Capitolo 7 ~ Lasciati Andare

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Quattro Anni Prima
                        San Francisco

Sono trascorse poco più di due settimane dalla sera in cui ho partecipato e vinto la gara. Dopo aver riaccompagnato Tiffany a casa quella sera non riesco a ricordare cos'altro ho fatto, eccetto che essere andato alla festa in mio onore ed essermi risvegliato il mattino seguente nel letto di Adam.

Ero confuso, avevo un mal di testa allucinante e non riuscivo a capire come fossi finito proprio lì. Il resoconto del mio amico al riguardo è stato altrettanto breve, informe e conciso.

«Ti ho visto salire le scale insieme ad Anita e quando sono tornato in camera mia, a notte fonda, ti ho trovato nel mio letto» mi ha detto senza aggiungere ulteriori dettagli, il che era già sufficiente ai miei occhi per avere un quadro completo della situazione.

Quella vipera manipolatrice deve avermi stordito attraverso una delle tante droghe che fabbrica insieme al biondo per convincermi ad andare a letto con lei, non c'è altra spiegazione altrimenti.

Stavo talmente male al mio risveglio che quel giorno non sono neppure andato all'università, mi sono limitato a guidare a fatica verso casa per poi subire una ramanzina senza precedenti da parte di Tyler.

«Non solo non ho avuto tue notizie per tutta la notte, non sei nemmeno tornato a casa per dormire. Mi hai fatto prendere un colpo!» mi ha detto dopo la sua sfuriata, costringendomi a tacere, consapevole di quanto fossero vere le sue parole.

"Chi non si sarebbe preoccupato al posto suo?"

Superata la sua scenata ho fatto una doccia rigenerante, dormito fino all'ora di pranzo e trascorso il pomeriggio a lavorare in officina. Anche quel giorno Tiffany si è presentata puntualmente al nostro appuntamento pomeridiano, chiedendomi preoccupata il motivo della mia assenza alla lezione mattutina. Ho inventato una scusa banale, dicendole che stavo poco bene, perché non avevo il coraggio di dirle che molto probabilmente la sera precedente me l'ero spassata con Anita mentre continuavo ancora a rifiutare i suoi baci. Lei mi ha guardato un po' titubante ma alla fine se l'è bevuta, o almeno così mi ha lasciato credere. 

Abbiamo passato i giorni successivi a studiare in officina e a chiacchierare sulle modifiche che avrei apportato alla Corvette, entrando sempre più in confidenza attraverso gesti o parole e avvicinandoci l'un l'altro ogni giorno di più. Proprio come adesso che abbiamo finito di ripassare per il prossimo esame e lei mi osserva affascinata da ore mentre smanetto sul motore.

«È fantastico vedere come lavori in maniera minuziosa senza alcun margine di errore! Sono sicura che diventerai un chirurgo eccezionale se applicherai in un intervento la stessa dedizione che hai verso i motori» esclama, incantata dal mio modo di fare.

Mi distraggo un attimo per guardarla negli occhi e sorriderle, colpito come sempre dalle sue parole dolci nei miei confronti.

Lei mi fa sentire speciale come nessun altro riesce a fare!

«Ti piacerebbe provare? Posso insegnarti come si fa» le propongo, vedendo nascere un'espressione di stupore sul suo viso.

«Dici sul serio? Mi lasceresti provare? Ma non so nemmeno da dove cominciare!» replica entusiasta e al contempo intimorita.

«Non importa! Ti spiego io come fare. Avvicinati» la incito, facendole spazio tra le mie gambe.

Un po' titubante mi viene incontro e si siede sulle mie ginocchia, sporgendo il busto sul banco da lavoro. Il contatto così ravvicinato con il suo corpo manda scariche elettriche alle mie terminazioni nervose facendo tendere di conseguenza la stoffa dei miei pantaloni in maniera piuttosto evidente.

 The Faded Memories  ~ Ricordi Sbiaditi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora