CAPITOLO (13)

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POV KATHERINE

Mi trovavo davanti alla casa di Rebecca. Stavo pensando a un piano adatto per attirarla nella mia folle idea.. Magari anche imbrogliandola.
In fondo la setta doveva in qualche modo ingrandirsi e lei era un asso nella manica.
Mi bastava trarla in inganno, puntando su qualcosa che l'aveva fatta seriamente arrabbiare, e quel qualcosa era lei: Helena.

Quella ragazza mi stava facendo uscire di senno.
Da anni, da quando l'avevo portata via dalla casa a cui era stata affidata, fingendomi io colei che l'aveva salvata dalla strada, avevo cercato di scoprire qualcosa in più su di lei.
Avevo cercato di capire se i miei dubbi fossero reali, se era lei la ragazza tanto bramata da Rufus.
Ma tutto si era rivelato più complicato del previsto.

Non aveva dimostrato di aver alcun tipo di poteri, eppure emetteva un'aura potente che dava a pensare il contrario.
D'altronde non mi ero mai data per vinta, sapevo che lei in qualche modo stava nascondendo qualcosa di molto grande.
Sapevo che prima o poi si sarebbe smascherata da sola, e allora avrei saputo finalmente se quella disgrazia vivente sarebbe stata la futura rovina del mio signore, e se così era... Sarei stata pronta ad attuare il mio, anzi, il nostro piano.

Ormai che Helena era andata in quella stramaledetta accademia, non potevo più perdere tempo.

Quando mi aveva vista, Rebecca era perplessa, confusa e probabilmente anche stupita. Di certo non si aspettava di trovarmi lì, o magari aveva pensato che stavo cercando quella che lei aveva sempre creduto essere mia figlia.
Ma le avevo detto che ero lì per lei, e quando aveva sentito che avevo una proposta da farle, non aveva atteso un minuto di più, per farmi entrare nella sua abitazione.

Eravamo sedute entrambe nel divano di casa sua. Sicuramente avevo interrotto qualche suo passatempo, visto com'era sistemato il tavolino e che in TV c'era un film messo in pausa.

"Non mi offri nulla? Sai, non è educato discutere di cose importanti e accogliere una persona in casa senza un drink davanti" le avevo chiesto.

Era arrossita di botto, e, senza dire nulla, si era alzata ed era andata verso la cucina.
Mi era bastata una semplice frase per divertirmi nel vederla in imbarazzo.

Era tornata con un piatto di stuzzichini e due bicchieri di vino rosso.
Gli stuzzichini poco mi importavano, d'altronde non mi andavano, ma il vino sì.
Avevo afferrato il bicchiere e ne avevo bevuto un sorso per assaggiarlo.

"Veramente buono devo dire" le avevo detto.

Lei continuava ad osservarmi ansiosa, perciò avevo cercato di spiegarle il motivo della mia visita.

"Allora, parto col dirti che io non sono chi tu pensi.
Non sono la vera madre di Helena, ma una persona che ha assunto le sue precise sembianze". Le avevo detto.

"Hahaha, sì certo. Una strega ti ha fatto un incantesimo e sei diventata uguale a".. Mi aveva presa in giro.

"Non sto scherzando".

Le avevo detto guardandola con sguardo severo e di rimprovero per avermi interrotta. Era una cosa che non tolleravo per alcun motivo.

"Come ben sai, esiste una terra nascosta dai comuni mortali, dove ogni nobile frequenta un'accademia fondata appositamente per coloro portatori di magia". Le avevo spiegato.

"Pensavo fossero solo frottole raccontate quando si è piccoli" aveva detto.

"Ti sbagli, quelle che tu conosci come frottole è il nostro mondo.
Ora cara, ciò che voglio da te è una sola cosa".

Mi ero avvicinata e lei puntando il mio sguardo sul suo.

"Sai, un tempo Rufus, conosci Rufus giusto?" le avevo domandato.

"Sì" mi aveva risposto nervosa.

"Bene, dicevo.. Un tempo Rufus, dopo aver compreso di essere la persona più potente in tutto il regno e di possedere poteri altrettanto forti, decise di creare una setta.
Voleva governare il mondo, avere tutto e tutti in pugno, sottomettere ogni essere insignificante e ci sarebbe riuscito se sua madre non si fosse messa in mezzo".

Mi ero fermata qualche istante ripensando al mio signore, ma poi avevo ripreso il racconto alzandomi dal divano, e camminando per il salone sotto il suo sguardo attento.

"Lui, oggi mio signore poiché lavoro per lui, ritornerà in vita.
Questo è stato predetto da una profezia, ma.." le avevo detto.

"Ma?".

Mi ero voltata per guardarla attentamente.
Le si leggeva negli occhi quanto era nervosa, ma il più bello doveva ancora arrivare.

"Per farlo ha bisogno di rubare i poteri alla prescelta, allargare la sua setta formando valorosi guerrieri pronti a distruggere tutto" le avevo detto non distogliendo affatto lo sguardo dal suo.

"Sì ma cosa c'entro io in tutto questo? Mi stai raccontando la storia del vostro regno, ma ti ricordo che io non ne faccio parte né posseggo poteri, dunque non comprendo il motivo di questo discorso". Mi aveva detto disperata.

Non potevo non sorridere alla sua impertinenza.

"Errato. Ho sempre dubitato della tua cara amichetta Helena".
Le avevo risposto calcando molto il nome.
Lei mi osservava.

"Penso sia lei la persona che cerchiamo, ma la ragazza è troppo furba ed in gamba.
Ha sempre nascosto bene i suoi poteri, ma la sua aura è troppo forte per possederne di miseri ed insignificanti.
La mia proposta è questa:
inizia a lavorare per il mio signore, ci basterà trovare la prescelta, rubarle i poteri e tenere alla larga i suoi genitori e se è il caso farli fuori quando scopriremo chi sono.
Dovrà rimanere sola.
Perché se è lei la prescelta, come io penso, le spetterà un bel trattamento".
Le avevo spiegato tutto d'un fiato facendo un sorriso maligno.

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