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I giorni passavano velocemente, e Midoriya non ne voleva proprio sapere di smettere di pensare a Shouto.

Non sapeva che cosa gli succedesse, eppure doveva essere anche solo un minimo preoccupato per le sue situazioni attuali.

E invece pensava a quelle labbra rosse, che ogni tanto il ragazzo si leccava rendendole lucide e mordicchiava per abitudine.

Non smetteva di pensare a quegli occhi ipnotici, che lo trasformavano ogni volta che incrociavano il suo sguardo in un altro mondo.

Quella mattina, quando aprì la porta, una busta bianca stava adagiata davanti alla sua camera.

Incerto, la prese, pensando a qualche brutta notizia da parte dei suoi professori o a qualcosa di anche più grave.

E invece, tutto quello che vi ci era scritto era questo:
Guardati le spalle.

Non capiva, ma fece come diceva la lettera, credendo di essere uno stupido nel farlo. Infatti non c'era nessuno.

Significava che qualcuno lo stesse controllando? Oppure era forse una minaccia ben architettata quella?

La strappò in tanti pezzettini, infuriato con nessuno in particolare.
Voleva soltanto rompere tutto.

Qualche stanza dopo la sua, un ragazzo biondo con un ghigno stampato perennemente in faccia stava ridendo.

"Oh Deku, questo è solo l'inizio" pensò, facendo una piccola scintilla di fuoco con le mani, come per accertarsi di essere sempre pronto.

Midoriya uscì dalla stanza, venendo stranamente raggiunto dalla sua amica Uraraka, purtroppo non consapevole dei problemi del Quirk di quest'ultimo.

«Ehi Deku-kun!» disse con quel suo tipico sorrisone, avvicinandosi al ragazzo dai capelli verdi che in risposta le fece un segno di assenso con la testa.

«Come mai tutta questa depressione? Guarda che tra poco c'è la giornata scuola-famiglia.» mi si bloccò il respiro.

S-scuola.. famiglia?
Ma Izuku non aveva nessuna famiglia.

Con gli occhi leggermente lucidi, guardò i suoi piedi commentando;
«A-ah, bello. Quando?» timoroso.

«La prossima settimana! Aaahhh, sarà fantastico!» fece euforica, battendo le mani per l'entusiasmo.
Midoriya era sbiancato, nel frattempo.

Vide Todoroki passare con freddezza accanto a loro due, così disse rapido un "ci vediamo dopo" e lo seguì.

Voleva parlare con loro due del loro abbraccio, voleva sapere che cosa provava e pensava Shouto a riguardo.

«Dai, aspetta!» disse sfinito, aumentando il passo ma finendo per sbattere la testa contro la schiena dell'altro, che si era fermato di botto.

«Aish.. ma sei pazzo?» disse piano, tastandosi il tenero nasino dolorante.
«Cosa c'è?» era stato il bicolore a parlare con arroganza.

«Todo- Shouto, io e che cosa siamo?
Il nostro abbraccio cosa significava per te?» non riusciva più a controllarsi dal domandarlo.

Il più alto spalancò gli occhi.
"Detto da lui il mio nome suona divinamente" e si schiaffeggiò mentalmente per tali pensieri.

Avrebbe voluto dire cose come
"noi non siamo niente" e
"è stato solo uno sbaglio", ma non ci riusciva.

Qualcosa lo bloccava, e lui sapeva perfettamente cosa.

«Siamo.. a-amici, suppongo.
E umh, t-t-tanto» era la prima volta che balbettava ed arrossiva, cosa che lo fece stupire maggiormente.

Sentiva le gote in fiamme che bruciavano prepotentemente, senza avere nessuna intenzione di scomparire.

Poi vide il rassicurante, stupendo e infantile bambino di Izuku e mandò a quel paese tutto il resto.

Lo abbracciò con tale foga da sorprendere e entrambi notevolmente.


Si emh, AUGURI AL NOSTRO SHOUTO YEEE

Hugs〈Tododeku〉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora