XXVI

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Come già vi avevo anticipato, si tratta del penultimo capitolo. Ci tenevo a dirvi che ci sarà un capitolo conclusivo dopo di questo, che potrebbe chiarirvi un paio di cose (o confondervi ancora di più).
Ho preferito mettere la nota all'inizio perché ritengo sia più opportuno per avvertirvi, in un certo senso, di prepararvi.
Ogni avvenimento ha una libera interpretazione, ognuno può vederla a modo proprio e può trovare le radici delle cause ovunque. Nonostante ciò, mi occuperò personalmente di spiegare e rispondere come meglio posso ai vostri dubbi, a tempo debito.

Concludo augurandovi una buona lettura di questa parte.

~

Russell bussa alla loro porta con insistenza non appena il sole si fa alto nel cielo, e le due ospiti si rigirano nello stretto letto per un'infinità, scontrando i loro corpi e spingendosi a vicenda nel tentativo di scacciare mentalmente quel rumore fastidioso e sperando che smetta come per magia.

«Lauren, se non ti alzi subito me ne sbatto ed entro» la ammonisce il ragazzo, alzando la voce per farsi sentire. La diretta interessata, a quel sottile avvertimento, balza a sedere, ancora intontita, e recupera i vestiti dal pavimento.

«Che fretta c'è?» mugola stancamente Camila, quando una maglietta le arriva dritta in faccia.
Lauren esce dalla stanza prima ancora di darle il buongiorno, e prima che le due si ritrovino passa quasi un'ora, fra il tempo che impiegano complessivamente e individualmente in bagno, e la preparazione della colazione da parte di Alisha.

«'Giorno» le saluta la ragazza, mentre serve delle omelette nei piatti.

«Avete dormito bene?» chiede loro Russell, con tono falsamente premuroso. Lauren si limita a ridere sfacciatamente e fargli un gesto con la mano che Camila non riesce a catturare con lo sguardo, ma che certamente compiace il ragazzo, il quale scuote la testa fra sé e sé.

«Stavo pensando che potremmo andare a trovare Joanne, stamattina» suggerisce Lauren, dopo aver mangiato un boccone di uovo strapazzato. Camila alza lo sguardo dal proprio piatto per cercare di intuire il soggetto della discussione in base all'espressione sui volti dei due fratelli.

«Cominciavo a chiedermi se ti fossi dimenticata del tuo unico vero amore» ribatte la ragazza dai capelli ricci «è anche ora che la riporti con te»

Camila alza un sopracciglio, chiaramente non capendo di chi stiano parlando, e infastidendosi alla prospettiva che si tratti della millesima "vecchia conoscenza" che a Lauren è sfuggito di menzionare, probabilmente.

«Appena abbiamo finito di mangiare andiamo in garage» la informa Russell, e lo sguardo cristallino di Lauren si illumina, mostrando tutta l'eccitazione che prova alla sola promessa di raggiungere questa Joanne.

«Vieni con me, non vedo l'ora di presentartela» esclama, afferrando la mano di Camila e trascinandola fuori dalla casa, con Alisha e Russell che le corrono dietro.
Si fermano davanti ad un casolare chiuso con una serranda che Russell alza dopo averne sbloccato il lucchetto con una chiave.
L'odore di di polvere e di stantio si alza non appena mettono piede nel garage, e Alisha si affretta ad accendere il contatore che le permette di accendere la luce.

Il deposito è affollato da scaffali ai muri, contenenti pezzi di ricambio di ogni tipo: motori arrugginiti, manubri di auto, un paio di biciclette abbandonate a se stesse e con le ruote a terra, pneumatici in disuso.
Al centro, vi è qualcosa coperto da un grosso lenzuolo che, un tempo, doveva essere bianco, ma adesso è ricoperto di chiazze giallastre e grige, misto di polvere e forse perfino muffa dovuta all'umidità delle pareti.

«Eccola» sussurra Lauren, stringendo la mano di Camila, che intanto si fa finalmente una mezza idea di cosa si nasconda sotto quel telo.

Quando Russell libera la "sorpresa", lasciandola esposta alla luce e agli sguardi degli spettatori, Camila sorride scioccamente.
Aveva sul serio creduto per un momento che Lauren volesse presentarle un'altra donna?

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