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"OH PORCA PUTTANA!
MA SEI SERIA!? MI CI VEDI COME ZIA?" urla Millie.

Mi sembra parecchio eccitata dal fatto che aspetto un bambino, credo sia l'unica a non aver reagito male o quasi.
Noah di fianco a lei sgrana gli occhi e fissa per tutto il tempo la mia pancia.

"Noah, va tutto bene?" chiedo preoccupata.

"Ehm si..
Quindi sei.." balbetta Noah

"Si" finisco.

Sembra traumatizzato, Noah ha sempre avuto un viso adorabile.
Molti lo definiscono molto sensibile, ma se piace a Millie allora È PERFETTO.

"Tesoro tu sarai lo zio eh" ghigna Millie stuzzicando il braccio di Noah facendolo sorridere.
Sembra abbiano chiarito quella discussione tra di loro. Spero che adesso sia tutto a posto.

"Ragazzi devo andare in biblioteca, devo anticipare una ricerca per le vacanze" annuncio.

"A dopo Giulia!"

Saluto Millie e Noah e mi dirigo verso la biblioteca della scuola, faccio un po' fatica a salire le scale adesso che mi soffermo di più a pensare alle mie condizioni.
Dovrei mangiare di più e dovrei evitare certi sforzi come quello di venire a scuola, ma non voglio che tutti sappiano cosa mi stia succedendo.
Entro in biblioteca e la signora Grazer mi porge dei libri che mi servirebbero per la ricerca di scienze, la ringrazio e cerco posto a sedere. Non amo farmi notare soprattutto in biblioteca, noto in lontananza un posto dietro lo scaffale "Y" e decido di accomodarmi lì.
Dopo un'oretta passata nell'intento di anticipare la ricerca di scienze mi sento fastidiata, non so neanch'io il motivo. Mi sento come se neanche qui all'ultimo posto in fondo della biblioteca fossi sola.
È come se fossi controllata, ho questa sensazione addosso che non sembra voler andare via. Mi guardo intorno e niente, sembra tutto al suo posto, studenti che studiano, studenti impegnati nell'armeggiare col proprio cellulare, tutto normale, eppure questa sensazione non va via.

Ultimamente mi sembra di essere una pazza scappata da un manicomio.
Ritiro ciò che ho appena pensato appena vedo Roman in lontananza seduto su una sedia mentre fissa il vuoto, ha un'occhio nero ed una ferita in via di cicatrizzazione sullo zigomo, è alquanto strano non l'ho mai visto in questo modo. Vorrei sapere cosa gli è successo ma ho tutti i motivi di sto mondo per restare qui e farmi i fatti miei.
Non posso alzarmi e andare dal ragazzo che mi ha violentata e chiedergli chi gli ha procurato quei segni sul viso e perché.

*anche se la voglia di saperlo si fa spazio nella mia testa*

Devo solo non pensarci e stare nel mio.
Mentre sono ancora intenta nel fissarlo stranita, il suo sguardo si sposta su di me.
È uno sguardo vuoto, quasi spento.
Distolgo subito lo sguardo, prendo le mie cose ed esco dalla biblioteca.
Finirò questa dannata ricerca in questi giorni. Ripenso ancora a ciò che è appena successo, non riesco a trovare il motivo per cui Roman mi stava fissando. Non si era più fatto sentire per le ripetizioni di Matematica, e stavo cominciando a dargli del disperso anche se meno ho a che fare con lui, meglio è.

Arrivo nel cortile della scuola e sento cingere i miei fianchi da un riconoscibile profumo che amo, Finn.
Mi volto verso di lui fissandolo negli occhi e mi lascia un dolce bacio sul collo che ricambio subito fiondandomi sulle sue labbra e sorride alla mia azione ricambiando subito anche lui.

"Quanto mi sei mancata" mi stringe.

"Ma se ci siamo visti ieri ahah" rispondo divertita.

"Non stare senza di te più di 24 ore okay?" si rivolge a me alzando le mani.

"Beh ora sono qui" lo abbraccio e gli stampo un bacio sulle labbra.

Poco dopo ci incamminiamo verso casa.

Powerful - Finn Wolfhard Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora