Adam
Tre mesi prima
Avevo scelto di entrare a far parte della facoltà di farmacia perché mi affascinava la maniera in cui le sostanze chimiche, legandosi tra di loro, creavano composti in grado di guarire l'uomo. Amavo l'idea di sentirmi un piccolo scienziato capace di salvare il mondo con il proprio operato, seppur in piccola parte. All'epoca però non avevo ancora fatto i conti con il fascino di Anita García, la prorompete messicana dagli occhi verdi magnetici con l'inconfutabile dote di convincerti, con un solo sguardo, ad accontentare ogni sua richiesta. Avevo perso la testa per lei dal primo momento in cui le nostre strade si erano incrociate nei corridoi dell'università. Bella da togliere fiato e abile ingannatrice seducente che ti spingeva senza nemmeno rendertene conto dentro la sua trappola letale. Come un ragno che ti adesca nella sua ragnatela e ti incolla a essa finché vittima del suo volere smetti di ribellarti e muori.
Con il tempo ero diventato il suo scagnozzo prediletto pur di ricevere in cambio il suo corpo e bearmi anche per poco delle sue attenzioni. Eravamo amanti nascosti. Nessuno sapeva il nostro segreto e sinceramente mi andava bene così. Avrei fatto qualsiasi cosa per lei. Me ne ero innamorato perdutamente, tanto da accettare la sua maniacale ossessione verso Justin. Non mi ero accorto di quanto fosse pericoloso il giro in cui mi aveva lentamente trascinato, finché un giorno mi chiese di voltare le spalle al mio migliore amico e collaborare con lei a un piano folle.
Quella notte, quando me la ritrovai dietro la porta di casa, avevo già nascosto tra i vestiti il piccolo aggeggio tecnologico che utilizzavo per registrare le nostre conversazioni. Non mi aveva avvisato con nessun messaggio del suo arrivo, com'era solita fare, ed io sapevo che quando sbucava fuori all'improvviso, in orari impensabili, non si trattava affatto di una sorpresa che si sarebbe conclusa con un'ora di passione condivisa nel mio letto, bensì di qualche sua strana richiesta da adempiere. Ci avevo fatto l'abitudine ormai. Sapevo che approfittava di me solo per le mie doti da chimico e avevo fatto presto a capire che, se mai un giorno avessi voluto uscirne pulito da quel giro corrotto, avrei dovuto salvaguardarmi in qualche modo e dimostrare la mia innocenza. Era per questo motivo che a sua insaputa registravo sempre i nostri dialoghi, per avere le prove del suo coinvolgimento.
«Adam, ho bisogno che tu faccia una cosa per me senza protestare né opporti». Furuno quelle le prime parole che mi rivolse non appena spalancai l'uscio di casa. Ricordo ancora il suo corpo sinuoso fasciato da un vestitino corto e attillato color prugna. I capelli le scivolavano sulle spalle in morbide onde castano chiaro e la scollatura vertiginosa metteva in mostra il suo seno prosperoso, ancora gonfio per la gravidanza appena portata a termine. Le occhiaie scure sotto le sue palpebre non erano state coperte abbastanza bene dal trucco, che riusciva solo in piccola parte a nascondere il dolore legato alla perdita del suo bambino, che io sapevo bene la lacerava dentro giorno e notte. Confesso che in quel periodo un po' odiavo l'idea che Daniel fosse figlio di Justin e non mio. Mentre lui detestava Anita e non aveva mai provato amore nei suoi confronti, io mi sarei voluto prendere cura di quel bambino ormai morto e della ragazza che seppur a tratti pericolosa e vendicativa aveva conquistato il mio cuore. Credevo che il mio migliore amico non meritasse un dono tanto grande da lei, dopotutto aveva già l'amore di Tiffany e non necessitava di un figlio da parte della donna di cui ero innamorato. Volevo che lei fosse solo mia, che la sua pelle fosse marchiata solo dal mio odore, che il suo corpo riempisse solo le mie mani, che il suo cuore battesse solo per me e invece...invece mi stavo solo facendo accecare da un amore perverso e letale.
«Di che si tratta?» le chiesi mentre gentilmente le feci spazio per entrare dentro casa e riuchiusi la porta alle sue spalle. Non mi piacevano affatto le occhiate irrequiete che mi lanciava addosso né il modo in cui sospirava e si toccava nervosamente le mani. Era agitata, e Anita in quelle condizioni non l'avevo mai vista. Significava che tramava qualcosa. Qualcosa di veramente grosso, persino più grande di lei e me messi insieme.
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The Faded Memories ~ Ricordi Sbiaditi
Chick-LitQuello sguardo innocente e quel sorriso pieni di vita me li ricorderò per sempre. Mi entrarono nella testa e non riuscii più a lasciarli uscire. I suoi occhi attraversarono il mio cuore appropriandosi di ogni battito scalpitante e penetrarono la mi...