CAPITOLO

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POV HELENA

Stavo osservando con aria persa in direzione del professore, non seguendo più il discorso che stava facendo, quando lo vidi scostarsi di lato e lasciar entrare un ragazzo.

Aveva lo sguardo perso tra le persone che riempivano l'aula.
Le stava osservando uno per uno, studiando attentamente ogni mossa.
Tutto era andato avanti per diversi minuti, fin quando i suoi occhi color miele non si erano incastrati con i miei.

Avevo iniziato a sentire dei brividi oltrepassarmi la schiena.
Sentivo le palpebre farsi pesanti, e avevo iniziato a sudare freddo.
Non mi sentivo affatto bene.
Stavo per alzarmi e chiedere di uscire fuori, quando nel mentre un capo giro mi fece immergere nel buio più totale, facendomi perdere l'equilibrio.

Sogno.

Il buio mi circondava.
Sentivo strani rumori, strane voci, ma non riuscivo a vedere nulla.

Avevo sentito la serratura scattare, e uno spiraglio di luce colpirmi in pieno accecandomi.
Quando mi ero ripresa, avevo visto un uomo incappucciato accendere la luce.

Mi stavo guardando intorno spaesata, non capivo perché ero chiusa in una stanza priva di ogni oggetto, eccetto di uno specchio posto in un angolo.

Mi ero avvicinata ad esso, ma quello che avevi visti non era il mio riflesso, ma quello del ragazzo dagli occhi color miele.

Il suo volto era graffiato, la maglietta strappata, e nel suo corpo si intravedevano grossi lividi.

Qualcuno si avvicinava. I passi erano lenti e studiati, come a voler mettere ansia.. Un'ansia talmente forte che ti faceva stare male.

La persona incappucciata si era avvicinata, ed aveva iniziato a ridere.
Io mi eri allontanato, ma lui era riuscito ad afferrarmi, e poi tutto era divenuto ancora una volta nero.

Fine sogno.

Un dolore lancinante mi martellava in testa.
Sentivo diverse voci inizialmente ovattate, ma che pian piano si facevano sempre più forti e distinte.

Non riuscivo a sopportare tutto quel fracasso. Avrei voluto dirne quattro a colui o colei che ne era la causa.

Mi ero sforzata ad aprire gli occhi, e con difficoltà ci ero riuscita.
La prima cosa che avevo visto era il muro bianco del tetto, ed infine girando lo sguardo per la stanza, tutto ciò che componeva l'infermeria.

Non sapevo ne ricordavo come questa volta ci ero finita, ma di sicuro era la prima cosa che volevo sapere, oltre ad uscirne.

L'indomabile (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora