CAPITOLO

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POV AIDAN

"Buona fortuna" le avevo detto facendo un sorriso sghembo.

"La fortuna non mi servirà" aveva risposto con aria altezzosa, per poi sorridere.

Il professore aveva fischiato e noi avevamo iniziato il nostro scontro.

Ad attaccare per primo ero stato io, scaraventandole contro un tornado di fuoco che lei prontamente aveva dissolto imprigionandomi in un vortice di acqua divenuto all'istante ghiaccio.

Avevo trovato la mossa un po' troppo banale.
Avevo cercato di distruggere quel vortice, ma mi ero dovuto ricredere.
Non sapevo che tipo di magia aveva usato, ma di una cosa ero certo: distruggere il vortice era impossibile.

Avevo dunque deciso di intraprendere un viaggio-ombra per andarle di soppiatto alle spalle, ma anche in questo caso mi aveva intercettato e mollato un potente calcio che mi aveva steso.

A quel punto mi ero deciso a far sul serio.
Avevo attaccato con fuoco e tenebre contemporaneamente, ma lei aveva contrattaccato con una magia antica e più potente.
Molte volte più potente di una comune magia.
Ma non mi ero arreso.
Stavo usando tutta la forza che avevo, ma tutto era accaduto in pochi istanti.

Helena era avvolta dal fuoco.
I suoi occhi erano bianchi.
Avevamo iniziato uno scontro potentissimo e perso il controllo.

Squarci nella terra si aprivano.
Incantesimi lanciati.
Fin quando un forte boato non ci scaraventò a terra e tutto divenne buio.

POV PROFESSOR COPPERMAN

"Portateli subito in infermeria!!" avevo urlato.

Le ferite dei due ragazzi erano gravi.
Non avevo capito più nulla di quanto era successo.

Mentre i ragazzi venivano portati d'urgenza in infermeria, ero corso a chiamare il preside, che in un battibaleno mi aveva seguito ed insieme avevamo raggiunto Helena ed Aidan.

Quando entrò il suo sguardo da sconvolto si era tramutato in furioso.

"Com'è potuto succedere?? Come ha potuto lasciar accadere una cosa simile?!! Sa in che guaio ha messo tutti? Lo sa o no eh???" aveva urlato a squarciagola.

Non sapevo che dire o fare, ero ancora troppo confuso.
Tantomeno comprendevo a cosa si riferiva con: "adesso siamo tutti in pericolo".

Lui si era avvicinato alla porta dell'infermeria, urtandomi potentemente.

"Avvisatemi quando si risvegliano" aveva urlato.

E sbattendo la porta si era allontanato dal luogo.

CAPITOLO 11

POV REBECCA

Ora avevo la certezza nonché prova che Helena era la persona per anni cercata da Katherine.
Ora tutto era chiaro. Mi bastava solo mettermi in contatto con lei.

"Ho fatto un buon lavoro?" avevo sentito la sua presenza, che parlava alle mie spalle.

"Sebastián" avevo detto sorridendo.

"Sai bene che non è ancora finita" avevo aggiunto.

"Si si.. Lo so. Ma voglio i miei meriti" aveva detto.

"Meriti.. Meriti..meriti.. Anch'io ne voglio alcuni, soprattutto uno in particolare" avevo detto.

"Ma ora è il momento di avvisare Katherine, non credi?" avevo domandato.

"Certo tesoro, dopo di te" .Mi aveva risposto Sebastián aprendo un varco dentro il quale ero entrata per prima sbuffando, e raggiungendomi in seguito.

Il viaggio era stato breve, e in men che non si dica ci eravamo trovati alla base.

Senza dire una parola, io e Sebastián avevamo iniziato ad incamminarci verso l'ufficio di Katherine, sicuri di trovarla lì.
Ma lei ci aveva anticipato, venendoci incontro.

Ci osservava con attenzione. Osservava i nostri sorrisi schifata quanto curiosa.

"Beh, che sono quelle facce da pesce lesso, non dovreste essere a lavoro voi?? Ancora a perdere tempo state?" ci aveva detto Katherine.

Il mio sorriso si era allargato maggiormente.

"Si.. Dovremmo" avevo detto.

"Ma crediamo che ti farebbe piacere prima ricevere delle belle notizie" aveva aggiunto Sebastián.

Lei ci aveva afferrati per le braccia e portati subito nel suo ufficio.

"Allora? Che avete scoperto?" aveva domandato.

"Diciamo che i tuoi dubbi erano ben fondati" le avevo detto.

Lei continuava a guardarci, attendendo che parlassimo.

"Helena. C'è stato un'altro incidente durante il quale si è aperto uno spazio temporale che poco dopo è sparito. Dubito che qualcuno lo abbia notato" aveva detto Sebastián.

"Allora è lei" aveva tuonato Katherine, alzandosi di scatto.

"Per anni ho dovuto rimandare l'invocazione del mio signore, perché non avevo ancora trovato quella maledetta ragazza. Per anni l'ho avuta sotto lo stesso tetto e sotto stretto controllo e ogni qualvolta ero sul punto di scoprire qualcosa, il padre la portava chissà dove e al suo ritorno fingeva innocenza.
Ma dentro di me sentivo che era lei.
E adesso potrò finalmente far tornare in vita il mio signore, e il potere passerà alla nostra lega.
La ragazza morirà e il trono non avrà poi un erede. O meglio, la sua erede predestinata". Aveva detto Katherine.

"Noi il nostro lavoro lo abbiamo fatto. Ora vogliamo le nostre ricompense" aveva detto Sebastián.

"Soprattutto io voglio quella mia particolare ricompensa" avevo detto, alludendo alla richiesta da me fatta poco tempo prima.

"Abbassate la cresta entrambi!" ci aveva detto Katherine, guardandoci con sguardo truce.

"Voi non avete ancora finito nulla". Aveva detto.

"Tornate a spiarla" aveva aggiunto.

Ed in silenzio io e Sebastián ci eravamo allontanati, esattamente come eravamo venuti.

L'indomabile (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora