Mi alzai dal lettino bianco, e dopo un breve giramento di testa, me ne tornai in camera mia, senza avvertire niente e nessuno.

Dovevo soltanto fare mente locale, e sarebbe andato tutto bene. Giusto?
Domandai a me stesso, entrando dentro la stanza.

Mi pietrificai, fissando la scena che mi si presentava davanti agli occhi.
Era tutto a soqquadro:

il cuscino era ridotto a un federa, e le piume erano sparse per il pavimento.
I libri erano aperti, e regnavano un po' ovunque, come se qualcuno li avesse lanciati.

Il letto era completamente disfatto, ed il materasso era finito praticamente sopra la scrivania, restando in bilico.
La finestra era spalancata, con le tende che svolazzavano al vento.

La luce accesa, nonostante fosse appena pomeriggio.
L'armadio aperto, ed i vestiti ricoprivano gran parte del pavimento.

La cosa che però mi toccò più nel profondo fu il vedere Shouto lì, che in qualche modo cercava di rimettere a posto tutto quel caos.

Non avevo letteralmente parole; la gola era secca, ed un nodo stava prendendo possesso di essa, facendomela dolere.
Cercai di tornare indietro, fallendo.

Non volevo spiegazioni, non volevo sapere niente.
Non volevo che mi dicesse in faccia cosa pensava veramente di me.

Non volevo altre delusioni, volevo...
rimanere isolato e, ormai, anche amareggiato. Volevo gridargli in faccia soltanto un "PERCHÈ?" E andarmene.

Ma non potevo, perché scivolai su una maglietta che non avevo visto, e caddi rovinosamente a terra, facendomi un male acuto al fondo-schiena.

«Cos-? Midoriya!» esclamò, avvicinandosi. Poi però, notando che io stavo fissando la camera e non lui, cambiò atteggiamento.

«Mi spiace... non ho potuto fare niente» disse, sospirando pesantemente. Lo guardai esterrefatto da tali parole. Era serio!?

«Stai scherzando, spero» dissi piano, con tono abbastanza ironico e retorico.
«Di cosa stai parlando?» chiese, non capendo a cosa mi riferissi

«Ti sembro davvero così stupido?» domandai in tutta risposta.
«Odio quando si risponde alle domande con altre domande, proprio come stai facendo tu» sbuffò.

«D'accordo. Sto parlando della stanza, Todoroki» e mi alzai in piedi, nonostante gli arrivassi soltanto al collo, dovevamo mettere le cose in chiaro.

«Non crederai che-» ma si interruppe, guardandomi attentamente.
«Ero venuto qui soltanto per vedere come tu stessi, e ho trovato questo.»

C'erano dei punti che non tornavano.
Come faceva ad essere sicuro che io fossi in stanza?
Perché la porta era aperta?

E soprattutto, come faccio a fidarmi?
Non lo sapevo, ma cercai di trovare la soluzione plausibile al più presto.

I casini devono sempre essere presenti, altrimenti non  sono contenta ^3^
Si ok, odiatemi anche per far finire
un capitolo così

In ogni modo, questo periodo mi
sta struggendo, il risultato del
compito di tecnologia è un altro fantastico 5   -_-

Hugs〈Tododeku〉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora