XVI

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«Quei dannati figli di puttana!»

L'esclamazione, già di per sè aggressiva e brusca, accompagnata al tonfo della porta che viene sbattuta con violenza, fa sussultare Camila, svegliandola improvvisamente dal suo sonno mattutino e quindi leggero.

Balza a sedere, guardandosi attorno affannosamente e con sguardo confuso, le palpebre ancora pesanti e la focalizzazione lenta.
«Che succede?» domanda, sorpresa, non appena vede Lauren che percorre il perimetro della stanza da letto con passo veloce e scattante.

I suoi occhi cristallini si precipitano su quelli castani, che si tingono di un crescente timore nel vedere la furia in essi.
«Ci hanno fottuto tutto»

«Cosa- quando? Come?» Camila getta una raffica di domande, il tono sempre più acuto via via che la notizia viene percepita e accettata come reale dal proprio cervello.

«Ci hanno rubato i soldi, adesso siamo completamente a secco eccetto per quarantadue dollari che conservavo nella biancheria. Stanotte si sono sicuramente introdotti qui dentro, mentre dormivamo, e poi sono scappati» spiega, digrignando i denti poiché, a quanto pare, anche solo pronunciare il gesto la rende furibonda.

«È disgustoso...» commenta la bruna, totalmente a corto di parole. Per quanto il suo primo pensiero fosse stato che Hank e Drew non fossero due uomini affidabili, non si aspettava ugualmente una tale bassezza da parte loro, che è arrivata come una mazzata improvvisa.

Che ingenua, si autorimprovera, e poi rivolge un'occhiata comprensiva verso Lauren, che sicuramente si sta tormentando per aver commesso un errore di valutazione così banale.

«Almeno non siamo completamente a terra...» osserva, cercando di sorvolare sul fatto che con quarantadue dollari in due non possono fare assolutamente nulla.

«Ti dico io cosa facciamo, adesso» sentenzia Lauren «quei due idioti hanno guidato abbastanza da aver quasi raggiunto la città, perciò possiamo rimediare ricoprendo la strada mancante a piedi, non dovrebbe mancare molto»

«E poi? Lo sai che non abbiamo nulla, a parte quei quattro soldi che chissà perché ti sei infilata nelle mutande» commenta Camila, con un'ironia acuta prodotta dalla disperazione.

«È proprio per inconvenienti come questi che voglio portare con me i soldi, sempre. Anzi, stavolta qualcosa mi ha distratto, altrimenti avrei potuto prevedere l'accaduto o coglierli sul fatto» osserva, e si picchietta il mento con un dito in riflessione.

Camila arrossisce e, in un primo momento, non le è chiaro il motivo. Poi si ricorda dell'erba fumata insieme e di quel bacio fugace e inaspettato.
Lauren non pare farci caso, poiché forse nemmeno se ne rammenta, troppo presa a congetturare sulle prossime mosse e mete da attraversare. La bruna, comunque, sa che qualunque cosa sia stato, quel bacio era solo l'ennesima prova o avventura della ragazza del Casco, a cui non importa affatto il peso dei suoi gesti, quanto piuttosto un ragionamento per esclusione, come se avesse una lista ben precisa di cose da fare prima di morire.

«Raccogli tutto quello che hai e andiamo, non ha senso restare qui oltre» la risveglia dai suoi pensieri con un tono scattante, e Camila annuisce pigramente.

«Hai già pagato il pernottamento?»

«Fortunatamente sì, almeno»

Le due ragazze si vestono in fretta e furia, gli animi smossi da una rabbia cieca nei confronti dei due uomini sconosciuti e ingannatori e una frustrazione nei confronti di se stesse per non essersi mostrate più prudenti, e lasciano l'ostello senza una parola.

Il tragitto restante si rivela essere meno del previsto e, per una ragazza abituata a correre ogni mattina per diversi chilometri della propria città, quasi per nulla faticoso.

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