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«DEKU!» gridò, mentre Midoriya si riappiattiva contro il cuscino, sperando di fondersi per sempre con esso e quindi di scomparire.

Lui se lo ricordava, era il pezzo forte della sua infanzia. Era vero, non aveva ricordi chiari e definiti, ma pochi e piccoli pezzettini offuscati.

Ma Bakugou era più che ben definito. Era la violenza di Izuku. E, senza controllarsi, si ritrovò a pensare a come fosse diventato così aggressivo.
~
Lui era un bambino lasciato solo al parco, mentre i genitori erano chissà dove. E poi aveva visto dei capelli biondi passargli davanti.

Lo aveva seguito, e aveva fatto amicizia con quello che scoprì chiamarsi Kastuki. Era simpatico, anche se a volte un po' troppo impetuoso.

«Si può leggere anche Kacchan» aveva detto prepotentemente, riferendosi agli ideogrammi. E lo stesso di Izuku, con il simpatico Deku.

Un nome da perdente, secondo il biondo. Poi gli aveva mostrato il suo rifugio segreto, presto trasformato nel loro rifugio nascosto.

I mesi avevano continuato a passare e la loro amicizia a tramutare, in qualcosa di crudo e senza speranza.

Kastuki stava ormai insegnando come usare il Quirk di Izuku, nel peggio.
«K-Kacc-chan? F-fa male..» sussurrò il verde, stringendo i pugni.

«Vuoi diventare forte come me o no? Deku muoviti!» esclamò di rimando il l'altro, incitando il più basso.
Izuku era al limite.

Non riuscì a capire come, ma finalmente sradicò del tutto l'albero più vecchio del parco, su cui era situata la loro casetta. Era senza fiato.

«Puoi fare di meglio, razza di broccolo» aveva ringhiato poi Katsuki, e dopo questo, Midoriya era definitivamente svenuto.

«COSA CAZZO CI FAI TU QUI, EH? QUESTA SCUOLA NON È PER I PERDENTI COME TE, QUINDI SPARISCI DALLA MIA VISTA»

Ma Bakugou venne fermato all'istante dalla ragazzina che, in qualche modo a lui oscuro, lo fece fluttuare.

«BEL QUIRK DI MERDA, MOCCIOSA!» fece acido, cercando di aggrapparsi a qualcosa invano.
Era quasi una scena comica.

Bakugou che continuava a roteare in aria, senza una meta ben precisa, Midoriya che cercava di far affievolire il suo male di testa, e la strana ragazza che aveva uno sguardo serio.

«Sono Uraraka Ochaco, comunque» continuò impercettibile.
«Da quello che ho capito, Deku..» fece pensierosa, mentre il verde arrossiva.

Non era né abituato al fatto che una ragazza gli rivolgesse la parola nè al fatto che qualcuno usasse il suo dispregiativo anche in modo naturale.

«Ti sei fatto male e bhe, ti ho portato qui in infermeria, ovviamente dopo tutto l'aiuto di Recovery Girl» e sorrise, mettendo in mostra i denti bianchi.

Ma ancora non capiva.
Come si era fatto male?

Non ricordava assolutamente niente, e tentare gli fece peggiorare il pulsare la testa. Un ricordo lo aveva però;

Ancora quei capelli, susseguiti da quella voce così pura e, come cliché, il perfetto volto del ragazzo della quale non ricordava il nome.

Ma come poteva continuare di questo passo?
Forse questa non era la scuola giusta per lui, forse non era abbastanza qualificato.

Probabilmente lui era troppo indietro, o forse a questo ritmo non si sarebbe piu neanche ricordato il suo colore stesso dei capelli!

Magari doveva abbandonare tutto e tornare da sua madre, che come sempre lo accoglieva abbraccia aperte, magari avrebbe avuto una vita miglior-

Sfortunatamente (o nel caso degli altri fortunatamente) i suoi pensieri vennero prontamente interrotto dalla voce squillante di Ochaco.

«Dovresti andare in camera tua adesso, sei accanto a Todoroki, no?» chiese quella che ormai aveva scoperto chiamarsi Uraraka.

Capitolo più lungo perché shi. Probabilmente questo è l'ultimo aggiornamento della settimana,

o forse domani riesco a postare qualcosa, bho ~_~
Sono piena di compiti e interrogazioni e aaaahh, sono stanca.

Hugs〈Tododeku〉Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora