Capitolo 55 ~ È un ricordo reale?

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Tiffany

Non ricordo il volto di Adam Wright, ma da quello che so e ho letto sul suo conto era una brava persona, un amico su cui potevi contare. Dietro quel ragazzo apparentemente estraneo ai fatti riguardanti il mio incidente, girava però un mistero irrisolto. Perché mi ha accompagnata sul luogo dello scambio quella sera? E cosa l'ha spinto a togliersi la vita esattamente cinque anni dopo quella notte? Le domande che ruotano attorno al suo nome sembrano quesiti senza alcuna risposta e per quanto la cosa mi turbi e m'inquieti, ciò che mi preoccupa maggiormente al momento non è risolvere l'enigma ma la reazione di Justin a tutto questo.

Da quando mio padre è venuto ad annunciarci la morte di quel ragazzo, esattamente due giorni fa, lui se ne sta in silenzio, nascosto in disparte con un'espressione cupa e seria impressa sul viso e un maledetto cipiglio in fronte. È così pensieroso, assente e distratto che rivolge pochissime attenzioni persino a me e a nostro figlio. Mi chiedo quali sorta di pensieri gli ronzino per la testa e se il suicidio di Adam l'abbia turbato al punto da sentirsi responsabile.

Dovrei provare a parlargli ma non so nemmeno cosa dire né da dove cominciare. Dannazione!
Sbuffo mentre chiudo gli occhi e lascio che l'acqua calda continui a scorrermi addosso. Sono sotto la doccia da un bel po' ormai e forse è il caso di darmi una sciacquata, asciugarmi, indossare il pigiama e approfittare della temporanea assenza di Cole, profondamente addormentato nel mio letto, per scambiare due chiacchiere con Justin. È solo che mi sento così nervosa all'idea di stargli vicino! Lo so, sono una stupida. Me ne sto chiusa qua dentro a fantasticare su noi due e a immaginare il sapore della sua bocca sulla mia quando potrei raggiungerlo in camera sua e mettere in pratica le mie fantasie.

D'istinto mi accarezzo le labbra con l'indice e tengo le palpebre serrate, facendo viaggiare la mente verso il mio sogno proibito. L'acqua continua a scivolarmi sulla pelle mentre io ho la sensazione di sentire lui su di me, fino a quando...

«Tiffany». Grida il mio nome affannato e trema stringendo forte i miei fianchi. Siamo un corpo solo fatto di due cuori che pulsano contemporaneamente, ed è così bello sentirmi parte di lui e sentirlo parte di me che non voglio smettere. Non voglio allontanare la testa dal suo petto né spezzare questa fragile armonia fatti di respiri ansanti e battiti impazziti che ci tiene incollati l'uno all'altro contro le piastrelle della doccia. «Sposami» sussurra di getto.

Il cuore mi balza fuori dal petto per schiantarsi freneticamente sul suo mentre il capo si tira sù esitante permettendo ai nostri occhi di legarsi in uno sguardo fatto d'amore, tensione e incredulità. «Che cosa?»

«Sposami, Tiffany» ripete lui con più convinzione, come se volesse confermarmi che non si tratta di un sogno ma della realtà. Vorrei ridestarmi dal mio stato improvviso di shock e dirgli che si, lo voglio sposare ora, fra cent'anni o quando lo vorrà, ma tutto quello che faccio è continuare a guardarlo con le palpebre sgranate e la bocca spalancata. «È con te che voglio invecchiare e passare il resto dei miei giorni» continua lui lasciandomi una carezza sul viso. «Perciò, anche se non te lo sto chiedendo nel modo più romantico che possa esistere, tu dii di si, ti prego!»

Mi ridesto a fatica da quel silenzio solo per realizzare ad alta voce ciò che ha appena detto. «In realtà non me l'hai nemmeno chiesto. Sembra più che tu mi stia obbligando» gli faccio notare divertita.

«Perché non accetto un "No" come risposta» afferma lui di getto, implorandomi con lo sguardo di non ferirlo.

«Sei un po' pretenzioso, lo sai?». Sorrido, tenendolo volutamente sulle spine ancora un po', in attesa di una risposta che il mio cuore sta già gridando a più non posso.

 The Faded Memories  ~ Ricordi Sbiaditi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora