Capitolo 29

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Subito vengo assalita da due figure alte e forti.
«Tu devi essere Marlene.» dice la prima.
«È davvero un piacere averti qui.» prosegue la seconda.
Annuisco leggermente, ancora confusa. 

Sono due ragazzi, biondi, alti e muscolosi. Devono avere all'incirca la mia età o qualche anno di più. 
E sono completamente, totalmente, in ogni dettaglio... identici. 
Potrebbero spegnere le luci in questo momento, mescolarli e poi riaccenderle e probabilmente non saprei dire chi è l'uno e chi l'altro.

«Io sono Will.» mi sorride il ragazzo a sinistra.
«E io sono Ian» continua quello a destra. 

Mi sento a dir poco spiazzata. Probabilmente devono leggermelo in faccia perchè entrambi iniziano a squadrarmi con curiosità.
Will prende la parola «Lo sappiamo a cosa stai pensando.»  
Suo fratello continua «Ti starai chiedendo oh no ora come faccio a distinguerli?»

«La risposta è semplice.»

«Io sono più bello.»    

Qualche secondo di silenzio aleggia nell'aria.
«Eravamo d'accordo che l'avrei detta io la battuta questa volta!»  urla Ian.

O almeno credo sia lui.
«Mi dispiace ma questa volta proprio non potevo perdere l'occasione di fare colpo su di lei.» risponde Will, facendo spallucce. Io mi lascio scappare una piccola risata.

Entrambi riportano l'attenzione su di me, guardandomi mentre cerco di mascherare la mia risata con un colpo di tosse.

«Visto? L'ho fatta ridere. Fatti da parte.» dice Will, indicandomi.

«Non penso proprio.» risponde il fratello.

Decido di interrompere questa scenetta comica prima che possa degenerare.

«Scusate ragazzi, non dovrebbe esserci del lavoro da fare?» chiedo imbarazzata, mentre cerco di non pensare al loro precedente tentativo di flirtare con me.

Loro per tutta risposta mi sorridono, voltandosi poi verso il fondo del tendone, proprio dove si trovano accatastate una montagna di scatoloni diversi. 
Incominciano a camminare verso quel punto, facendomi segno di seguirli.

Will è il primo a prendere la parola. «Come hai appena detto, principessa, è ora di passare alle cose serie. Io e Ian per il momento ci occupiamo dello smistamento oggetti qui, nel magazzino. Il nostro compito è quello di decidere quali di quegli oggetti possono esserci utili qui, nella Base, e quali invece no. »

Principessa?
Il fratello prosegue la spiegazione. «In pratica apriamo quegli scatolini uno ad uno e ne esaminiamo il contenuto. Se quello che troviamo può servirci, lo spostiamo in quell'angolo laggiù, vedi?» mi indica la parte opposta del tendone rispetto a quella dove ci troviamo ora noi, anch'essa piena di scatole, ma decisamente più ordinate. Ian prosegue, «qualcuno verrà poi a ritirarle per smistarle dove servono, nelle varie tende o a persone specifiche. Se invece sono cose inutili, copie, oppure oggetti troppo danneggiati per essere utilizzati, li spostiamo nel Deposito, in attesa che vengano rimandati al mittente o dispersi in qualche città di passaggio nelle varie missioni. E' la fine che fanno la maggior parte delle cose che troviamo, quindi non stupirti se a fine giornata avrai trovato solo un paio di scatoloni interessanti su centinaia che avrai svuotato.»

Sono a dir poco confusa. Decine di domande diverse mi frullano per la testa, mescolandosi e accavallandosi, senza alcun senso logico. 

Decido di cominciare dalle più semplici. «Da dove vengono tutte quelle cose?» 
I gemelli mi guardano confusi, sorpresi di quanto poco possa saperne di tutto quello che accade qui, anche le cose più importanti.
La risposta arriva da Will. «Le scatole vengono tutte dal Nord, principessa. Rubate dai vari magazzini sparsi per le città durante le missioni. A volte se ne organizzano appositamente per questo scopo. Poi ci sono i treni merci, i camion, i container... insomma, vengono un po' da tutto il North. E dal centro, ovviamente.»

Se prima ero confusa, ora sono decisamente sconvolta. «Tutte queste cose sono state rubate

Ian scoppia a ridere. «Da dove pensi che provenga tutta questa roba? Siamo ricercati del Governo, gli Scienziati ci danno la caccia ogni giorno, di certo non possiamo entrare in un supermercato qualsiasi e chiedere "Ehy, sarebbe possibile avere un centinaio di bottiglie d'acqua? Sa, devo portarle al South dai miei amici.

Sto per aprire la bocca per controbattere quando mi rendo conto di non avere nessun'argomentazione in contrario al loro ragionamento. Rubare è sbagliato, ce lo insegnano fin da piccoli, ma quando diventa l'unico modo per sopravvivere... è ancora il caso di parlare di cosa è giusto e cosa non lo è? 
Qui ci sono bambini, anziani, decine e decine di persone che vogliono salvare tutto quello in cui credono, che combattono per qualcosa. Chi sono io per decidere che quello che fanno è sbagliato?

Ingoio il nodo che improvvisamente si è formato nella mia gola e annuisco con decisione. Non voglio che mi considerino una loro nemica, voglio che mi vedano come qualcuno di cui potersi fidare, un'alleata.

Un'amica. 

«Credo di aver capito tutto.» Getto un'ultima occhiata alla pila di scatole davanti a me e noto una cosa che prima non avevo notato.
«Come mai alcuni scatoloni hanno un'etichetta blu sul davanti?» chiedo ai gemelli.

Si voltano a guardare anche loro la montagna, per poi spalancare gli occhi sorpresi.
«Ci stavamo dimenticando la cosa più importante!» dice Ian.

«E pensare che si tratta proprio di quello che dovrai fare tu.» prosegue Will.
Riprende la parola il primo fratello. «Quelle etichette blu stanno ad indicare i resti del Vecchio Mondo. Sono i vari oggetti che ci vengono portati dalle missioni nei depositi di stoccaggio degli Scienziati, quello che ne rimane. Il tuo compito sarà di controllare questi oggetti e dividerli nelle varie categorie, poi decidere se vanno tenuti oppure no.» 

Resti del Vecchio Mondo? «Pensavo fosse andato tutto distrutto... gli Scienziati dovrebbero aver fatto sparire ogni traccia di quello che è successo prima della Restaurazione.»
Ian si allontana a prendere qualcosa mentre suo fratello continua la spiegazione. «La maggior parte delle cose sono andate distrutte, è vero. Qualche anno fa però, durante una missione vicino al quartier generale degli Scienziati, alcuni ragazzi hanno trovato un magazzino enorme, hanno fatto irruzione e dentro hanno trovato... beh... moltissime cose. Oggetti che pensavamo persi per sempre. Libri, medicine, ciondoli, abiti. Ogni genere di cosa, ben nascosti agli occhi della gente.»

All'improvviso, colta di sorpresa da tutte queste rivelazioni, la testa inizia a girarmi vorticosamente. Non posso credere a quello che mi stanno dicendo, non posso credere a tutte le bugie che ci hanno detto gli Scienziati in tutti questi anni. 
E poi una domanda si affaccia alla mia mente. Una importante, che sto trattenendo dall'inizio di questa conversazione, per paura di sentire la risposta. 
Mi faccio coraggio. 
Inspiro. 

 «Avete ritrovato dei quadri?»  

I ragazzi mi guardano come se avessi appena chiesto la domanda più sciocca del mondo. 
Ian fa spallucce. «Sì certo, purtroppo qui non ne abbiamo molti perchè sono difficili da trasportare a causa del peso e della grandezza, ma nel luogo da dove vengono ce ne sono a centinaia.»

Ed è qui che scoppio in lacrime. Mi accascio a terra, completamente sopraffatta dalle emozioni. Incapace di controllarmi. Centinaia di quadri, tele del Vecchio Mondo. Opere d'arte che mai, mai nella vita avrei pensato anche solo di poter vedere in foto. 
Una mano gentile mi si posa sulla spalla. Qualcuno mi stringe in un abbraccio. 

«Non è andato tutto perduto, Marlene. Riusciremo a salvarli, potrai guardare tutti i quadri che desideri ora. E i libri, ce ne sono moltissimi sulla storia dell'arte del Vecchio Mondo. Te li faremo arrivare dal Nord, tutti quelli che vorrai. Potrai fare ricerche su ogni cosa. Ora non dobbiamo più nasconderli.»  

E ringrazio, piangendo seduta sul pavimento di questo polveroso magazzino. 
Ringrazio per i quadri, per tutte le cose che queste persone sono riuscita a salvare. 
Ringrazio per questo polveroso magazzino e questi due fratelli, che mi stanno consolando e mi capiscono, come se ci conoscessimo da una vita.
Ringrazio per gli uomini e le donne che ogni giorno partono per missioni pericolose e attraversano mezzo continente per portare qui oggetti di ogni tipo, utili alla nostra sopravvivenza. 

Ma soprattutto ringrazio la Resistenza, per non aver mai perso la speranza. 

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⏰ Ultimo aggiornamento: May 05, 2018 ⏰

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