LA RICOMPARSA

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POV REBECCA

Ora avevo la certezza nonché prova che Helena era la persona per anni cercata da Katherine.
Ora tutto era chiaro. Mi bastava solo mettermi in contatto con lei.

"Ho fatto un buon lavoro?" avevo sentito la sua presenza prima che parlava alle mie spalle.

"Sebastián" avevo detto sorridendo.

"Sai bene che non è ancora finita" avevo aggiunto.

"Si si.. Lo so. Ma voglio i miei meriti" aveva detto.

"Meriti.. Meriti..meriti.. Anch'io ne voglio alcuni, soprattutto uno in particolare" avevo detto.

"Ma ora è il momento di avvisare Katherine, non credi" avevo domandato.

"Certo tesoro, dopo te" .

Mi aveva risposto Sebastián aprendo un varco dentro il quale ero entrata per prima sbuffando, ed in seguito raggiunta da lui.

Il viaggio era stato breve, e in men che non si dica ci eravamo trovati alla base.

Senza dire una parola, io e Sebastián avevamo iniziato ad incamminarci nell'ufficio di Katherine, sicuri di trovarla li.
Ma lei ci aveva anticipato, venendoci incontro.

Ci osservava con attenzione. Osservava i nostri sorrisi schufata quanto curiosa.

"Beh, che sono quelle facce da pesce lesso, non dovreste essere a lavoro voi?? Ancora a perdere tempo state?" ci aveva detto Katherine.

Il mio sorriso si era allargato maggiormente.

"Si.. Dovremmo" avevo detto.

"Ma crediamo che ti farebbe piacere prima ricevere delle belle notizie" aveva aggiunto Sebastián.

Lei ci aveva afferrati per le braccia e portati subito nel suo ufficio.

"Allora? Che avete scoperto?" aveva domandato.

"Diciamo che i tuoi dubbi erano ben fondati" le avevo detto.

Lei continuava a guardarci, attendendo che parlassimo.

"Helena. C'è stato un'altro incidente e durante esso si è aperto uno spazio temporale che poco dopo è sparito. Dubito che qualcuno lo abbia notato" aveva detto Sebastián.

"Allora è lei" aveva tuonato Katherine, alzandosi di scatto.

"Per anni ho dovuto rimandare l'invocazione del mio signore, perché non avevo ancora trovato quella maledetta ragazza. Per anni l'ho avuta sotto lo stesso tetto e sotto stretto controllo, e ogni qual volta ero sul punto di scoprire qualcosa, il padre la portava chissà dove, e al suo ritorno fingeva innocenza.
Ma dentro me sentivo che era lei.
E adesso potrò finalmente far tornare in vita il mio signore, e il potere passerà in mano alla nostra lega.
La ragazza morirà e il trono non avrà poi un erede. O meglio, la sua erede predestinata". Aveva detto Katherine.

"Noi il nostro lavoro lo abbiamo fatto. Ora vogliamo le nostre ricompense" aveva detto Sebastián.

"Soprattutto io voglio quella mia particolare ricompensa" avevo detto, alludendo alla richiesta da me fatta poco tempo prima.

"Abbassate la cresta entrambi!" ci aveva detto Katherine, guardandoci con sguardo truce.

"Voi non avete ancora finito nulla". Aveva detto.

"Tornate a spiarla" aveva aggiunto.

Ed in silenzio io e Sebastián ci eravamo allontanati, esattamente come eravamo venuti.

POV AIDAN

Da qualche ora ci eravamo ripresi e ci avevano mandati a casa, senza alcuna spiegazione su quanto era accaduto.

Io ed Helena ci trovavamo ognuno nelle rispettive camere.
Non sapevo cosa lei stava facendo, ma io, non riuscivo a distaccare gli occhi dalla collana che per anno avevo tenuto nastoca.
La stessa che avevo visto in quella mia sorta di visione, quando mi ero avvicinato a quella porta.

POV HELENA

Stavo vagando per la stanza, senza fermarmi un secondo.
Non riuscivo a stare calma.
Ero sicura che mio padre era furioso con me, e che lo sarebbe stato di più se qualcuno aveva notato il varco temporale.

Il sigillo si stava spezzando, ed i miei poteri diventavano sempre più forti.
Non capivo cosa stava accadendo, ma l'unico modo che avevo per scoprirlo, era aprire quella scatola che mio padre da piccola mi aveva donato, dicendomi di aprirla solamente il giorno in cui avrei sentito che era arrivato il momento.

Mi ero avvicinata al mio armadio, lo avevo aperto e spostato ogni vestito fino a trovare l'oggetto dei miei desideri.
L'avevo afferrato e portato fino al letto.
Quella non era una scatola normale, era una sorta di baule incantato.

Avevo chiuso gli occhi e poggiato la mano su esso.

"fenice" avevo sussurrato.

Il baule si era aperto, mostrando il suo contenuto.

L'indomabile (In Revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora