Capitolo 20 ~ Un passo alla volta

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Quattro anni prima
San Francisco

Mi ci è voluta quasi una settimana per convincere Tiffany a riappacificare con suo padre. Non che mi dispiacesse averla in giro per casa ogni giorno e nel mio letto tutte le sere, anzi è esattamente il contrario. Ho amato ogni singolo istante di quei momenti trascorsi insieme a lei. Ho capito che posso fare a meno degli ansiolitici per dormire se la notte ho lei accanto pronta a rasserenare il mio animo inquieto. Ma quella situazione, per quanto avesse degli aspetti positivi per la nostra relazione, non poteva andare avanti ancora per molto.

Sapevo che anche se si ostinava a rimanere ferma nella sua decisione cominciava a sentire la mancanza di suo padre. L'ho capito quando Mr Hines si è presentato davanti alla porta di casa nostra due giorni dopo e ha litigato con Tyler pretendendo di portare via con sé la figlia. Ho letto nei suoi occhi azzurri il rifiuto di assecondarlo e la sofferenza ancora vivida a seguito della loro lite, ma allo stesso tempo ho percepito la scintilla che illuminava il suo sguardo al solo udire la sua voce.

Quella ragazzina era decisamente più cocciuta e testarda di me, questo l'avevo capito bene. Quando si metteva una cosa in testa era impossibile farle cambiare idea. D'altronde non aveva poi tutti i torti a essere così arrabbiata, ma per quanto detestassi suo padre e ciò che le aveva detto, non potevo permetterle di mantenere ancora le distanze da lui e soffrire la sua mancanza.

É stata una fatica immensa convincerla a tornare a casa, visto il caratterino che si ritrova. Ha accettato la mia richiesta alla sola condizione che trascorressi una serata insieme a loro.

«Sei il mio ragazzo ed è giusto che mio padre se ne faccia una ragione! Prima o poi capirà che facciamo sul serio. Sono sicura che un po' alla volta deporrà l'ascia di guerra e si affezionerà a te proprio come ho fatto io. Deve solo abituarsi alla tua presenza» ha detto nel tentativo di persuadermi a crederle.

Per un attimo ho sperato che potesse avere ragione, ma adesso non sono più tanto convinto che Mr Hines sia del suo stesso avviso. Le occhiatacce torve che continua a rivolgermi da quando mi sono seduto nel tavolo della loro cucina sono una chiara conferma ai miei dubbi.

I suoi occhi azzurri mi scrutano diffidenti e il suo sguardo severo mi tiene in costante agitazione, inchiodandomi a questa scomoda sedia da più di un'ora ormai.

Ho l'impressione che l'aria dentro questa stanza sia diventata troppo pesante e a ogni respiro mi sembra di faticare sempre di più a inalarla. So che è tutta colpa del suo modo di mettermi in soggezione. Sono abituato a frequentare gente ben più pericolosa e adesso non so perché mi sto lasciando intimorire come un agnellino dal padre della mia ragazza. Che fine hanno fatto il mio ego maschile e il mio coraggio? Possibile che essere accettato da lui sia così importante per me?

«Allora, Justin, parlami un po' di te. Cosa fai nel tempo libero? Hai hobby o svaghi particolari a cui ti dedichi?» chiede un attimo prima di imboccare un pezzo di polpettone al sugo.

Sfodera mezzo sorriso tirato ed io so bene a cosa mira la sua domanda, il suo atteggiamento accusatorio rende evidente che vuole spingermi a rivelargli il mio vero stile di vita. 

«Mi piacciono le auto. Lavoro in un officina meccanica quando non studio». Lascio la forchetta sospesa a mezz'aria e reggo il suo sguardo rigido per dimostrargli che non ho problemi ad avere un confronto con lui. Può chiedermi quello che vuole ma non gli rivelerò mai direttamente ciò che spera di sapere.

«Ti piacciono le auto» ripete con un tono sarcastico, masticando rumorosamente quel pezzo di carne. «Chi l'avrebbe mai detto? Io credevo che fossi solo un aspirante medico, pensa un po'! A guardarti non si direbbe che ti piace sporcarti le mani con l'olio del motore».
Ride in maniera isterica ed io riduco a due fessure i miei occhi scuri, in attesa che la smetta di ironizzare come uno psicopatico su di me. «A chi vuoi darla a bere, ragazzino?» sputa fuori tornando a farsi serio un attimo dopo. «Tu non lavori solo in un officina meccanica. Fai molto di più con le auto, non è vero? Coraggio, dimmi la verità!»

 The Faded Memories  ~ Ricordi Sbiaditi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora